Raksha dette un rapido sguardo intorno a sé. La Tana come sempre era rumorosa e i cuccioli si rubavano la parola tanto per cambiare e ridevano come solo i cuccioli sanno fare. C'era anche qualcuno più assonnato, è vero, ma a modo suo partecipe della discussione che già da oltre un'ora era cominciata. Si parlava di cose serie quella sera. Si parlava di futuro ed era così bello sentir parlare del domani tra una risata e l'altra.
Raksha taceva e ascoltava e fu forse proprio a causa di questo suo silenzio che per la prima volta si rese conto di ciò che non aveva visto per tanto tempo, o che non aveva voluto vedere. I suoi cuccioli erano cresciuti, erano ormai tutti adulti e camminavano bene sulle loro zampe e...cosa più importante, nonostante le difficoltà che incontravano sul loro cammino, avevano voglia di ridere e parlare di domani. Raksha si sentì soddisfatta, di quella soddisfazione che veniva dal ricordo di una promessa fatta a se stessa tante lune prima e tacitamente rinnovata davanti alla rupe, nei tanti momenti particolari del grande gioco che stava vivendo ormi da molto tempo. La promessa era stata mantenuta. Quello era il momento di alzarsi e di uscire in silenzio dalla tana. Fuori l'aria della notte era tiepida e fu allora che sentì una specie di musica che non sapeva definire, a momenti triste, a momenti gioiosa, a tratti frenetica....... in altri malinconica.....una musica strana, che nasceva dentro di lei. Si fermò interdetta ad ascoltarsi e d'un tratto le tornò in mente quell'aforisma di Baricco che dice: "Cos'era? Non lo so. Quando non sai cos'è, allora è Jazz".
E con il Jazz dentro il cuore entrò nella foresta.
Questo è quello che è successo ierisera a me.
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