lunedì 11 maggio 2015

Dalla Rupe di Vignoni


Non è roba di ora. L'ho scritta nel 1998  e allora ho creduto ad ogni parola che ho detto. Oggi riscriverei le stesse cose? Rispondo senza esitazione e dico che sì, dentro di me sento sempre gli stessi sentimenti e le stesse emozioni di allora, perché sono in'idealista, una che non rinuncia alle illusioni neanche su se stessa,  ma con l'onestà che nasce dall'esperienza devo dire che sono belle parole e bei sentimenti, che nella praticità della vita hanno perso molto del loro smalto.


Qualche volta mi capita anche di pensare!
 Mi è successo proprio sabato scorso quando siamo partiti per un'ucita di Co.Ca (Comunità Capi).
Pensavo che fosse un'uscita come tutte le altre, finché non mi sono ritrovata a sedere  insieme agli altri in un prato verde sotto un albero che cominciava timidamente a rinascere anuova vita, ma per quello che mi riguarda mi sono dovuta ricredere subito, quando il nostro Capogruppo ha distribuito dei foglietti sui quali ho cominciato a leggere: "Mi sono svegliato questa mattina e mi sono ricordato un sogno. Ero sulla cima di una rupe e guardavo davanti a me, lontano, e quello che vedevo era il mio passato, i miei anni trascorsi insieme a tutti gli altri scout, agli altri ragazzi. Ho rivisto le uscite, le serate in Sede, le tradizioni, i momenti solenni. Ho visto sovrapposti il bene e il male, ciò che funziona e ciò che non funziona, ciò che mi è servito e ciò che mi è mancato....."

La cosa mi ha colpito tanto,perché molte volte mi sono  immaginata di essere su una rupe e guardare la mai vita.
Ciò che mi è servito in questi anni? La vicinanza di tante persone che come me, amano il confronto, sentono il desiderio di condividere esperienze e da queste trarre nuovi insegnamenti, la solidarietà di una mano tesa nel momento di bisogno, la gioia di poter dare qualcosa di me stessa agli altri, e poi tante e tante altre cose che  non si possono riassumere in due righe.
Ciò che mi è mancato? La coerenza di vivere pienamente ciò in cui credo con tutto il cuore, la capacità di diventare semplice come un bambino, il coraggio di testimoniare sempre e nonostante tutto la mia fede nelle parole e nella vita di Gesù.
Su quella rupe vedo la mia vita e se guardo lontano posso intravedere i fiori e i colori del perduto Eden, oppure un profondo rosso senza fine.
Sta a me scegliere perché solo io sono l'artefice della mia vita. L'alternativa è la mediocrità che tuttavia è sempre un baratro.
Cercherò di seguire la strada stretta e faticosa che porta a quel guiardino, confidando sempre nell'aiuto che viene dall'alto e da coloro che come me sono in cammino.


Di una cosa però sono sicura oggi come allora. Odio la mediocrità.

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