venerdì 29 aprile 2016

5 pali e 1 secchio

Una mattina di qualche giorno fa ero andata al bar a fare colazione con un bel caffé e una briosche alla nutella. Mi stavo gustando questa prelibatezza mattutina, quando il cellulare della proprietaria ha squillato. Sul momento non ci ho fatto caso, ma poco dopo ho sentito la sua voce sorpresa che diceva: "Ma sono cinque pali e un secchio.....proprio così, cinque pali e un secchio". poi ha riattaccato e per un attimo è rimasta pensierosa. Ho una certa confidenza con questa persona, per cui mi sono potuta permettere di dirle: "Sai? Potrebbe essere il titolo di un racconto. Prova a pensarci..."Cinque pali e un secchio"...Niente male come titolo vero?"

Ed è così, che tornata a casa con questo titolo nella testa ho cominciato a tessere la trama di un racconto frutto solo della mia fantasia, senza che ci sia riferimento ad alcuna persona di ieri, oggi, domani.....




5 PaLi & 1 SeccHio


 Chi l'ha detto che oggi due giovani possono amarsi liberamente? Anche a dispetto delle rispettive famiglie, che non si possono vedere...da sempre?Neanche loro sanno più il perché, ma la guerra che si sono dichiarata almeno cinquant'anni fa, è continuata a prosperare anche al giorno d'oggi, che sono giorni di internet e cellulari, giorni in cui non è semplice controllare che un giovanotto e una bella ragazza non si sentano, non si vedano, non si parlino, non dichiarino di amarsi. Eppure Romeo e Giulietta sono i protagonisti di questa nuova saga familiare, che non ha niente di scespiriano, anche perché non si svolge a Verona, bensì in un paese della Toscana dove tutto è verace e anche gli accidenti si mandano a dritto e senza passare dal via, dove è stato mandato al diavolo chiunque impedisse la libertà, dove, per dirla con Malaparte, tutti camminano a mele strette se son toscani, perché se non riescono a camminare in quel modo, proprio toscani toscani non sono...diciamolo via!Ed è per quello che quando arriva qualcuno di nuovo in questo ridente paese, la prima cosa che viene guardata è il posteriore. Anche al Sindaco, anche al Vescovo, con rispetto naturalmente, perché i toscani son gentili per natura, anche se la loro gentilezza non è liscia come la seta, ma ruvida come la carta vetrata...ma questo è un altro discorso. Non occorre che stia a dire in che consiste questa faida perpetua, anche perché col passare degli anni, si sono perse le motivazioni e forse l'unica che le conosce a fondo è solo la santa del nostro paese, con la quale hanno parlato in confidenza entrambe le fazioni....mi basta rimandare a Don Camillo e all'episodio che il Guareschi ci fa dei due innamorati, anche loro nemici per casata, ma innamorati per quella strana alchimia che molte volte viaggia sul vento e non permette scampo. Qui però non c'è Don Camillo e neanche Peppone, gente schietta, buona,ma capace di usare il bastone per sistemare le cose. No no, i tempi sono cambiati anche da noi, dove una volta la gente se le suonava di santa ragione e poi, amici come prima, andava all'osteria a farsi un quartino e anche qualcosa di più. Oggi ciascuno si fa le sue e se c'è da menare le mani per qualcuno, se ne guarda bene. Per quello se ne guarda bene anche se c'è da spendere una parola per qualcuno, proprio per quel detto che è entrato in uso comune e poi si è sparso a macchia d'olio fino ad arrivare anche in parlamento. "Se ti serve, dai, se non ti serve, prendi".Tradotto in parole povere significa che se devi spendere una parola per qualcuno, assicurati prima di avere il tuo tornaconto, altrimenti lascialo al suo destino e cerca di prendere dall'altra parte". E' una filosofia bastarda, che però ha dipinto il nuovo volto della nostra società e quindi anche del nostro paese.Ma...c'è un 'ma'! e per fortuna è un 'ma' grande, un maone, un maoncione, un maonciù.... eehh sì! Si chiama gioventù! E la gioventù, nel tempo che è proprio il suo, non è mai cambiata, da che mondo è mondo se dio vuole, perché la gioventù se ne strabatte del tornaconto, dell'odio, delle faide che non hanno più nome...già perché la gioventù ha con sé un dono che poi purtroppo perderà strada facendo, quando  perderà la sua freschezza, la sua lucentezza, il suo sguardo ardito, temerario, battagliero, un pò incosciente è vero, ma sennò che gioventù sarebbe? Vorrei averlo io ancora quello sguardo, perché finché c'è, c'è anche l'amicizia e per amicizia si rivolta il mondo intero, se non ci mettiamo più di quei due o tre anni che è il tempo in cui dura la gioventù vera...poi tutto il resto è plastica, ritocco. Plastica del viso e delle tette delle donne, delle maniglie dell'amore e della pancetta degli uomini... plastica dell'anima...di tutti. Eh sì! L'amicizia, che è il bene più prezioso che dovrebbe avere l'umanità e che invece troppo spesso si getta nei fossi insieme al putridume della vita. Ed è per amicizia che cinque giovani decisero di far vivere la storia d'amore nostrana ai novelli Giulietta e Romeo. E fu così che organizzarono quell'incontro atteso per anni e anni e mai consumato. Lo fecero e basta, senza pensarci troppo, solo per amicizia. Orologi alla mano, calcolarono il tempo che sarebbe occorso ai due giovani innamorati per esprimere il loro amore e poi si divisero i compiti. Due di loro avrebbero fatto i pali nei punti strategici in cui la strada sale e gli altri due nei punti dove la strada scende e avrebbero avvertito il quinto, che avrebbe atteso dietro le persiane che davano sul balconcino che si affacciava sulla strada. Calcolarono che i rispettivi padri dei nostri innamorati avrebbero impiegato circa un'ora per accorgeresi della mancanza del rispettivo figlio e poi, presone atto, si sarebbe precipitato o giù per la strada, o su per la strada, per evitare che avvenisse il misfatto...fino ad arrivare al punto d'incontro. Che sarebbe successo allora? Immaginarono scene apocalittiche, condite di parolacce, di quelle veraci, che riempiono la bocca, fino ad arrivare allo stomaco, proprio toscane...e invocazioni tali da tirare giù tutti i santi del paradiso (ma in quel caso anhe i santi sarebbero scesi ben volentieri) e poi...beh! per male che fosse finita, almeno Giulietta e Romeo avrebbero avuto il loro interludio di amore!E accadde proprio così e con un tempismo così perfetto, che i quattro giovani, pali improvvisati, neanche si fosse trattato di una rapina, guardarono stupiti i loro orologi  e si affrettarono a chiamare col cellulare il quinto, che aveva il compito più difficile. Questi, senz'altro un palo più coriaceo, uno di quelli che ama le sfide e sa,con una sorta di esaltante tremore che scende lungo la spina dorsale, che se , una volta fatto il suo lavoro, non se la darà a gambe levate correndo con tutto il fiato che ha nei polmoni, rischierà di prendere una caterva di legnate....questi dicevo, attese con lucida freddezza che i due omaccioni surriscaldati dalla rabbia che non aveva più nome, si avvinghiassero in una scazzottata all'ultimo dente e quando ritenne che la lotta fosse giunta all'apice, aprì la persiana, si affacciò sul balconcino e rovesciò l'enorme secchio pieno di acqua gelata e di bitume sui due malcapitati....i quali, non solo si calmarono immediatamente, ma si guardarono smarriti, inermi, irrimediabilmente infreddoliti e sudici e con i primi starnuti già in canna. In fin dei conti era dicembre! E meno male che sotto il balconcino c'era un bar, dove i due guerrieri, che non avevano più l'ascia in mano, pensarono di riparare per farsi preparare un bel ponce al mandarino, mentre tra uno starnuto e l'altro, sottoscrivevano una pace ringhiosa, che salvasse la dignità di tutti. In quel bar, oggi, chi entra, può leggere una targa, che ricorda lo storico scontro avvenuto....quando?....chissà? 
Pochi giorni fa, con la fantasia, ho visto passare una macchina inghirlandata. Dentro c'erano Giulietta e Romeo  e lei aveva il velo da sposa. La bellissima 'cabrio' trainava, legato a una catena, un grande secchio...chissà perché! Ma il perché lo sapevano senz'altro i cinque giovani, ora vestiti a festa, ieri, pali per amicizia. Li ho guardati finché mi è stato possibile, dopodiché con un sorriso leggero sulla bocca ho continuato la mia passeggiata.




Ed eccomi qui. Tornata con i piedi in terra in questo bar dove, quando posso, passo cinque minuti sereni della mia giornata, il più delle volte chiacchierando e ridendo con persone con le quali sto volentieri, altre volte affrontando con serietà momenti difficili, senza rinunciare mai a pensare che la vita possa offrire sempre nuovi spunti, qualche volta anche solo sentendo parlare di cinque pali e un secchio.
Ah! Dimenticavo! I cinque pali e un secchio servivano solo per costruire un'altalena. 






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