Molti anni fa, portai in casa un mobiletto e lo sistemai in un posto, che a mio parere era fatto proprio per lui. Ma la cosa non funzionò. Fu giudicato ingombrante, brutto, indesiderato, e sbrigativamente rifiutato, e questo, per il bene della pace mi costrinse a relegarlo in una rimessa, dove restò dimenticato per anni e anni. Le ragnatele lo avvolsero e un sottile, dannosissimo strato di polvere lo ricoprì fino a renderlo grigio. Nessuno si ricordò più del mobiletto, ....nessuno, tranne me. In tutti questi anni, nei momenti in cui mi capitava di pensare ai miei mobili, lasciati per necessità contingente ad ammmuffire in un luogo buio e solitario, provavo una stretta al cuore. Strano? Non tanto, se si pensa che comunque anche l'arredamento della casa fa parte del nostro vissuto, ci racconta il nostro passato, è partecipe del nostro presente e tuttosommato insiste anche nel nostro futuro. Sì! Il nostro futuro, o almeno senz'altro nel mio futuro, perché io fin dal momento che fui costretta a disfarmi dei miei mobili, giurai a me stessa che un giorno li avrei riavuti con me, in qualsiasi maniera. E ci sono riuscita. Tranne che con questo mobiletto, che per un certo periodo era andato a finire da un'altra parte. Però la vita gira in maniera strana e un giorno, per una serie di eventi che sarebbero troppo lunghi da spiegare, il mio mobiletto è tornato a casa e non mi è importato che fosse malandato, sporco, brutto da vedere. Gli ho preparato nuovamente il posto che è sempre stato il suo e mi sono messa d'impegno a ripulirlo e restaurarlo per quello che potevo. Ora è carino, e qualcuno, quel qualcuno che me l'aveva fatto portare via, ha detto che è proprio bello e che dove è stato messo ci sta proprio bene. Le idee cambiano, i gusti anche, ma il mondo gira sempre per lo stesso verso e ogni volta è sera e poi mattina,
le pietre scartate dai costruttori tornano al loro posto.....e anche i mobili.
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