A me mi...non si dice! Non si deve proprio dire.
Nè tantomeno dovrei dirlo io che mi appresto a parlare di un giornalista che mi piace proprio e che scrive articoli che mi sono proprio graditi, in linea col mio pensiero e col mio modo di essere.
Ma mica vorrete farmi credere che dire mi piace Massimo Gramellini, oppure a me piace Massimo Gramellini, sia la stessa cosa che dire a me mi piace Massimo Gramellini?Non sentite come questo rafforzativo fa capire più intensamente l'indice di gradimento? Lo uso con Massimo Gramellini, con la Fallaci e con la Nutella.Senza fare paragoni tra di loro, per carità, non sarebbe possibile, ma con lo stesso rispetto sì, e se qualcuno mi dice che mettere la Nutella sullo stesso piano delle persone non va bene, rispondo che questo qualcuno probabilmente non sa cosa vuol dire mangiare una fetta di pane con la dolce crema che termina in crescendo nell'ultimo boccone con quella che io chiamo da sempre invernacolo tosco-romagnolo 'la montagnola', che è poi quel boccone che incorona ed esalta tutta la fetta di pane sapientemente spalmata.....altrimenti capirebbe benissimo cosa voglio dire quando parlo di rispetto.
Dunque! Massimo Gramellini lo leggo la mattina quando do un'occhiata alle news, davanti al mio computer, mentre sorseggio il caffè! E' venuto così per caso, come per caso sono venute quasi tutte le cose che hanno avuto un certo interesse nella mia vita. Un giorno me lo sono ritrovato davanti agli occhi con la sua rubrica 'Il Caffè' e alzando in segno di salute la mia tazzina, ho cominciato a leggerlo. Del resto che cosa c'è di meglio che cominciare la giornata prendendo il caffè con qualcuno che ti parla per cinque minuti di argomenti interessanti? Da allora non ho più smesso e, scorrendo i suoi articoli fluidi, lisci, leggeri come altrettanti sonetti, mi sono ritrovata a studiarlo, a cercare di capire come fa, con poche parole, a rendere non solo perfetto il senso di un discorso, ma più che altro a renderlo esaustivo. A me, per dire le cose che dice lui mi ci vorrebbero almeno tre pagine. Vorrei saper scrivere come lui e lo dico senza nessuna invidia, perché so da me che non mi riuscirà mai, per cui mi contento di leggerlo e di elaborare ciò che leggo, cercando di dirmi che a me mi basta, anche se, non solo a me mi non si deve dire, ma tantomeno si deve scrivere.
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