giovedì 23 luglio 2015

Il generale Lee

Eppure se guardava indietro nella sua vita, si ricordava come era allora, tanto tempo fa. Una personcina solare, fiduciosa, che non aveva neanche bisogno di essere ottimista, perché per lei il mondo era bello, la gente amica, e l'invidia e la gelosia non esistevano. E in quei giorni così beati non riusciva neanche a capire le parole che suo padre le diceva di tanto in tanto: ricordati che è sempre meglio cercare ciò che unisce le persone invece di ciò che le allontana. Gliele diceva sin da bambina, quando tornava a casa dopo aver fatto a cazzotti con gli amici e averne buscate di santa ragione  e dentro di sé meditava piangendo risentita per la sua debolezza di femmina, una feroce vendetta..... del resto che poteva fare una sola bambina in mezzo a cinque maschi, se non adeguarsi agli augh degli indiani, ai bang dei fucili dei nordisti che avevano la meglio sulle truppe del generale Lee, il suo eroe, in onore del quale sfoggiava il suo primo paio di jeans che portavano sulla patta del didietro il suo nome, ai calci al pallone e anche negli stinchi?........sempre in ogni momento della sua crescita e in ogni sua crisi suo padre le aveva ricordato che è meglio trovare in chi ci sta vicino e intorno qualcosa che unisce, piuttosto che aggrapparsi alle cose che dividono e allontanano.

Poi era diventata grande e la vita si era prepotentemente impossessata di lei elargendo a piene mani i suoi tesori e a lei era sembrato che le parole di suo padre.... forse era giunto il momento di metterle a riposo in un angolo del suo cuore, perché tanto non ne avrebbe avuto bisogno.

E invece! Invece venne il giorno che dovette cominciare a ricordarle e si sforzò di fare ciò che le era stato insegnato, e il giorno dopo anche, e quello successivo pure e poi, poi, poi......finché divenne quasi un'abitudine cercare di trovare ciò che avvicina invece di quello che allontana e alla fine cominciò anche a divertirsi. E capì di essere diventata inequivocabilmente adulta. 
Sì! 
Perché nel mondo degli adulti era sempre più difficile trovare qualcosa che avvicinasse le persone, mentre invece sarebbe stato semplicissimo il contrario, ma allora non ci sarebbe stato alcun divertimento. 
Qualche volta, si accorse, bisognava quasi inventarsi il motivo per restare uniti...non importava con chi...poteva essere un parente, un amico, il datore di lavoro e perché no! Persino Dio. Era un gioco impegnativo, il grande gioco della vita, che qualche volta cessava di essere gioco per diventare vero e proprio lavoro. Lavoro su se stessa e sugli altri. E dagli oggi e dagli domani, le parole di suo padre divennero proprio sue e non si pentì mai, almeno fino ad oggi, di averle seguite con fiducia anche se non è mai riuscita a capirle bene fino in fondo alla loro essenza. Anzi,in qualche momento si è sentita anche un'idiota, perché sarebbe stato molto più semplice e molto più soddisfacente qualche volta mandare al diavolo qualcuno, ma alla resa dei conti è contenta così e ha capito che quelle che fino ad ora erano solo parole, sono invece diventate una filosofia, nel momento stesso in cui si è ritrovata a dirle per la prima volta a una persona a lei molto cara. Che tipo di filosofia sia, non lo sa spiegare,ma con lei continua a funzionare. E il generale Lee che c'entra? C'entra, c'entra, prché lei è sempre stata dalla parte dei perdenti, di quelli però che perdono con coraggio e con onore.

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