giovedì 18 febbraio 2016

Era un omino....

Stasera ho fatto i bomboloni. Per tutta la casa ancora aleggia l'odore di fritto, di crema e di zucchero. Non li ho ancora mangiati, perché sono troppo caldi, ma belli, sono belli perbacco e con la famosa riga chiara nel mezzo, come deve essere un bombolone che si rispetti. Avevo provato a farli decine di volte, seguendo un sacco di ricette, prese dal vecchio ricettario di mia nonna, da quello della mia mamma e da internet, ma non erano mai venuti bene. Insomma erano stati proprio una delusione!
Poi stamani, mi è venuto in mente l'omino che al mare girava per la spiaggia con la sua cassetta di bomboloni appesa al collo. Era un'omino piccolo, che vestiva sempre o con una camicia a righe o con una a fiori, portata su un paio di bermuda che avevano visto tempi migliori. Ai piedi un paio di zoccoli e addosso un profumo che Chanel non riuscirà mai a fare. Profumo non di fritto generico, ma di bombolone fritto, misto a quello della salsedine marina. L'igiene? Ma chi se ne fregava dell'igiene. Noi ragazzetti e bambine ci preoccupavamo solo di non rimanere senza il buon dolce, che saziava magnificamente il robusto appetito che l'aria del mare aveva smosso nei nostri delicati stomaci infantili. E come erano quei bomboloni!! Così semplici, senza inutili aromi e con una crema che se l'ascoltavi bene, faceva ancora coccodè. Insomma una vera crema, di vere uova. E poi una bella spolverata di zucchero che si attaccava artisticamente ai residui di olio, che chissà quanti altri bomboloni aveva fritto...........e poi era solo semplice, perfetta goduria. Ora l'omino non c'è più, e nessuno l'ha sostituito, per via della asl, dei permessi, dell'igiene , della messa a norma, della supercazzola ecc...
E stamani dicevo, mi è venuto in mente l'omino e mi dicevo che per fare quelle meraviglie non si era neanche messo il cappello da cheff, e magari li aveva cotti in un trabiccolo di fornello in uno scantinato, ma niente toglieva un grammo di bontà al ricordo dei suoi bomboloni.
Allora mi sono detta che dovevo avere più fiducia in me stessa e nelle mie capacità, e smettere di pensare che in un mondo in cui tutti sono blasonati da cheff, o da manager, o da ceo, o da chissà quale altra superpippa, io, che di blasoni non ne avevo neanche uno, fossi da meno di loro, di nessuno di loro. E così mi sono messa a impastare i miei bomboloni, seguendo soltanto il mio istinto e la sensibilità delle mie mani e il risultato è stato ....stupefacente, sorprendente, entusiasmante.
In tutto ciò c'è una filosofia ed è quella di credere più in se stessi e nelle proprie capacità, di tirare fuori la propria personalità, non per imporla agli altri, ma per soddisfare se stessi, per essere contenti di se stessi, del proprio modo di essere, di pensare e anche di friggere i bomboloni.

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