sabato 20 agosto 2016

Io vado a miscela

Ma quanti, quanti cambiamenti nella vita! Che se vado a ritroso nel tempo mi sembrano persino impossibili..e invece no, sono tutti veri, tutti miei, tutti autenticamente vissuti fino in fondo, con spirito sempre diverso e la solita domanda a fior di labbra, quasi da non voler farsi sentire dal destino: "E ora che succederà?"
E così mi ritrovo, indietro negli anni, giovane giovane, intenta a pregare quel Dio, che fino a pochi momenti prima avevo pregato con queste parole: "Per piacere fammi andar via da questo paese, che proprio non mi piace!", per sostituirle con "Per piacere fammi rimanere in questo paese, che mi piace troppo, forse perché è il posto dove ho trovato l'amore!" Ora non prego più Dio per questa cosa. Per me restare o andarmene è esattamente la stessa cosa. Ma per arrivare a questo, quante cose sono dovute accadere, quante esperienze di vita ho dovuto fare, quanti casini ho dovuto combinare e quanti altri ho dovuto subire. Bella, ricca, invidiata, detestata, e poi povera e sempre invidiata, di che cosa non si sa, e su tutto questo l'amicizia, quella vera inossidabile, quella che dura nel tempo, quella che mi lega a tanti giovani che ormai non sono più giovani neanche loro, quella che mi lega a un uomo e una donna che per me sono dei fari, quella che sta crescendo con una ragazza, che proprio ragazza non è più, anche se i suoi occhi sono quelli di un'adolescente. Amicizia recente, ma non meno significativa delle altre, amicizia che parla di speranza, di dignità, di voglia di guardare in faccia la realtà, di voglia di essere autentici, anche se per esserlo, bisogna buttare via tanta zavorra inutile, che entrambe abbiamo accumulato nel corso degli anni, indipendentemente l'una dall'altra. Impariamo confrontandoci e riscopro con stupore una verità sempre un pò taciuta, che è poi quella che dice che non si finisce mai di imparare, neanche quando ormai l'età non è più verde...basta solo aver voglia di accettare di non avere la verità in tasca, e soprattutto avere la voglia di rimettersi sempre in gioco.
Questo fino a una domenica passata da poco tempo, anche se a me sembra un'eternità. Una caduta, stupida banale, e mia madre di colpo non è più la stessa, e anche se non voglio, neanche io sono più la stessa. La mia vita, già abbastanza dura, ora è tutta in salita. Improvvisamente sento parlare di malattia, di medici, di medicine, di poltrone e traverse, di analisi. E fu sera e fu mattina. Altro tipo di creazione. Questa creazione parla di una nuova dimensione di vita, e può sembrare strano, ma mentre da una parte non la sopporto, dall'altra mi ritrovo a imparare tante cose che non pensavo di poter conoscere, tipo la pazienza, l'umiltà....e subito dopo la ribellione e il pentimento. Questa parte della mia vita mi sa tanto che la posso chiamare Servizio. Troppo poco tempo è passato per dire se ce la farò. In certi momenti mi dico di sì, in altri scuoto la testa e impreco sottovoce. Fa parte della mia umanità...è viscerale e istintiva la sensazione di avere nuovamente le catene ai polsi...altri tipi di catene, più esili, quasi invisibili, ma sempre catene sono e si chiamano in certi momenti amore e in altri dovere. Ho scoperto che questi due ingredienti mischiati insieme sono potenti come la miscela dei motorini, solo che bisogna sapere in che proporzioni mischiarli, perché il motore canti e abbia resa. Ecco! Io sono ancora nella fase di fare la miscela giusta. E nel frattempo, come sempre, mi ritrovo a pensare alla libertà sconfinata, che ormai so che non incontrerò mai, ma che al tempo stesso voglio continuare a sognare.

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