Ma che bel nome da dare a una stanza!
Appena l'ho letto, una stanza si è materializzata davanti ai miei occhi e ho capito che in qualche modo vi ero entrata.
Ho immaginato una stanza molto personale, piena di musica, dove le note si susseguono trasportate da un vento caldo che giunge da oriente.
Pareti bianche sulle quali chitarre nervose attendono di essere pizzicate dal vento che si insinua tra le loro corde tese, per poi entrare in un sassofono lucente, che in attesa di far udire la sua voce, riflette una luce dorata su un flauto traverso, mentre un refolo fa vibrare i piatti di una batteria.
Gira il vento in una ridda di note e scivola sulla tastiera, con tocco a volte gentile, a volte più incalzante, come fa l'onda che si annulla sulla risacca o batte impetuosa sullo scoglio che le sbarra la strada. Musica comunque, sempre nusica, mentre il vento caldo avvolge tutto nella sonnolenza pomeridiana, che attede il tramonto del sole.
Colori forti e decisi, che si stemperano nel pulviscolo dei primi raggi obliqui, mentre lo Scirocco continua la sua danza, che durerà tre giorni in un silenzio che sa di irreale.
Bello e appagante, e lo sguardo corre fuori dalla finestra dalle rosse tende che la incorniciano, per andare a posarsi sugli alberi che piegano le fronde al vento caldo che le trafigge , alzando piccoli mulinelli di polvere.
Scirocco che in altri posti si chiama Ghibli e dove la stanza è una tenda bruciata dal sole, e porta con sé cari ricordi che , come il vento scalda la pelle, scaldano il cuore.
Scirocco che dalla stanza dove è nato, uscendo quasi da un vaso di pandora, vola sul mare fino a Zante che è la sua vera dimora, perché lo Scirocco è un vento mediterraneo e solo con la fantasia può nascere in America, dentro una stanza, uscendo da una ciotola che si chiama appunto "La Stanza dello Scirocco"
Vento caldo a Dicembre, a Natale, in una stanza del Massachussets.
Potere della fantasia!
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