Guardo la fotografia che ho appena scattato e mi fermo a bocca aperta davanti ai suoi colori.
No! Non sono una brava fotografa, neanche una fotografa passabile, ma sì diciamolo francamente, in questo campo sono una vera schiappa, ma questa fotografia mi piace, appaga i miei occhi e più che altro sollecita la mia fantasia. Infatti che rappresenta?
Il lampo di luce bianchissima arrivò fulmineo e del tutto inatteso. Ormai da mesi erano abituati al nero velluto che l'universo spandeva intorno a loro e quel flash per un attimo li lasciò interdetti....che poteva essere? Poi John premette il viso all'oblò della navicella e fu solo allora che si rese conto di assistere a qualcosa di magnifico, mai visto prima da nessun altro occhio umano.
"Ehi! Ted...vieni a vedere, guarda cosa sta succedendo!".
Anche Ted si avvicinò all'oblò e rimase a guardare ammutolito la scena che si presentava ai suoi occhi. "Ma, ma è fantastico!" furono le sue uniche parole e tornò a guardare lo spettacolo grandioso che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi. Sotto di loro, la Terra nella sua rotonda azzurrità, era l'unica cosa che li teneva ancora tangibilmente legati alla realtà, perché tutto il resto di quello che stavano vedendo non poteva essere vero, nessuno aveva mai visto una cosa del genere, e loro sapevano che non poteva esistere. Eppure era lì e si manifestava in tutta la sua forza terribile in un tripudio di luce e di colori abbacinanti.
"Credi anche tu quello che penso io?" domandò con un filo di voce Ted. "Già!" rispose laconico John. In quel momento non sapeva cosa dire, perché se ciò che vedevano era vero, tutta le regole della fisica e dell'astronomia, dovevano essere riscritte. "Un withe hole" le parole uscirono quasi a fatica dalla bocca di John "Questo non può essere nient'altro che un withe hole, sei d'accordo con me?" "Sì! Sì Sì!" rispose con entusiasmo Ted, con la consapevolezza che ciò che avevano visto non solo era una cosa meravigliosa, non solo era una scoperta eccezionale, ma era la chiave per aprire la porta dell'eternità.
L'universo stava restituendo ciò che aveva divorato attraverso i tanti black hole che da tempo ormai erano stati scoperti e studiati dalle menti più prestigiose del genere umano.
"E ora che facciamo? Se lo comunichiamo, a Huston, ci prendono per matti!...E magari lo siamo davvero, o magari abbiamo avuto delle allucinazioni....può capitare quassù.....tu che ne pensi Ted?"
"Io penso che è un bel problema, ma è un problema che non dimenticherò mai....Comunque sia, nostro dovere è comunicare tutto ciò che è affidato a questa missione."
"Già! La penso esattamente come te!" e John accese lo spinotto per mettersi in comunicazione con la base.Lo schermo si accese subito e la voce arrivò di lì a poco chiara e limpida "Qui Huston ...che succede Apollo ^?" ........."Qui Apollo^... Huston, abbiamo un problema!!.................".
Torno con i piedi in terra e mi metto a ridere. Certo che la fantasia quando parte, galoppa forte! Però, mi dico scuotendo il capo, per un attimo quel Withe hole l'ho visto anch'io, e come era bello!
Guardo con gratitudine le tendine che ho appiccicato alla mia finestra per non farmi vedere da sguardi indiscreti e ringrazio quella luce che si è accesa all'esterno e che mi ha permesso di fare questa foto e un viaggio incredibile nello spazio.
sabato 29 settembre 2018
domenica 23 settembre 2018
Reflex
Questa è un'immagine singolare di casa mia. Sembra invasa da piante cresciute nello scorrere del tempo e da fitte ragnatele, ma a ben guardare potrebbe anche sembrare la finestra della stessa stanza, che si affaccia su un giardino ricco di siepi, che rendono un po' di intimità al piccolo salottino del quale si intravede solo il tavolino. Sono due ambientazioni molto diverse tra loro ma altrettanto intriganti e ci si potrebbero costruire storie che parlano di mistero o di amore.
La stessa cosa è per la nostra vita, per l'immagine che diamo di noi stessi agli altri e anche a noi, a seconda se di noi viene guardata la parte esterna o quella interiore. E il più delle volte non sono veritiere né l'una né l'altra.
Proprio come questa immagine, venuta per caso fuori da uno scatto che ho fatto a una tela che ho dipinto qualche tempo fa. Un'illusione? Nossignori! Ciò che si vede è tutto reale, tangibilmente toccabile e in entrambi i casi riconducibile a casa mia. Ma è solo un riflesso! Magari un riflesso che nella maggior parte dei casi fa buttare via la fotografia, ma che ai tipi come me, invece parla alla fantasia. E se anche la vita che viviamo non fosse nient'altro che un riflesso di qualcosa di infinitamente diverso da quella che per noi è la nostra realtà? Non mi azzardo neanche a pensare a una risposta, non solo perché mi sono appena fatta la domanda ma più che altro perché non ho un'intelligenza tale da poter dare delle risposte. Ma la domanda, una volta posta, continua ad esistere e a correre sul venticello della curiosità. Magari un giorno qualcuno............
La stessa cosa è per la nostra vita, per l'immagine che diamo di noi stessi agli altri e anche a noi, a seconda se di noi viene guardata la parte esterna o quella interiore. E il più delle volte non sono veritiere né l'una né l'altra.
Proprio come questa immagine, venuta per caso fuori da uno scatto che ho fatto a una tela che ho dipinto qualche tempo fa. Un'illusione? Nossignori! Ciò che si vede è tutto reale, tangibilmente toccabile e in entrambi i casi riconducibile a casa mia. Ma è solo un riflesso! Magari un riflesso che nella maggior parte dei casi fa buttare via la fotografia, ma che ai tipi come me, invece parla alla fantasia. E se anche la vita che viviamo non fosse nient'altro che un riflesso di qualcosa di infinitamente diverso da quella che per noi è la nostra realtà? Non mi azzardo neanche a pensare a una risposta, non solo perché mi sono appena fatta la domanda ma più che altro perché non ho un'intelligenza tale da poter dare delle risposte. Ma la domanda, una volta posta, continua ad esistere e a correre sul venticello della curiosità. Magari un giorno qualcuno............
sabato 22 settembre 2018
La vita nello scaffale
Da un po' di giorni a questa parte, mi sono ritrovata spesso a guardare con occhi nuovi un semplice scaffale nella mia cucina, dove si allineano bricchi colorati, vasi di vetro, tazze particolari. E mi sono ritrovata a dirmi che mi piaceva proprio quella macchia di colore disordinato e pieno di sfumatura che vedevo davanti a me. E passavo oltre. Poi alla fine ho capito che dovevo fermarmi a rifletterci sopra, perché, ormai conoscendomi piuttosto bene, sapevo che quelle mute suppellettili, mi davano un messaggio, che logicamente era dentro di me, ma che ancora non avevo decrittato.
Non mi ci è voluto molto tempo per capire che cosa volessero dirmi, e questo non perché sia intelligente, ma perché la risposta era proprio a portata di mano, pronta per essere colta e accettata. Ciascuno di quei bricchi, di quei vasi potevo paragonarlo a un contenitore della mia vita e così, senza stare a pensarci due volte ho cominciato a sistemare le mie cose, e li ho riempiti delle mie gioie, dei miei dolori, degli sbagli che ho fatto, della speranza che non vuole mai abbandonarmi, delle attese, delle tante paure, delle cose che ho osato, degli affetti più cari e di quelli falsi e di tante altre piccole cose che fortunatamente trovano il posto nei contenitori più piccoli. Ho riempito anche una tazzina di Winny Pooh,
Alla fine è stato decisamente piacevole vedere la mia vita sistemata sullo scaffale della cucina e rendersi conto che è stata ed è tutt'ora una vita piena di colori di tante tonalità vivaci e tenui, che ne fanno qualcosa di unico e non ripetibile. E siccome, anche se non sono più giovane, la nmia vita è sempre proiettata al domani, spero di poter aggiungere anche qualche altro bricco, per poterlo riempire di nuovi sentimenti che ancora non ho sperimentato.
Non mi ci è voluto molto tempo per capire che cosa volessero dirmi, e questo non perché sia intelligente, ma perché la risposta era proprio a portata di mano, pronta per essere colta e accettata. Ciascuno di quei bricchi, di quei vasi potevo paragonarlo a un contenitore della mia vita e così, senza stare a pensarci due volte ho cominciato a sistemare le mie cose, e li ho riempiti delle mie gioie, dei miei dolori, degli sbagli che ho fatto, della speranza che non vuole mai abbandonarmi, delle attese, delle tante paure, delle cose che ho osato, degli affetti più cari e di quelli falsi e di tante altre piccole cose che fortunatamente trovano il posto nei contenitori più piccoli. Ho riempito anche una tazzina di Winny Pooh,
Alla fine è stato decisamente piacevole vedere la mia vita sistemata sullo scaffale della cucina e rendersi conto che è stata ed è tutt'ora una vita piena di colori di tante tonalità vivaci e tenui, che ne fanno qualcosa di unico e non ripetibile. E siccome, anche se non sono più giovane, la nmia vita è sempre proiettata al domani, spero di poter aggiungere anche qualche altro bricco, per poterlo riempire di nuovi sentimenti che ancora non ho sperimentato.
domenica 16 settembre 2018
Fiamma perenne
Il senso della vita è continuare a far ardere la fiamma che è dentro di noi, anche quando intorno c'è il deserto
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venerdì 14 settembre 2018
I Giudici
Quando dipingo uno qualsiasi di questi volti di donna, non seguo nessun modello e neanche nessuna idea. Non sono un artefice ben programmato e che sa quello che vuole, ma quello che so di per certo è che in ognuno di questi volti c'è qualcosa o che mi rappresenta, o che avrei voluto essere. Di questo me ne accorgo dopo, quando loro mi guardano dalle pareti dove li sistemo. Mi seguono con i loro occhi , mi giudicano, mi biasimano anche per averli fatti come loro forse non volevano essere e io sento che dietro quel colore che magari ho dato anche in maniera distratta, dietro quegli sguardi che molte volte mi catturano, si nascondono i miei pensieri.
Magari sono un po' strana, ma qual'è quel pittore che non lo è?
Magari sono un po' strana, ma qual'è quel pittore che non lo è?
giovedì 13 settembre 2018
Area 49
Dire che mi sento strana è riduttivo. Direi che mi sento quasi un'aliena, per quanto è cambiato il mio modo di vedere, di sentire,di affrontare la vita. E tutto in poco tempo, perchè anche se è passato un anno da quando la mia vita è drasticamente cambiata, almeno per sei o sette mesi sono stata in un limbo, dal quale uscivo solo qualche volta per farmi avvolgere dalle nuvole nere del mio cielo pieno di risentimento. Invece da un pò di tempo sento che in me si è verificata l'ennesima metamorfosi e mi ritrovo, sconociuta a me stessa, ma con un grande rispetto per questa nuova piccola donna , per la sua forza d'animo, per il desiderio che ha ancora di essere di aiuto agli altri, per essere riuscita a non odiare, per il desiderio che ha ancora di sognare.
Ha gli occhi ben spalancati ora, questa piccola donna, e non fa sconti a nessuno, tanto meno a se stessa. Sa di essere sola, sa, ha visto, che prima o poi tutti se ne sono andati, hanno fatto scelte nelle quali lei non aveva più posto. E' stato amaro accorgersi di questo, ma non ne ha fatto un dramma. E' la vita che va così e chi si illude che possa essere diversa, pecca di presunzione.
Questa piccola donna, cioè io, ora ha aperto gli occhi sulla realtà e stranamente, si è ritrovata a sorridere, perché si è accorta che non gliene frega proprio un fico secco di essere sola, quando ha ancora la sua famiglia, con tutto il suo vissuto. Vita nuova, vita difficile, vita di rinuncie e di sacrifici e laggiù...un piccolo spiraglio di luce che si è aperto inaspettato, improvviso, verso il quale si dirige con tutta la sua energia, tutta la sua volontà e la sua capacità di sognare ancora giorni migliori.
E' strano che alla mia età, possa nascere una donna nuova, che guarda la vita con occhi curiosi, tanto da scorgere nei suoi eventi,significati e valori completamente diversi da quelli che vedeva fino a un anno fa. Le catarsi dell'anima sono cicliche, o almeno per me lo sono sempre state, ma non avrei mai pensato di poterne vivere una così, in un'età in cui si pensa che tutti i giochi siano stati fatti. Ed è questo che mi ha stupito e oltremodo affascinato...io sto nuovamente giocando e gioco in una dimensione completamente nuova, nella quale se qualcuno vorrà entrare, dovrà prima chiedermi il permesso. L'area 51, così strettamente sorvegliata è una bubbola in confronto a quella in cui sono entrata io!
Ha gli occhi ben spalancati ora, questa piccola donna, e non fa sconti a nessuno, tanto meno a se stessa. Sa di essere sola, sa, ha visto, che prima o poi tutti se ne sono andati, hanno fatto scelte nelle quali lei non aveva più posto. E' stato amaro accorgersi di questo, ma non ne ha fatto un dramma. E' la vita che va così e chi si illude che possa essere diversa, pecca di presunzione.
Questa piccola donna, cioè io, ora ha aperto gli occhi sulla realtà e stranamente, si è ritrovata a sorridere, perché si è accorta che non gliene frega proprio un fico secco di essere sola, quando ha ancora la sua famiglia, con tutto il suo vissuto. Vita nuova, vita difficile, vita di rinuncie e di sacrifici e laggiù...un piccolo spiraglio di luce che si è aperto inaspettato, improvviso, verso il quale si dirige con tutta la sua energia, tutta la sua volontà e la sua capacità di sognare ancora giorni migliori.
8 Dicembre: trent'anni della nostra vita
Ed eccoci qua! Avere trent'anni e non sentirli è bellissimo, specialmente per me, che di anni ne ho più del doppio! Trent'anni di avventura, nata quasi per caso, che caso non è mai stato, anzi......era necessità! Quella necessità di infilare nuovamente gli scarponi e andare sulle strade della vita insieme a tanti altri, di continuare a essere giovani anche quando il mondo con il suo ritmo incalzante veniva a riempire la testa di pensieri, di numeri, di gatte da pelare, di problemi non risolti. Una boccata di ossigeno, di aria pura, di puzzo di calzini, di pianti nella notte, di mani consolatrici, di risvegli rumorosi. Voglia di essere insieme, in qualsiasi posto, anche a tremare dal freddo. Voglia di ridere, di esserci, di appassionarsi a qualcosa che poteva essere anche semplicemente un fuoco, o la prima tenda comprata e aperta in una stanza, insomma era qualcosa che non è mai venuto meno, che non è mai finito, che si è sempre rinnovato in qualche cosa, in qualche nuova impresa, via via che le stagioni passavano, e le persone si avvicendavano in questa lunga marcia che ci ha visto partire in una notte di trent'anni fa, per andare a un appuntamento che da allora non è mai stato disatteso. Erano braccia aperte per accogliere 'chiunque arriverà', come dice il testo di una canzone che ha per autore una persona che tutti conosciamo e queste braccia aperte hanno accolto sempre tutti, proprio tutti, non escludendo mai nessuno dal cerchio che la vita ci ha chiamato a fare e che, a distanza di tanti anni, ci ha sempre tenuto uniti anche al di là di noi stessi, forse per quella promessa che un giorno ciascuno di noi ha fatto e che ha cercato di portare avanti nel tempo facendo del proprio meglio. Trent'anni che fino ad oggi hanno parlato sempre di libertà, perché lo scout è libero, e impara a guidare da sè la sua canoa fin da quando è lupetto, perché così gli viene insegnato. Non occorre proprio che spieghi che cosa vuol dire guidare da sé la propria canoa, tutti lo sappiamo, la cosa importante è che ci sia sempre il desiderio e la forza di farlo per mantenere questa libertà, così rara in ogni tempo, e non diventare mai il gregario di nessuno. Questo è l'augurio che faccio alla mia Comunità Capi per i prossimi trent'anni.
E' ancora notte stamani, proprio come trent'anni fa ed è bello pensare, mentre mi preparo per fare a piedi la strada che mi porterà al solito appuntamento, di essere parte di questa realtà che per me è stata, è, sarà sempre nel mio cuore.
E' ancora notte stamani, proprio come trent'anni fa ed è bello pensare, mentre mi preparo per fare a piedi la strada che mi porterà al solito appuntamento, di essere parte di questa realtà che per me è stata, è, sarà sempre nel mio cuore.
lunedì 10 settembre 2018
E ora che succede?
Questo breve periodo della mia vita si potrebbe chiamare "E ora che succede?"
Mi ci sono ritrovata catapultata così improvvisamente, che non ho avuto neanche modo di accorgermene.
Già! Si crede di aver messo dei paletti lungo la nostra strada e pensiamo che questa scorrerà sempre così e invece macché! Improvvisamente arriva un tornado e spazza via ogni certezza e ti ritrovi col culo a terra a chiederti:"E ora che succede?"
Sinceramente la prima cosa che fai ti guardi intorno per vedere se qualcuno si è accorto del ruzzolone che hai fatto e che in un attimo ha mandato al vento tutte le belle parole che parlano di sicurezza, di stabilità. di coesione, di unione che fa la forza. Vedi già intorno a te tante persone che ti guardano ironiche e sorridono per dirti "Tu che parlavi tanto........" e non ti rimane altro da fare che alzare il dito medio, senza proferire parola, anche perché ancora non hai niente da dire e pazienza se queste cose una signora non le fa. Poi, visto che sei lì che non fai niente, salvo cercare di darti un contegno, cominci a guardarti intorno e così scopri cose che non avevi mai viste. Ci sono sempre state, ma non ci avevi mai fatto caso, presa come eri ad andare dietro al tuo ideale. Lì per lì le guardi superficialmente e non ti accorgi neanche che una di quelle piccole cose sei tu......sì sì, hai capito bene, sei proprio tu miniaturizzata, rimpicciolita fin quasi a farti diventare un numero negativo. Hai presente che cos'è un numero negativo? Noo? Ti rinfresco la memoria. Un numero negativo è quello che ha il trattino del meno davanti a sé. Che fai? Apri la bocca per insultare chi ti ha ridotto così? Risparmia il fiato, perché insulteresti solo te stessa. Perché la colpa è solamente tua.......non ti sei voluta mica tanto bene vero? Non ti sei cercata o se l'hai fatto non ti sei trovata, sei andata dietro a certezze effimere, a paroloni preconfezionati da millenni che ora ti rendi conto non erano altro che un marketing cominciato molto prima di tutti gli altri e per fare questo hai rinunciato a tante cose che avresti voluto fare e non hai mai osato, mentre intanto la vita correva, correva....e intanto mentre guardi cosa c'è di nuovo intorno a te, ti tornano in mente poche parole che scrivesti un pò di tempo fa:" La vita mi ha insegnato a ritrovare il tempo per fermarmi a guardare una foglia che nasce!". No no! Non sei un profeta. Tutt'al più puoi essere una Cassandra che ha visto che doveva arrivare questo tempo, prima che giungesse. Dentro di te sapevi che quelle parole erano vere, ma ancora non erano le tue, non ti si spalmavano addosso. E poi ti sei rialzata un pò ammaccata e non hai trovato di meglio da fare che sederti davanti al tuo computer, aspettando una risposta alla tua domanda: "E ora che succede?" Come se lui potesse dartela. E invece meraviglia delle meraviglie lui te l'ha data , te l'ha data a modo suo, attraverso una fotografia inaspettata. E' criptica quella foto, ma tu sai che ti vuole dire qualcosa nella sua scarna e austera semplicità. Sta a te sapere cosa, ma senti che è lì per te e accetti la sfida di decrittare quell'immagine al di là del simbolo che rappresenta e che capisci che è solo un mezzo per farti arrivare a capire cosa succederà.
Mi ci sono ritrovata catapultata così improvvisamente, che non ho avuto neanche modo di accorgermene.
Già! Si crede di aver messo dei paletti lungo la nostra strada e pensiamo che questa scorrerà sempre così e invece macché! Improvvisamente arriva un tornado e spazza via ogni certezza e ti ritrovi col culo a terra a chiederti:"E ora che succede?"
Sinceramente la prima cosa che fai ti guardi intorno per vedere se qualcuno si è accorto del ruzzolone che hai fatto e che in un attimo ha mandato al vento tutte le belle parole che parlano di sicurezza, di stabilità. di coesione, di unione che fa la forza. Vedi già intorno a te tante persone che ti guardano ironiche e sorridono per dirti "Tu che parlavi tanto........" e non ti rimane altro da fare che alzare il dito medio, senza proferire parola, anche perché ancora non hai niente da dire e pazienza se queste cose una signora non le fa. Poi, visto che sei lì che non fai niente, salvo cercare di darti un contegno, cominci a guardarti intorno e così scopri cose che non avevi mai viste. Ci sono sempre state, ma non ci avevi mai fatto caso, presa come eri ad andare dietro al tuo ideale. Lì per lì le guardi superficialmente e non ti accorgi neanche che una di quelle piccole cose sei tu......sì sì, hai capito bene, sei proprio tu miniaturizzata, rimpicciolita fin quasi a farti diventare un numero negativo. Hai presente che cos'è un numero negativo? Noo? Ti rinfresco la memoria. Un numero negativo è quello che ha il trattino del meno davanti a sé. Che fai? Apri la bocca per insultare chi ti ha ridotto così? Risparmia il fiato, perché insulteresti solo te stessa. Perché la colpa è solamente tua.......non ti sei voluta mica tanto bene vero? Non ti sei cercata o se l'hai fatto non ti sei trovata, sei andata dietro a certezze effimere, a paroloni preconfezionati da millenni che ora ti rendi conto non erano altro che un marketing cominciato molto prima di tutti gli altri e per fare questo hai rinunciato a tante cose che avresti voluto fare e non hai mai osato, mentre intanto la vita correva, correva....e intanto mentre guardi cosa c'è di nuovo intorno a te, ti tornano in mente poche parole che scrivesti un pò di tempo fa:" La vita mi ha insegnato a ritrovare il tempo per fermarmi a guardare una foglia che nasce!". No no! Non sei un profeta. Tutt'al più puoi essere una Cassandra che ha visto che doveva arrivare questo tempo, prima che giungesse. Dentro di te sapevi che quelle parole erano vere, ma ancora non erano le tue, non ti si spalmavano addosso. E poi ti sei rialzata un pò ammaccata e non hai trovato di meglio da fare che sederti davanti al tuo computer, aspettando una risposta alla tua domanda: "E ora che succede?" Come se lui potesse dartela. E invece meraviglia delle meraviglie lui te l'ha data , te l'ha data a modo suo, attraverso una fotografia inaspettata. E' criptica quella foto, ma tu sai che ti vuole dire qualcosa nella sua scarna e austera semplicità. Sta a te sapere cosa, ma senti che è lì per te e accetti la sfida di decrittare quell'immagine al di là del simbolo che rappresenta e che capisci che è solo un mezzo per farti arrivare a capire cosa succederà.
martedì 4 settembre 2018
Il tempo della farfalla
Decisamente io sono un Sognatore. Veramente dovrei dire Sognatrice, ma, chissà perché, questa parola mi piace più al maschile. Ho sempre saputo di essere un Sognatore e fin da bambina me lo diceva anche il mio babbo, però ho sempre sorvolato sul suo vero significato. Poi, qualcuno mi ha messo davanti alla mia realtà e la curiosità di sapere che cos'è veramente un Sognatore mi ha spinto a fare come la farfalla che si posa un pò da una parte e un pò da un altra, ed è così che sono inciampata quasi senza volerlo su quello che è scritto più in basso, testo di Toto Cotugno compreso.
E così, più che altro, leggendo la prima parte, ho trovato me stessa e sento che non potrei aggiungere neanche una parola a quello che è già stato detto. Perbacco io sono proprio così!
Le parole della canzone di Cotugno sono veramente mie solo nell'ultima parte:
Tra mille anni ci sara' chi parlera' dei sognatori
Come animali del passato che mangiavano emozioni
Tra mille anni o tra due ore ma lasciatemelo dire
Io resto un sognatore
Eh sì! Gli altri facciano pure quello che vogliono, costruiscano anche ponti di cartapesta, foreste di cemento, dipingano cieli tossici e fiumi velenosi, pur di restare con i piedi in terra. Io continuo a sognare
ARMONIA
Questa parola racchiude tutto il bello del creato dentro di sé, dal sentimento, al rispetto, dall'affetto all'amore, dall'unione alla libertà.
Il Sognatore
Il Sognatore è quella persona che sogna. Semplicissima (e semplicistica) definizione del termine. Mi ritengo un sognatore, un grandissimo sognatore...credo di esserlo
sempre stato.
Il Sognatore non pensa al concreto come primo obiettivo, il
sognatore pensa al "possibile", pensa allo "sperato", pensa al "lieto
fine", sempre, in un modo o nell'altro. Chiamatela ancora di
salvezza, via di fuga, chiamatela un po' come volete, ma il sogno è
la più grande arma del Sognatore. Non se ne separa mai, nè nei momenti
più belli, quando il futuro diventa qualcosa di
abbagliante, nè nei momenti più bui e brutti, quando il Sognatore ci
si affida per riuscire a resistere, a tenere duro.
Le speranze, i sogni. Sono le cose che fanno in realtà più male al
Sognatore, che lo rendono più vulnerabile, che lo rendono una persona
facile da ferire, facile da buttare giù. E le persone
facilmente se ne approfittano, non capiscono molto spesso cosa vuole
dire rompere le ali al Sognatore. Non capiscono quanto fa male, quanto
profonde possano essere le cicatrici lasciate, quanto
duro può essere il ricordo di tale sofferenza.
Poi ci sono delle persone fortunate, delle persone che vanno
incontro al Sognatore, che lo comprendono fino in fondo. Non sono
moltissime in verità, ma ci sono. O almeno io spero (sogno) che ce
ne siano...DEVONO esserci. Ecco, avete appena visto un Sognatore
all'opera.
Sono un Sognatore, uno che spera ogni giorno che passa che arrivi
prima o poi il bello, arrivi un momento in cui si possa fermare a
sorridere senza motivo, di nuovo. Un momento in cui si possa
tornare a camminare a un metro da terra. Un momento in cui
abbracciare qualcuno significherà farlo sentire a casa, anche se il
sottoscritto Sognatore si troverà sulla più impervia delle montagne.
Ecco, io come Sognatore ho bisogno di amare. Amo tantissime cose,
questo è ovvio, ma io parlo di quell'Amore vero (che il Sognatore
ovviamente crede esistente), quello assaporato, quello che ti
fa precipitare a fondo quando ti manca, quello che riduce tutti gli
altri problemi a niente quando c'è. E non dico queste parole con
tristezza, ma con speranza per il futuro. Il Sognatore che
sono sempre stato (e che credo di essere ancora) mi "obbliga" a
farlo. Sognando, come sempre...
Il dolore c'è ancora, non lo nego. Ci penso ogni giorno, è come un
rumore di fondo costante...ma adesso comincia a diventare più lontano,
più impercettibile. Il Sognatore alla fine in qualche
modo riesce a vincere, è sempre successo così.
Fortunata colei che incontrerà un Sognatore e che lo capirà fino in fondo.
Io aspetto.
Io spero.
Io sogno.
Se potete, nella vita, non fate del male ai Sognatori. E' come
toccare delicatamente le ali di una farfalla...basta pochissimo e la
loro trama è rovinata, e la fugace farfalla non volerà
più!
Dal Blog "Tigre Bianca"
Testo de Il sognatore di Toto Cotugno
Son diventato un sognatore per sentirmi meno solo
E per non sapere piu quanti anni ho
Son diventato un sognatore vendo sogni per mestiere
Canto pure le canzoni che non so
Mi basta avere gli occhi chiusi per fotografare il mondo
E per guardare in negativo quanto il mare sia profondo
E questa ruga che ho sul viso e' il tatuaggio di un amore
Io sono un sognatore
Mi sono perso fra le stelle quanti amori a buon mercato
Ho toccato il fondo della liberta
Qualquno dice che son folle e che sono fortunato
Perche' chi sogna delusioni non ne ha
Forse sei stata tu la prima sola ipotesi di vita
Forse continuo a dire forse per non dire che e' finita
e le tue regole del gioco le rispetto a malincuore
Io sono un sognatore
E vado via ti lascio sulle labbra una poesia
Quel che sara per questa vita che importanza ha
Son diventato un sognatore e chi ha letto le mie carte
Ha scoperto che un destino non ce l'ho
E come fanno i sognatori riesco a mettermi da parte
Mentre il mondo mi continua a dire no
Tra mille anni ci sara' chi parlera' dei sognatori
Come animali del passato che mangiavano emozioni
Tra mille anni o tra due ore ma lasciatemi lo dire
Io resto un sognatore
E vado via ti lascio sulle labbra una poesia
Quel che sara' per questa vita che importanza ha
E vado via la dove il cielo scende in fondo al mare
Che vuoi che sia se al mondo resto solo un sognatore
Vola leggera nel cielo che è dentro di sé.
Quanto tempo non sa! Lì il tempo ha un altro nome.
E' il tempo della farfalla.
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