lunedì 18 aprile 2016

Tornare a vivere

Il Titolo: Tornare a vivere 
atto unico e irripetibile
La scena: una strada imbrecciata, tutta in salita
La protagonista: io
Il complice: un giubbotto col cappuccio estraibile
L'arma del delitto: un paio di scarpe nuove con le stringhe
Il presunto colpevole: un sasso
La trama: praticamente inesistente

Sto andando in farmacia a comprare il latte in polvere per Plinio. Dopo aver indossato il mio paio di scarponcini nuovi (si fa per dire,  erano di mia figlia, ma per me sono nuovi) decido di non prendere la macchina, ma di andare a piedi e di passare per il Cimitero Vecchio. Ho indossato il mio giubbotto col cappuccio ben ripiegato dentro il bavero. Mi avvio per la strada a sterro e dopo la prima curva, sento che quel cappuccio arrotolato mi da noia al collo, per cui senza fermarmi alzo le braccia e dopo aver aperto la cerniera provo a tirarlo fuori....oppone resistenza il maledetto e mi costringe a tirare ancora più indietro le braccia, facendo fare alle mie povere mani una bella acrobazia, tanto da costringermi a camminare quasi in punta di piedi....sul breccino. E' allora che accade. Il mio  piede scivola su un sassolino messo apposta lì tra i tanti ad aspettare me e non so come, non so perché mi ritrovo a girare in una strana contorsione che mi solleva da terra e immediatamente dopo mi fa ricadere di schianto  "Porca puttana!" è stato l'unico mio sfogo, perché immediatamente dopo il tonfo sono stata impegnata a rialzarmi,e dalla paura che mi vedesse qualcuno, l'ho fatto in un nanosecondo e mi sono sentita così soddisfatta di me che ho cominciato a ridere a crepapelle, mentre mi domandavo che cosa c'avessi da ridere tanto, visto che il polso destro cominciava a farmi un male,ma un male. Eppure la risata è rimasta ed anzi è aumentata, via via che vedevo il porcaio che avevo combinato. Ero tutta sporca di polvere e il giubbotto quasi nero,ne era letteralmente pieno, per non parlare dei jeans e del maglione. Eppure ho continuato a ridere di gusto, mentre riprendevo la strada cercando di ripulirmi meglio che potevo. Ridevo perché, chissà come mai, quel capitombolo mi aveva fatto ritrovare improvvisamente il gusto della vita. Mio figlio poi mi ha detto che è un modo ben strando di ritrovore la vita.......... Ridevo...ma perché? Forse per l'agilità con cui mi sono rialzata, forse perché il pensiero è corso ai precedenti capitomboli, forse perché avevo proprio voglia di ridere, forse....ma insomma ci deve essere per forza un perché?

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