domenica 4 ottobre 2015

Il santo-poeta

Oggi avrei potuto parlare dell'apertura del Sinodo della Famiglia. Ci sarebbe tanto da dire, tanto da valutare, tanto da cambiare. Ci sarebbe anche l'occasione di metterci un pò di pepe, visto che ci è stato fornito abbondantemente da un alto prelato, proprio alla vigilia di questo importante appuntamento.
Ma non mi va, semplicement non mi va! Quando invece c'è da ricordare un piccolo grande uomo, che per la gente, da tanto tempo ormai è diventato solo e semplicemente Francesco. E non intendo il nostro Francesco attuale, anche se di lui se ne può parlare tanto, e anche con ammirazione, e anche con tenerezza, ma quell'altro Francesco, quello che ha trovato in tutto ciò che lo ha circondato motivo di laude. Inutile dilungarsi per dire chi è stato Francesco e parlare della sua vita. Di lui è stato detto e scritto tutto, di lui hanno parlato famosi registi,che lo hanno rappresentato nelle sue molteplici sfaccettature, che ci hanno commosso e incantato. Di lui parlano anche i suoi luoghi, ce lo descrivono, ce lo fanno conoscere in quell'essenza che nessuna parola può rendere esaustiva. O si arriva a capirla dentro di noi, o non ci si arriva. Non ci sono mezze misure.  Di lui, quest'anno, nel suo giorno, voglio solo dire che se lo spirito santo, questa idea ineffabile, è anche poesia, allora Francesco è stato ricolmo di spirito santo, perché tutto di lui è stata poesia, anche la sofferenza. Essere poeti vuol dire vedere un cielo sempre un pò diverso da quello di tutti gli uomini....essere sommi poeti vuol dire entrare in quel cielo, nutrirsi di quel cielo, annullarsi in quel cielo. Se poi a ciò si unisce una sconfinata fiducia in dio, allora capita di diventare ciò che è Francesco: un santo-poeta.

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