martedì 21 ottobre 2014

O mio bel castello.....

O mio bel castello taruntino taruntello, o mio bel castello taruntino taruntà!
il nostro è più bello taruntino tauntello e il nostro è più bello taruntino taruntà.
E noi lo ruberemo taruntino taruntello e noi lo ruberemo taruntino taruntà............e che cosa rubrete...................................

O perbacco! stamani mentre camminavo questa filastrocca  mi è entrata in testa e non ne è più uscita. Avevo un bel cercare di pensare ad altre cose, macché ! niente da fare. Le voci dei bimbi che la cantavano insieme ad una più profonda sovrastavanoi miei pensieri e più io cercavo di pensare ad altro, più loro alzavano il tono di voce, fino al punto che mi sono fermata e ho detto: "E va bene....mi arrendo! Cosa c'è dietro questa tiritera?"
E come se tutti  non aspettassero altro che io dicessi propro quelle parole che erano la molla per iniziare lo spettacolo, questa è scattata e mi è sembrato che si aprisse il sipario di un teatro nel quale io ero attrice e spettatrice nello stesso momento.
Due castelli, due castellane. Una sono io ,l'altra si chiama Vita. E' sua la voce che sovrastava le altre, sua la volontà di rubare ciò che era nel mio castello. E in effetti mi guardo intorno e sono spariti i cavalieri, i paggi, le dame, tutti se ne sono andati in cerca del loro domani, di un avvenire diverso, anche la vecchia dama che nella sua poltrona ormai rincorre le promesse della fata Morgana, è come se fosse in un altro posto, in un'altra dimensione, che anora non è la mia, e nel mio castello, affacciata all'ampia terrazza che guarda la valle sottostante ci sono solo io. Anche il coccodrillo, signore temibile del fosso che circonda il mio castello se ne è andato, per mancanza di nutrimento.
Guardo la castellana che è affacciata alla terrazza del suo castello. E' altera, imponente, invincibile.
"Ti ho portato via tutto!" pare che mi dica
"E' vero!" le rispondo sentendomi sconfitta e per la prima volta capisco cosa vuol dire sentirsi inutile, ma solo per un attimo........qualcosa si è posato sulla mia mano, qualcosa di leggero e impalpabile, ma per me importante, indispensabile, insostituibile: una farfalla.
"No! Qualcosa mi è rimasto" e stendo la mano in modo che se vuole la gentile farfalla possa volare via verso la sua libertà. Ma lei si stacca, svolazza, torna verso di me, si posa nuovamente sulla mia mano e nel frattempo io sento parole giungere da lontano, portate sulle ali del vento................

 Ma se ciò che hai
fosse  quello che ti resta
da un naufragio
sopra un'isola deserta...

Grideresti di gioia
di avere una coperta
da mettere addosso
ed un bottone d'osso
e un berrettino rosso,
una cannuccia,
un temperino nelle tue mani.
Avresti un piffero dai suoni strani
per fare il verso ai gabbiani,
sapessi che bellezza,
sapessi che ricchezza,
sapessi che allegria e così sia.



A me è rimasta una farfalla, cioè il mio pensiero, e con lei ho continuato la mia passeggiata


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