C'era una volta....
"Un re!" diranno subito i miei piccoli lettori.
"No ragazzi, avete sbagliato! C'era una volta un giornalino.......!"
Non era un vero e proprio giornale, ma alla fine, dagli oggi, dagli domani, eravamo riusciti a regalargli una sua dignità. Era un giornalino non pretenzioso, scritto da persone entusiaste, assemblato da persone di buona volontà, letto da persone semplici e anche da persone più acculturate, non siamo troppo modesti via.....
Anche perché nell'arco degli anni, non è che fosse andato a risciacquarsi in Arno, forse aveva scelto un fiume un pò più vicino, un pò più nostrano, ma insoma anche lui si era ripulito ben benino, sia nel modo d scrivere, che in quello di presentare i suoi articoli. Insomma era diventato proprio un gran bel giornalino, che aveva varcato non solo i confini regionali, ma anche quelli nazionali, un giornalino dove di tanto in tanto, anche alcune penne che sapevano il fatto loro, non disdegnavano di scrivere qualcosa.
Una volta in un convegno tenuto da un giornalista di dichiarata fama, tutti i nostri giornali locali tirati a lucido e giustamente orgogliosi delle loro livree, si raccontarono con tanti aneddoti e tante vicende. Il nostro giornalino ascoltava, intimidito da tutti quei nomi blasonati e stava zitto, ma ascoltando, imparava.
Poi a qualcuno, non ricordo più chi, venne in mente di paragonare le testate che rappresentavano ad altrettante navi. E così si cominciò a paragonare i propri giornali alle portaerei, alle navi da crociera, ai rimorchiatori....insomma a tante navi importanti e di bella presenza. Fu allora che un refolo di vento birichino agitò la testa di chi rappresentava il silenzioso, timido, impaurito giornalino, e quasi senza rendersene conto, alzò la mano per chiedere la parola,che fu concessa, accompagnata da sguardi con quella benevolenza che confina con la pietà
"Ho sentito parlare di tante navi, tutte grandi, tutte maestose, tutte forti. Bene anch'io identificherò il giornalino che mi onoro di rappresentare con una barca. Che barca siamo noi? Semplicemente una barca a remi, dove, se vogliamo guadagnare il largo, dobbiamo remare con lena, incuranti della fatica. Sappiamo che non potremo mai raggiungervi in mare aperto, ma sappiamo anche un'altra cosa.....che i ponti, che i moli, che gli approdi che a voi sono negati, per noi saranno sempre aperti." Quando guardai il mio giornalino, mi accorsi che era cresciuto di almeno due centimetri, per quanto era orgoglioso di quelle parole, dette con l'incoscienza che solo il suo rappresentante poteva avere.
Però quelle parole non sono state veritiere purtroppo, o forse in senso inverso lo sono state anche troppo, perché a un certo punto è mancata la volontà dei rematori e la barca si è fermata in uno scoglio.
Ora, sembra che qualcuno ci voglia riprovare e io auguro a tutti quei qualcuno di non stancarsi di remare e di portare il giornalino in acque belle, piene di sole e di domani.
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