A me piace vedere la vita a colori. E più i colori sono decisi e contrastanti, più mi piace.
Quando dipingo, il colore diventa parte di me, delle mie mani, dei miei vestiti, persino del mio viso. Neanche l'assennatezza dell'età è riuscita a modificare questo amplesso corporale con il colore e anche se adoro le sfumature nelle tele che dipingo, per quello che riguarda la vita, il colore lo amo puro, energico, e lo associo ai miei stati d'animo che sono altrettanto decisi. Poi la vita mi ha insegnato a edulcorarli, a trovare compromessi, persino a obliterarli, se è necessario, ma dentro di me restano intensi. Mi spiego. Penso che a tutti sia capitato di non sopportare qualcuno, ma proprio di non sopportarlo. Ecco! Io, negli anni ho imparato a non manifestare questa mia insofferenza, risuscendo a diventare criptica laddove prima ero trasparente, ma dentro di me, il sentimento è rimasto immutato e, siccome sto parlando di colori, gli do la connotazione del verde oliva, un colore che non sopporto. Quando invece faccio qualcosa che mi piace davvero, ma proprio davvero, allora dentro di me mi coloro di giallo, di quel bel giallo che scalda la vita: e se guardo al futuro non è un verde comune quello che mi inonda, ma solo quello del grano a primavera che si agita nei campi, mosso dal vento. Il rosso caratterizza i miei sentimenti più forti, e non solo quelli belli e positivi ma anche quelli che nascono dall'abisso della nostra anima. Ma che bei rossi che sono! Così vivi, così pregnanti, a volte così tragici. L'azzurro è la mia quiete, il mio nirvana, la mia rigenerazione. Un colore raro in me, che da sempre sono Cime Tempestose.
E poi ci sono il bianco e il nero. Due colori che usati insieme non ho mai amato. Non so perché. Forse uno psicologo saprebbe spiegarmelo. Forse perché se usati insieme danno forma al grigio? E il grigio è un colore che detesto con tutta me stessa, forse perché so cosa vuol dire vedere la vita in grigio. Eppure amo la pioggia e le nuvole, amo persino la nebbia! Ma che cosa è mai la nostra mente, la nostra essenza!
Eppure mi sono ritrovata a dipingere un paesaggio in bianco e nero e, una volta fatto, mi sono ritrovata a guardarlo e a chiedermi che cosa mi avesse mai spinto a dipingere in maniera così diversa da come sono io. Aspetto ancora di risolvere l'enigma. E comunque ci voleva poco a passarci sopra la spatola e cancellare tutto, ma non l'ho fatto. Mi sono limitata a toglierlo dal mezzo e ogni volta che riaffiorava alla mia vista, a nasconderlo sempre in recessi più bui. Pensavo di essermi dimenticata di lui, ma ci ha pensato Plinio, il cane di mia figlia, non solo a ritrovarlo, ma anche a farne il suo zerbino, un giorno in cui era stato messo in punizione in garage. Non contento ci ha fatto anche lka pipì sopra...chissà se per disprezzo, o perché ha visto quei cespugli così invitanti.
A quel punto tutto mi autorizzava a prenderlo e a buttarlo via, e invece che ho fatto io? L'ho preso e l'ho lavato col bagno schiuma! Proprio vero che i colori a olio sono i miei preferiti! Non hanno fatto una piega. E la mia tela in bianco e nero è ancora qui, non so perché, non so a dirmi che, ma è qui con me e pur detestandola, sono attratta da lei. Bianco e nero. Bene e male. E' quell'insieme indefinito di grigio che mi fa pensare. Possibile che anche il grigio faccia parte della mia vita. E che cos'è il grigio nella mia vita? La solitudine? I miei pensieri più segreti? Il mio pensiero che vaga sempre in cerca di qualcosa che mi dia
il vero senso della vita? E chi lo sa! Quello che so è che ora ho una tela pisciosa, profumata di bagnoschiuma, che non solo è con me ma che ho fotografato per mettere nel blog a imperitura memoria.
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