Certe volte si pensa che bisogna andare chissà dove per trovare luoghi fantastici! Ma mica è vero! In effetti il più delle volte la cosa che manca sono gli occhi per vedere che questi luoghi sono qui, accanto a noi, a un tiro di schioppo!
Il 'Poggio' è proprio sopra casa mia, basta decidersi a fare una bella salita e il mondo si dipinge di altri colori. E' proprio quello che è capitato a noi, cioè a me, ai miei figli, al mio nipotino, e a due dei nostri gatti, quando ieri all'improvviso, sul far della sera, abbiamo deciso di alzare le chiappe dal divano in cui erano sprofondate e di andare a fare due passi. Ed è stato come andarci per la prima volta....affondare i piedi nella morbida erba di un campo in pendenza, che sembra quasi invitarti a volare, passare sotto l'ombra delle cinque quercie che sono lì da immemori anni e poi andare più su, proprio sul cucuzzolo, dove c'è solo terra e fossili di conchiglie che richiamano un mare ormai lontano, ma del quale il vento che non manca mai , pare riporti la risacca.......spalancare le braccia e ......sognare, mentre lo sguardo si perde a trecentosessantagradi su un paesaggio incredibile che saluta il sole che se ne va e la luna che arriva con un'esile falce. E ritrovarsi a usare parole non volute, non cercate, ma uscite spontaneamente e senza dietrologie, le stesse parole usate duemila anni fa: "perché non piantiamo una tenda?" E sentire quella pace che entra nel cuore, a ciascuno di noi in maniera personale e non divulgata, brivido intenso di vicinanza, di appartenenza, di rumore sopito, nel tempo che scorre e va........ma dove va il tempo? Ciascuno può immaginarlo come vuole, questo andare del tempo............io ierisera l'ho pensato sulle ali di quella farfalla impalpabile, diafana, gentile, che è la mia vita.
E questo è solo un 'Poggio'!I gatti che corrono giocando, noi che stupiti guardiamo un mondo che ci appartiene e non vediamo mai, se non con gli occhi della fretta delle nostre giornate............la meraviglia che una volta di più dell'ignoranza è figlia e madre del saper!
domenica 28 settembre 2014
sabato 27 settembre 2014
Confusione
Cammino e la vita cammina con me
da Piccoli Pensieri di kind Butterfly
Me ne sono accorta stamani quando sono uscita a fare la mia solita passeggiata. Non ho approfonditoancora questo pensiero, che mi è venuto a pelle, e non se ne è più andato, lasciandomi abbastanza confusa. Qundo avrò le idee più chiare cercherò di spiegarlo. Se nel frattempo qualcuno volesse darmi una mano per mettermi sulla buona strada gliene sarei grata.
da Piccoli Pensieri di kind Butterfly
sabato 20 settembre 2014
Raksha
Raksha dette un rapido sguardo intorno a sé. La Tana come sempre era rumorosa e i cuccioli si rubavano la parola tanto per cambiare e ridevano come solo i cuccioli sanno fare. C'era anche qualcuno più assonnato, è vero, ma a modo suo partecipe della discussione che già da oltre un'ora era cominciata. Si parlava di cose serie quella sera. Si parlava di futuro ed era così bello sentir parlare del domani tra una risata e l'altra.
Raksha taceva e ascoltava e fu forse proprio a causa di questo suo silenzio che per la prima volta si rese conto di ciò che non aveva visto per tanto tempo, o che non aveva voluto vedere. I suoi cuccioli erano cresciuti, erano ormai tutti adulti e camminavano bene sulle loro zampe e...cosa più importante, nonostante le difficoltà che incontravano sul loro cammino, avevano voglia di ridere e parlare di domani. Raksha si sentì soddisfatta, di quella soddisfazione che veniva dal ricordo di una promessa fatta a se stessa tante lune prima e tacitamente rinnovata davanti alla rupe, nei tanti momenti particolari del grande gioco che stava vivendo ormi da molto tempo. La promessa era stata mantenuta. Quello era il momento di alzarsi e di uscire in silenzio dalla tana. Fuori l'aria della notte era tiepida e fu allora che sentì una specie di musica che non sapeva definire, a momenti triste, a momenti gioiosa, a tratti frenetica....... in altri malinconica.....una musica strana, che nasceva dentro di lei. Si fermò interdetta ad ascoltarsi e d'un tratto le tornò in mente quell'aforisma di Baricco che dice: "Cos'era? Non lo so. Quando non sai cos'è, allora è Jazz".
E con il Jazz dentro il cuore entrò nella foresta.
Questo è quello che è successo ierisera a me.
Raksha taceva e ascoltava e fu forse proprio a causa di questo suo silenzio che per la prima volta si rese conto di ciò che non aveva visto per tanto tempo, o che non aveva voluto vedere. I suoi cuccioli erano cresciuti, erano ormai tutti adulti e camminavano bene sulle loro zampe e...cosa più importante, nonostante le difficoltà che incontravano sul loro cammino, avevano voglia di ridere e parlare di domani. Raksha si sentì soddisfatta, di quella soddisfazione che veniva dal ricordo di una promessa fatta a se stessa tante lune prima e tacitamente rinnovata davanti alla rupe, nei tanti momenti particolari del grande gioco che stava vivendo ormi da molto tempo. La promessa era stata mantenuta. Quello era il momento di alzarsi e di uscire in silenzio dalla tana. Fuori l'aria della notte era tiepida e fu allora che sentì una specie di musica che non sapeva definire, a momenti triste, a momenti gioiosa, a tratti frenetica....... in altri malinconica.....una musica strana, che nasceva dentro di lei. Si fermò interdetta ad ascoltarsi e d'un tratto le tornò in mente quell'aforisma di Baricco che dice: "Cos'era? Non lo so. Quando non sai cos'è, allora è Jazz".
E con il Jazz dentro il cuore entrò nella foresta.
Questo è quello che è successo ierisera a me.
giovedì 18 settembre 2014
Io speriamo che.......
Sono in ferie. E tanto per cambiare le mie ferie me le passo a casa. Stavolta anche con un valido motivo, perché sono convalescente e non è che abbia un gran desiderio di andare chissà dove.
Però mi sarebbe piaciuto che questi giorni scorressero in maniera diversa dai soliti giorni, che ci fosse qualcosa da poter ricordare, da poter parlare, proprio perchè inusuale..........e invece no! tutto fino ad ora è scorso come sempre e a parte le lunghe passeggiate che faccio, mi ritrovo a lavorare con lena, come se il lavoro fosse la mia più grande aspirazione, l'ideale della mia vita. E' vero che a me non piace stare con le mani in mano, e ho sempre bisogno di inventarmi qualcosa e che anche se non c'è niente da fare, me lo creo (che parolona via!), pur di non stare in posizione statica..........e allora figlia mia, di che ti lamenti?
Non mi lamento infatti, faccio solo delle costatazioni! Ma da oggi e per i prossimi quattro giorni, so che tutto cambierà, perché finalmente è uscito l'ultimo libro della trilogia di Ken Follett, "I giorni dell'Eternità", e ierisera sono corsa subito a comprarlo. Per cui, chi mi volesse cercare in questi giorni, può fare un tuffo negli anni immediatamente successivi al '60 e mi troverà in piena guerra fredda, non so se dietro il muro di Berlino, o a Cuba, o in Vaticano o più probabilmente nascosta dietro una tenda della stanza ovale della Casa Bianca, o al Kremlino. E l'Italia sarà una protagonista della grande kermesse? Boh! Si vedrà! Tanto l'Italia in una maniera o in un'altra riesce sempre a sopravvivere e per lei vale sempre il detto: "Io speriamo che me la cavo!".
Però mi sarebbe piaciuto che questi giorni scorressero in maniera diversa dai soliti giorni, che ci fosse qualcosa da poter ricordare, da poter parlare, proprio perchè inusuale..........e invece no! tutto fino ad ora è scorso come sempre e a parte le lunghe passeggiate che faccio, mi ritrovo a lavorare con lena, come se il lavoro fosse la mia più grande aspirazione, l'ideale della mia vita. E' vero che a me non piace stare con le mani in mano, e ho sempre bisogno di inventarmi qualcosa e che anche se non c'è niente da fare, me lo creo (che parolona via!), pur di non stare in posizione statica..........e allora figlia mia, di che ti lamenti?
lunedì 15 settembre 2014
Primo giorno di scuola
Chi non si emozionerebbe davanti all'immagine di un bambino che è al suo primo giorno di scuola?
E vedendolo, chi non ricorderebbe il suo primo giorno?
Stamani quando ho visto il mio nipotino con il suo grembiulino nero e il collettino bianco, schiacciato dal peso dello zaino dell'uomo ragno, mi sono immediatamente tornate davanti agli occhi le immagini di altri bambini. Prima tra tutte, quella di una bambina dagli occhi sognanti, cresciuta fino ad allora in un mondo di adulti e quindi non abituatata all'irruenza degli altri bambini; una bambina timida che con una mano stringeva forte il manico della sua cartelletta e con l'altra cercava di allontanarsi il grande fiocco rosa, che le faceva il solletico al collo. Si guardava intorno quella bambina, lontana per la prima volta dai suoi posti sicuri, e si domandava con curiosità che cosa sarebbe successo. L'ignoto non era solo davanti a lei, ma la circondava e anche il maestro che si presentò da lì a poco era un grande ignoto. Poi il maestro sorrise e il mondo riprese colore. Quella bambina ero io.
E poi le immagini di tre bambini, i loro occhi allegri,curiosi eanche un pò impauriti, tre caratteri diversi, due fiocchi azzurri e uno rosa, mi sono passate davanti agli occhi in maniera diversa, perché loro li guardavo con occhi di mamma e ho riprovato la stessa gioia e la stessa tristezza di allora, perché sapevo che da quel momento la vita sarebbe stata diversa e avrebbe fatto il suo ingresso nella loro esistenza un personaggio utile e fastidioso: il dovere.
Stamani la stessa sensazione, mentre guardavo quel frugoletto,vivacissimo e bizzoso che è mio nipote.........la sensazione che questo primo giorno di scuola sia un grosso, grossissimo marcatore tra la sua vita di prima e quella che da oggi scandirà i suoi ritmi chissà per quanto tempo ancora!
Quando le scuole cominciavano il 1° di ottobre, i piccoli che andavano in prima elementare si chiamavano Remigini, perché in quel giorno si festeggia san. Remigio. Oggi è il 15 di settembre e tra i tanti santi che ho trovato sul calendario, l'unico he mi piacesse un pò è san Baldo e quindi un grande in bocca al lupo al mio Baldo Remigino.
E vedendolo, chi non ricorderebbe il suo primo giorno?
Stamani quando ho visto il mio nipotino con il suo grembiulino nero e il collettino bianco, schiacciato dal peso dello zaino dell'uomo ragno, mi sono immediatamente tornate davanti agli occhi le immagini di altri bambini. Prima tra tutte, quella di una bambina dagli occhi sognanti, cresciuta fino ad allora in un mondo di adulti e quindi non abituatata all'irruenza degli altri bambini; una bambina timida che con una mano stringeva forte il manico della sua cartelletta e con l'altra cercava di allontanarsi il grande fiocco rosa, che le faceva il solletico al collo. Si guardava intorno quella bambina, lontana per la prima volta dai suoi posti sicuri, e si domandava con curiosità che cosa sarebbe successo. L'ignoto non era solo davanti a lei, ma la circondava e anche il maestro che si presentò da lì a poco era un grande ignoto. Poi il maestro sorrise e il mondo riprese colore. Quella bambina ero io.
Stamani la stessa sensazione, mentre guardavo quel frugoletto,vivacissimo e bizzoso che è mio nipote.........la sensazione che questo primo giorno di scuola sia un grosso, grossissimo marcatore tra la sua vita di prima e quella che da oggi scandirà i suoi ritmi chissà per quanto tempo ancora!
Quando le scuole cominciavano il 1° di ottobre, i piccoli che andavano in prima elementare si chiamavano Remigini, perché in quel giorno si festeggia san. Remigio. Oggi è il 15 di settembre e tra i tanti santi che ho trovato sul calendario, l'unico he mi piacesse un pò è san Baldo e quindi un grande in bocca al lupo al mio Baldo Remigino.
sabato 13 settembre 2014
Il giardino dell'Eden
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