Il 'fatto' è accaduto giovedì scorso al mercato. Ero andata, anche di corsa, a comprare del cotone per fare dei lavoretti all'uncinetto, e all'ingresso del mercato, avevo visto un capannello di persone con dei volantini in mano. Tutti i giovedì c'è qualche rappresentante di un partito che ne distrubuisce per fare adepti. Io, che non sono per niente interessata né all'uno né all'altro partito, ho dunque tirato dritto, senza neanche guardare chi fossero.
Arrivata al banco desiderato, mi sono messa a sciegliere senza pensare più a niente che non fosse il colore del mio cotone, quando all'improvviso dal fondo della strada che si forma tra le due ali delle bancarelle, è apparso un uomo alto, che tenendo con le braccia protese in alto un cartello sulla sua testa, ha cominciato a gridare con voce tonante: "Pentitevi! Pentitevi! Pentitevi uomini di poca fede....il regno dei cieli è vicino.....pentitevi dei vostri peccati, voi, uomino peccatori....." e altre amenità del genere.
Ho alzato gli occhi credendo di vivere una scena surreale, dettata dalla mia fantasia e invece era tutto proprio vero e molta gente guardava allibita come me il novello battista, con tanto di nome della sua setta, che però non ricordo, che si accingeva a scagliare i suoi dardi infuocati verso l'Erode di oggi.
Una signora molto vecchia che stava frugando in quel momento in un cestino pieno di rocchetti di fili, senza smettere di fare il suo lavoro ha detto molto tranquillamente: "Io con i miei peccati ci convivo proprio bene!" e sentire questa persona carica ormai dell'esperienza di una vita, dire queste parole, mi ha spinto a guardarla con simpatia e solidarietà. Anche perché è difficile sentire una persona ammettere di avere peccato e di stare bene con i suoi peccati, che alla fine non sono altro che l'ordito della sua vita.
E' a questo punto che ho cominciato a pensare ai miei di peccati e così anch'io mi sono detta che facevano parte della mia vita, del mio modo di essere la persona che sono oggi. E poi che cos'è il peccato? Quando ero giovane io, anche guardare il film 'Sayonara' era peccato, tant'è che l'ho visto solo in età adulta, più che altro per scoprire quel peccato per cui mi era stata vietata la sua visione.....senza trovarlo. Più tadi portare la minigonna era peccato, truccarsi un pò il viso e le labbra era peccato, solo le donne poco serie facevano così e questo senso del peccato non mi fu inculcato da persone anziane, ma da una giovane come me. Poi fu peccato anche ascoltare i Beatles e i Rolling Stones e da lì si arrivò al mio peccato più grande: quello di desiderare di fare la scuola d'Arte. Non era conveniente per una ragazza seria andarsi a mischiare con quelli che notoriamente erano persone poco serie e per niente raccomandabili. E chi me lo diceva al solito era una persona giovane come me. Ma se era peccato fare non era forse altrettanto peccato desiderare?E io ho continuato a desiderare la scuola d'arte e il mondo dell'arte per tutta la vita, sapendo che mi sarei contentata di essere trasgressiva solo per venire incontro al mio desiderio naturale di non abbrancarmi e di essere solo come mi volevano gli altri. Niente di più. Così non è stato, ma trascurare questo 'peccato' ha fatto sì che la mia vita andasse su binari non scelti da me, che a lungo andare mi si sono rivelati troppo stretti. E così alla fine anch'io mi ritrovo ad essere affezionata ai miei peccati, quelli commessi e quelli che avrei potuto commettere, che alla fine,proprio perché non realizzati diventano delle icone che continuo a guardare con desiderio. Se ci si pensa bene, tutti i desideri, le aspirazioni individuali, sono considerate peccato da qualcuno. Se credi in un dio, ma non sei dalla parte di chi ti vuole come lui, fai peccato; se pensi di inseguire un sogno, ma non è il sogno della persona che hai accanto, questo è peccato; anche se cambiano gli opinionisti e chi ti punta il dito contro, a turno tutto è peccato, un pò come è accaduto a me per altri versi in cui qualcuno durante tutto l'arco della mia vita non ha mai finito di dirmi che non avevo ancora l'età, solo per sostituirlo con non avevo più l'età" e vaffa in tasca a tutti quei censori severi con gli altri e permissivi con se stessi, penso che sia giusto che ormai me ne infischi altamente e del peccato e dell'età.
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