Quanti giorni ci sono in una vita! Giorni pieni di gioia, giorni colmi di dolore, giorni densi di progetti, giorni di lavoro, giorni di divertimento, giorni di attesa........e chissà quanti altri ne potrei dire! Ma oggi, che è un giorno come tutti gli altri, senza storia, almeno per me, mi sono detta che questo fa parte di quelli che io ho sempre chiamato "I giorni del niente".
Non è facile definire i giorni del niente. E' come se tutto si fermasse e rimanesse immobile, con tutte le idee e i progetti che c'erano fino al giorno prima, appesi con un filo al cielo, e i fatti quotidiani della vita, si snodassero con lo stesso sistema che avevano certi giocattoli di latta, che venivano caricati con una chiavetta e mentre questa girava, il giocattolo faceva ciò che doveva fare con la stessa assente ripetitività, fino a che durava la carica. Poi rimaneva immobile, magari con un braccio proteso e il volto alzato, se era un ometto, con un'espressione di stupita domanda, che sarebbe rimasta senza risposta.
E così in questo giorno del niente ho pensato che avrei finito di leggere un libro, le cui novecento e oltre pagine mi hanno impegnato notevolmente, ma mi hanno permesso anche oggi di entrare in un'altra epoca con i personaggi che ormai conosco talmente bene, che quasi quasi potrei invitarli a cena. E così mi è sembrato giusto fare un disegnino, in cui la mia espressione rivela chiaramente, almeno credo, che i giorni del niente non sono i miei preferiti e che sono arrivata in fondo al libro dove non c'è scritto la parola fine, per cui prevedo che avrà un seguito di almeno altre novecento pagine, un pò stanca di tutti gli intrighi di corte, e dei vari sgozzamenti dovuti e giustificati dal potere per il potere.
E non mi è rimato altro da fare, visto la giornata del niente che scrivere al margine del mio disegno: "L'unico riparo che mi salvaguarda dai giorni del niente sono un paio di occhiali, che mi permettono di leggere e andare in altri luoghi con la fantasia".
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