Ed ora sono qui, nel silenzio e nella quiete della notte che avanza. Ho appena terminato di fare l'impasto dei bomboloni, che dovrà lievitare per tutta la notte e domattina....zac! Un bel bombolone con la crema a colazione non me lo toglierà nessuno, sempre che naturalmente il lievito funzioni. Ma deve, deve per forza funzionare, perché domani è il sabato di carnevale e qui invece non ci si ricorda neanche più che siamo al mondo, e io mi sono proprio rotta a forza di non fare niente, di passare sempre oltre a tutto ciò che ci può essere di piacevole nella vita, anche le piccole cose, come quella di farsi due bomboloni...chi chiede di più? Penso a me stessa e a quello che sono.
Un tipo contraddittorio, non c'è dubbio, un tipo o meglio una tipa che non ha mai amato il carnevale, perché le fa venire tristezza, ma in certi momenti ama mascherarsi con quello che trova in casa, così, giusto per fare una zingarata. Una tipa malinconica, che però in certi momenti ama ridere molto e di gusto, una tipa che cerca cultura nei libri che compra, ma che poi non disdegna di commuoversi sopra un romanzo d'amore, una tipa a cui piaccioni i film d'essai, e ha avuto il coraggio di guardare 'La corazzata Potemkin' trovandosi d'accordo con Fantozzi nel dire che è una cacata pazzesca, e che poi si intenerisce guardando Piccole donne e ' Il Piccolo lord', una tipa che ama imparare parole nuove e di effetto raffinato per poi svilirsi in cinque minuti con altre parole da carrettaio....insomma Jakill e Hyde, una tipa che dice che non gliene frega un cavolo di invecchiare e che un secondo dopo farebbe carte false per poter fare un ritratto anche lei come quello di Dorian Gray.
Ma domani, domani è il sabato di carnevale, e una volta da noi era il giorno, o meglio la notte delle debuttanti e io ricordo ancora la fatina in abito da sera che sbocciò dalla ragazzetta in jeans che era stata fino a cinque minuti prima e l'oooohhhh! spontaneo di mio padre quando mi vide uscire da camera mia. Era quella la notte delle fate, una notte magica e piena di lustrini ed io, diciottenne, andavo per la prima volta a una festa da ballo, vestita come una principessa e infischiandomene, io sessantottina contraddittoria anche allora, della contestazione che c'era in quel periodo e alla quale anch'io per altre cose avevo dato man forte. Ma com'è bella la vita in tutte le sue sfaccettature, con le sue molteplici contraddizioni,col suo fascino camaleontico che ti spingere ad essere una e centomila. Voglio immergermi anch'io nella strana atmosfera dei 'Carmina burana' e voglio anch'io seguire il ritmo di O fortuna e voglio anche ballare con la musica di Bernstein in 'West Side story' e con quella di 'Grease', ..........voglio ricordare sempre anche il mio ooooohhhhhhhhh! di autentica goduria, quando quella notte magica finì e io appena uscita dal teatro mi sfilai le mie deliziose scarpette d'argento, che avevano torturato sadicamente i miei piedini, e a piedi nudi, con le mie scarpette in mano, me ne tornai a casa accompagnata non dal principe azzurro, ma dai miei genitori, che, come usava allora, avevano portato la figlia a fare il debutto in società.
Di tutto ciò che fu allora non mi è rimasto niente, neanche la fibbia di una scarpetta, persa nella sala da ballo e che Franco Franchi mi riportò autografata dicendo che le mie scarpette erano deliziose come la sua proprietaria. Erano solo parole gentili, ma a me sembrò il complimento più bello che avessi mai ricevuto. L'orologio ha battuto la mezzanotte
e con questo ricordo me ne vado a letto, con la consapevolezza che 'sti bomboloni che stanno lievitando me li merito proprio via!!!!
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