martedì 10 ottobre 2017

A proposito di Colombo

Nel 1864, durante la guerra di secessione americana, avvenne una delle battaglie indiane maggiormente degne di infamia, denominata non a caso il  Massacro di Sand Creek, e chi ha voglia di andarselo a leggere si accomodi pure. Né del resto fu l'unica perché altre scaramucce simili, c'erano state prima e continuarono dopo. In quell'anno, comunque il buon Cristoforo Colombo era già terra da pipe da ben trecentocinquantotto anni, ma se andiamo a scavare bene bene, e risaliamo il corso degli anni e dei fatti, sicuramente un motivo per dire che la colpa di quel massacro è imputabile a lui verrà trovato, e magari, non potendosi appigliare a nient'altro, il motivo si troverà nel fatto che  in un giorno lontano, ebbe l'ardire di andare a scoprire un continente, magari con lo stesso spirito che ha animato gli astronauti americani e l'enturage che gli stava dietro, quando sono andati a calpestare per la prima volta il suolo lunare.
Questo per fare il cappello a proposito della guerra delle statue, tra le quali c'è anche quella di Colombo, diventato improvvisamente eroe negativo, addirittura accusato di genocidio. Per quello che mi riguarda, continuo ad ammirare il navigatore che ha scoperto le Americhe, che guarda caso devono il loro nome a un altro grande navigatore per l'appunto italiano anche lui. Sarà una coincidenza? Del resto ciascuno la pensa come crede, e io, che credo fermamente e orgogliosamente nella mia italianità, continuo ad ammirare non solo lui, ma le tante, tantissime figure di 'grandi nostrani, che ci giungono dal passato, che sono nel presente, checchè se ne dica, ma non voglio certo mettermi a fare un elenco,  e che saranno nel futuro, non solo dell'Italia, ma del Mondo, e che hanno portato tanto della nostra intelligenza, della nostra intraprendenza, e del nostro adattarsi a tutte le circostanze, a beneficio di tutti.
E chi non ha capito che è inutile buttare giù le statue, non ci ha capito proprio una cippalippa,  perché la storia non si cancella e se anche non ci saranno i simulacri a ricordare chi ha fatto la storia e reso noi ciò che siamo oggi, ci sarà comunque una memoria ancestrale, che anzi, ingigantirà ancora di più queste figure, che oggi si vogliono obliterare, perché noi e solo noi uomini, siamo i depositari della storia, biblioteca universale e incancellabile.
Io credo che nel cammino dell'uomo ci siano sempre stati rimpasti etnici e culturali, sin da quando esiste l'umanità. L'uomo è un viandante della strada e del mare e ora anche del cielo e nel suo cammino distrugge e costruisce, rinnovandosi continuamente. Basta guardare la nostra storia attuale, anche degli ultimi giorni, per capire che niente è immutabile e che il più forte sottomette il più debole, non solo con il genocidio, ma anche con le imposizioni di nuovi usi ed abusi.
Il nostro adattarsi a tutte le circostanze, che in certi casi può sembrare anche un cammino strisciante, però ha fatto sì, che noi italiani, popolo che ha conosciuto la sua unità solo nella storia recente, potessimo continuare a mantenere la nostra  identità, a dispetto dei tanti, che si sono spartiti le nostre terre e le nostre menti,  in ogni parte del mondo in cui siamo andati, per cui non sarà certo una statua divelta a toglierci il sonno.

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