domenica 18 dicembre 2016
Profondo nero
Stanotte è una di quelle notti splendide, di cui ho parlato altre volte con religioso stupore. Il fatto è che quando si presentano notti come queste, fredde, cristalline, luminose e che hanno in sé un potente richiamo abissale, io non mi posso sottrarre a quel richiamo, perhé ormai so benissimo, che notti come queste sono rare e se non le acciuffo per uno dei loro veli neri e diafani, prima di riaverne un'altra uguale, possono passare molti mesi, o anche anni, perché sono il prodotto di diversi ingredienti che difficilmente si trovano tutti insieme. Bisogna essere ben disposti all'introspezione, avere una dose massiccia di immaginazione, una quantità giusta di dolore, una consistente quantità di preoccupazioni e ...speranza, tanta speranza.
Stasera sembrava che tutti gli ingredienti fossero stati preparati dalle mani di uno chef che si accinge a fare la torta più importante della sua vita, per quanto erano allineati bene sull'orizzonte degli eventi di quel gran buco nero che è qualche volta la vita, e la cosa in sé non mi ha stupito per niente, perché ormai ho fatto diversi viaggi in altrettante notti come questa e ne sono sempre ritornata rigenerata, anche se all'inizio non è facile per niente accettare di rivivere ciò che è stato, come è stato, perché è stato.
La cosa positiva di questa nottata è che è un bel pò vicina a una notte molto ma molto più importante e questo mi sta aiutando almeno in parte a mettermi in ascolto.
Guardo le decorazioni di Natale, che ho voluto fare, nonostante il profondo nero che in questo momento è dentro di me. Sono macchie di colore e sprazzi di luce. Li guardo e per brevi attimi mi sento intenerie, sento che la parte migliore di me esiste ancora, anche se in questi giorni è messa a dura prova, soffocata da tristi fatti che mi spingono a chiudermi in me stessa e a isolarmi dagli altri.
Il mio sguardo passa sempre più spesso sopra la candela ormai informe, che da quarantadue anni illumina per brevi attimi ogni mio Natale. Ho pregato davanti a quella candela, per tante cose, per tante persone, per me stessa e lentamente comincio a capire che anche quest'anno dovrò fare la stessa cosa, e la dovrò fare non solo per chi mi vuole bene, ma anche per chi non me ne vuole.
Forse anche questa è un'attesa di Natale, speranza in un prodigio che si rinnova ogni anno dentro di noi
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