Cara giuly,
finalmente è
successo! Era da tanto che aspettavo questo momento e lo temevo e lo
desideravo e ieri, senza aspettarmelo è arrivato. Figurati! E’
arrivato mentre stavo tagliando l’erba nel fazzoletto di terra che
ho dietro casa, ed è stata una cosa velocissima, ma talmente intensa
che potrei scriverci un libro per dirla tutta. A chi lo posso
raccontare se non a te? Chi può capirmi se non te, che sei l'altra
parte di me? Mi è successa la stessa cosa che provai tanti anni fa
quando venni via da un luogo basilare nella mia vita. Come allora i
ricordi, preceduti dall'immagine eterea di un cielo popolato di amorini e di angioletti sono arrivati tutti insieme da parti opposte, sempre più
fitti, sempre più intensi, con suoni di voci e di risate e di
pianti.Chissà perché, quando mi capitano queste cose mi sembra sempre di essere sospesa in un cielo diafano, dove presenze gentili girano intorno a me, pronte a consolarmi, a cullarmi.....? E così sparisce il cupo nero nel quale per un attimo ho avuto paura. Come allora mi sono trovata nell’impossibilità di
respingerli, tanto erano urgenti e pressanti e come allora mi sono
arresa e mi sono seduta in terra facendo rientrare in me la mia vita,
i miei ragazzi, le tende, i cieli stellati, la pioggia che come ora
mi bagnava il volto senza che me ne rendessi conto, i canti, le mani,
gli occhi, i sospiri, le lacrime, le speranze, le risate, la pasta
scotta, l’orgoglio del fazzolettone e la promessa nel cuore. Mai
come stasera mi sono resa conto che scout si rimane per tutta la vita
e che servire è anche mettersi in disparte e guardare gli altri
andare, venir fuori come farfalle dalla crisalide e sapere che così
andava fatto e nello stesso tempo provare tanta dolcezza e tanta
malinconia. E sapere, che se qualcuno avrà bisogno di me, ci sarò
sempre, nonostante sia chiaro che non c’è più bisogno di me. E
allora mi viene naturale chiedermi: “Ma non è sempre quello che
hai voluto? Non hai lottato per questo momento?” e la risposta è
sì! Non cambierei neanche una virgola da quello che ti dissi una
volta e cioè che quando è il momento di tirarsi indietro va fatto,
per il bene nostro e degli altri. Bisogna prima far
fare esperienza e lentamente mandare avanti chi ha le capacità di
prendere un posto impegnativo. Tutto qui. Non è
questo il problema.
Il problema, lo vedo
chiaramente, come già mi è successo nel periodo più brutto della
mia vita, non è tanto lasciare, quanto mettersi davanti a se stessi
e dirsi: “E ora che faccio? Che senso nuovo posso dare alla mia
vita?”.
Mi rendo conto che i
miei anni non sono pochi, però per fortuna o per sfortuna, ancora
non lo so, sono pieni di aspettative, di stati d’animo ricchi
dell’esperienza del già vissuto, ma pronti a incamminarsi in
sentieri inesplorati. Mi rendo anche conto che non sono pronta per
mettermi in pantofole, ma ho bisogno di emozioni che non riesco a
trovare con persone della mia età e che non posso più trovare con
le nuove generazioni.
E’ un momento strano,
in cui mi accorgo di vivere dentro un mondo mio nel quale non riesco
a fare entrare nessuno. E’ un mondo onirico che vorrei mettere
sulla tela, ma non ci riesco perché ancora è troppo nebuloso,
forse per il fatto che sono solo da poco tempo sulla sua soglia. Troppo confuso quello che ho
detto? Senz’altro sì, ma solo perché c’è tanta confusione
dentro di me. In mezzo a tutta questa nebbia sta comunque prendendo
forma il bozzetto del mio domani, sempre che non cambi idea. E’
nato in un sogno che ho fatto l’altra notte. O meglio! Già era dentro di me, ma era solo un abbozzo. Invece ho proprio sognato e in quel momento i tasselli sono cominciati
ad andare al loro posto. Quando l’avrò definito per bene lo
metterò su carta e te lo farò avere. Ancora è troppo presto per
dire che è l’idea giusta. Potrebbe essere solamente uno dei tanti
miraggi che di tanto in tanto passano nella mia testa.
Potrei dire tante e
tante altre cose ancora, ma a chi serve? Nella realtà di tutti i
giorni si vive alla giornata, per un pezzo di pane, rimandando
indietro le parole, talvolta anche urgenti, che vorrebbero esprimere
il desiderio di vivere in altro modo, con altri ideali, ed altro
stile. I sogni si liberano solo la sera, quando non vista da nessuno,
riesco a mandarli fuori da me, dove non so, però liberi finalmente!
L’esperienza
negativa, che fa parte del nostro andare, è stata maestra di vita e
mi ha insegnato una volta di più a non credere negli altri e più
che altro mi ha fatto capire che la semplicità che è in me, non è
in molti. Una volta tanto spezzo una lancia in mio favore se
permetti.
Quello che è certo è
che a ogni svolta della mia strada la vita si è presentata sempre in
maniera nuova , piena di nuove domande e di nuove certezze da
scoprire, che poi non saranno mai tali. Ho avuto modo di poterlo
vedere con le mie vecchie certezze, molte delle quali, se non quasi
tutte, sono andate alle ortiche! Però dice che funziona così, per
chi non si adatta a farsi scivolare la vita tra le mani e basta….
E allora viva la vita e
andiamo avanti!
giuly
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