Ho terminato di leggere ORIGIN, il libro pensato e scritto da Dan Brown. Ho terminato e già mi manca. E anche se ne ho altri due da cominciare, ed entrambi di autori famosi e molto bravi, addirittura uno di un Nobel per la letteratura, so che devo aspettare a cominciarne la lettura, perché ancora io sono a testa in su dentro la Sagrada Familia, a bearmi delle meraviglie di quella basilica uscita dalla mente di Gaudì. Mi ha sempre affascinato quest'opera del grande architetto,senza neanche sapermene spiegare la ragione, ma solo per il fatto che risponde alla mia voglia di mistero, di natura, di oltre il compensibile, di al di là degli schemi e il ritrovarmela nel romanzo di Dan Brown, me l'ha fatta gustare anche di più e mi ha indotto ad andare ad informarmi maggiormente. Quale la mia sorpresa nell'accorgermi che anche lì c'è un quadrato magico e tanti simbolismi, dei quali ancora devo andare a cercare il significato preciso. Sono venuta anche a conoscenza, con meraviglia,devo dire, che c'è anche una chiesa palmariana, di cui ignoravo l'esistenza, che è una chiesa cattolica scismatica che ha addirittura un papa tutto suo. E che dire del teorema di Turing, sul quale mi scervello, quando vado a legger i miei libri scientifici, nei quali ci capirò poco, ma che sicuramente mi affascinano tanto? Per non parlare del Guggenheim di Bilbao, che per come si presenta non poteva ospitare nint'altro che un museo di arte moderena. A me l'arte piace in tutte le sue manifestazioni, anche se devo ammettere che per capirla ho bisogno dei miei tempi. Ma una volta che il suo messaggio mi è arrivato l'ammiro in maniera incondizionata e provo lo stesso stupore che mi hanno fatto provare gli occhi del Salvator Mundi di Leonardo da Vinci. E l'informatica, genitrice dell'intelligenza artificiale, che sarà sempre più nostra compagna di strada, mi ha preso a tal punto, che mi è venuta voglia di leggere cose più approfondite su questo argomento.
Insomma è stato come se Dan Brown, mi avesse preso per mano e, dando voce al mio pensiero, mi avesse condotto a fare un viaggio tra passato e futuro, dove la mente si apre a cose che oggi sembrano impossibili e che invece faranno parte del domani dei nostri figli, fino ad arrivare a una parola magica: Entropia. Una meraviglia!
Sembrerà strano, che mentre correvo con i protagonisti, da Bilbao a Barcellona, andando a cercare la password per entrare nel computer che avrebbe rivelato l'origine della vita, una musica si materializzasse dentro di me, dapprima quasi in sordina e poi sempre più dirompente, e stavolta non era il Bolero di Ravel, ma 'O fortuna' dei Carmina Burana di Carl Orff, ma è proprio così. Non so perché, ma so che prima o poi lo scoprirò.
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