giovedì 9 aprile 2020

Questo Giovedì Santo

Il Giovedì Santo per me ha sempre avuto un'importanza particolare, perché fino a  dove arriva la mia memoria, non c'è mai stato un anno in cui non abbia vissuto questo giorno con sincera partecipazione, fino a farlo diventare una vera e propria tradizione nella mia vita. Ricordo ancora con nostalgia la mano della mia mamma che, quando ero piccola,  si protendeva verso la mia quando salivamo le scale che portavano alle chiese che andavamo a visitare. Tutto mi appariva bello allora e io mi sentivo felice di andare con mia madre a vedere i tanti fiori che addobbavano gli altari. C'era allora quasi una gara a chi faceva l'altare più bello, più colorato, più caratteristico, ma in ciascuno di loro, quello che aveva più importanza ai miei occhi bambini erano le cascate della veccia, che pazienti mani avevano fatto germogliare al buio e che nella loro semplice e bianca eleganza  davano l'impronta a quelli che da sempre ho sentito chiamare e ho chiamato io stessa 'I sepolcri',
Bronte Insieme/Tradizioni - I Sepolcri del giovedì santoDiventata una signorinella, festeggiavo le vacanze della scuola andando con le mie amiche a fare le tradizionali visite alle chiese. Sguardi furtivi di giovanotti ci seguivano  e ci facevano provare dei piccoli batticuore, che poi ci confidavamo, tra una preghiera e l'altra. Di quegli anni ricordio l'aria. Mi parlava quell'aria, mi diceva che la vita era lì davanti a me,mi inondava di primavera, e di sensazioni nuove, mai provate fino ad allora. Eppure era così semplice la mia vita|! Quella breve passeggiata del Giovedì Santo in mezzo a tanta gente che allora si spostava per andare ai sepolcri, mi faceva sentire felice, viva tra tante persone vive che non avevano sguardi indifferenti, ma festosi, per quella giornata che tornava ogni anno a ricordarci chi eravamo. 
Negli anni successivi,  fui io a protendere la mia mano ad altre manine che si affidavano alle mie, e anche allora nel mio cuore c'era gioia, serenità. Anche negli anni che furono difficili, pieni di incertezze e di tempeste, quel giorno per me continuè ad essere il preludio della resurrezione,e anche se la mia fede non aveva più la freschezza e la semplicità dei miei anni verdi, restò sempre lì con me, vicino a me, pronta a sorreggermi, disponibile a farmi sentire ancora quell'aria profumata che distingue un giorno speciale da un giorno normale. E poi mi sono ritrovata sola a salire gli scalini delle chiese, ad andare incontro agli altari che non erano più festosi, casomai più raffinati, questo sì,  ma ormai vuoti di quella devozione popolare che li faceva così belli, così spontanei. Anche io ero diversa. Più distante, più critica, forse più indifferente, ma mai e poi mai ho rinunciato a quel giorno, che poi, tornata a casa, descrivevo a mia madre, che non poteva più muoversi. Eppure anche allora, con il bagaglio della mia vita vissuta, sulle spalle, sentivo che quei brevi momenti passati in chiesa, con la mente vuota e il cuore non so neanch'io dire come, erano per me un balsamo potente, un aiuto che veniva a darmi forza, coraggio, voglia di andare avanti, anche se ero sempre più sola. Tutti i Giovedì Santi della mia vita. Tutti i miei Sepolcri............................e sono tanti.
Poi è arrivato quest'anno e la rottura di tutto ciò che è stata la nostra vita fino ad oggi. Non solo della mia vita, ma di quella di tutto il mondo. Di punto in bianco ci siamo ritrovati in balia di un nemico invisibile che ci distrugge, che gioca con noi, che ci sbeffeggia. Ci siamo sentiti impotenti, il mondo si è sentito impotente, ma per un breve attimo c'è stato qualcosa di grandioso. L'uomo, solo l'uomo, non più ricco o povero, non più bello o brutto, non più potente o emarginato, ma solo l'uomo...........e Dio, quel Dio mai visto e solo immaginato in mille forme diverse, ma presente da sempre nella sua esistenza. E questo momento che scomparirà, nell'attimo stesso in cui ricomincerà la nostra gara accaparratrice di un posto al sole, incuranti gli uni degli altri, ha avuto la forza di aprire il mare della nostra indifferenza, per traghettarci per un breve attimo in lidi più certi e sicuri.  E poi la la lotta ancestrale per la sopravvivenza della specie, ha un che di meraviglioso nelle tante meraviglie del creato. Di punto in bianco ci siamo ritrovati confinati nelle case, senza la possibilità di vederci, di incontrarci, di poter fare una passeggiata. Con tanto tempo a disposizione e tanto tempo per pensare. Per pensare al virus che è più forte di noi, e per pensare a un futuro che sentiamo sarà molto diverso dalla vita che abbiamo vissuto fino a un mese fa. Un mese fa e basta? Sembra quasi impossibile che sia passato solo un mese, impossibile, perché sembra che siano passati anni, ma cos' è.. Ma è bastato molto meno di un mese per renderci conto della nostra fragilità e del nostro bisogno di potere sperare in qualcosa, in qualcuno. E così siamo arrivati in prossimità della Pasqua e oggi è Giovedì Santo e io non ho la minima intenzione di disattendere il mio incontro con questo giorno. Se non posso andare io in chiesa,come ho fatto ogni anno, troverò il modo di portare la chiesa in casa mia. Come? Io lo so, ma non importa che lo spieghi ad altri. Ciascuno, se vuole , troverà il suo modo per farlo. A me basta pensare che non mi sono arresa, che ho dato continuità a un momento che è importante per me, per il mio spirito che a volte è fragile e ha bisogno di essere sostenuto dalla speranza....e dalla fede. Io ho bisogno di credere.
Stasera c'è una luna bellissima. La chiamano la luna rosa e sembra che grande così la rivedremo solo tra otto anni. Chissà come sarà il mondo allora? Voglio immaginarlo più bello di ora, con la natura che continua a essere bella, come è bella anche ora in questo momento di morte che finalmente non la riguarda, con la natura che si riappropria dei suoi spazi, che tanto stupidamente abbiamo rubato per le nostre effimere voglie. Ecco! Spero, se ci sarò, di ritrovare un mondo ancora più bello di quello che è in questa notte, e con un uomo più consapevole del suo ruolo e del posto che deve occupare in questa nostra terra martoriata dal nostro presuntuoso egoismo. Ecco! Questa è la mia preghiera in questo Giovedì Santo, una preghiera senza manierismi, senza paroloni, senza pretese, una preghiera che mi faccia respirare al di là della mascherina che devo indossare, e mi faccia sentire il profumo di una nuova primavera, non tanto per me, quanto per chi viene dopo di me.

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