Ecco...il Natale è passato e ho aspettato volutamente di essere in fondo alla giornata per poter capire cosa mi ha lasciato quest'anno.
E' stata una giornata tranquilla, dedicata alla famiglia nella maniera in cui è stato possibile. Infatti, non avendo altri momenti a disposizione, abbiamo fatto la 'Colazione di Natale', con la tavola apparecchiata a festa e il buffet imbandito per l'occasione. Passare lo sguardo sulle buone cose che c'erano è stato quasi più godurioso che mangiarle. Stamani mi sono alzata alle sei e ho preparato la schiacciata col formaggio e col pecorino. C'era un profumino in casa! E poi i bomboloni, i croissants, la torta di castagne e la regina di tutte le torte; la superba sacher preparata da mia figlia. Insomma un lusso incredibile. Caffè e latte servito nelle belle tazze di Ginori, adagiate sulla ormai vetusta tovaglia natalizia, che guai a chi me la tocca! Ma non c'era gioia. Forse c'era fretta, forse altri pensieri che aleggiavano sopra di noi, non so, ma quella gioia intima,semplice, fatta di piccole cose e di tanta voglia di stare insieme, quella non c'era. Poi è iniziato il rito tribale dell'apertura dei regali, quel momento in cui un salotto per bene si trasforma in tre secondi in una concimaia di carte, cartine, fiocchi, stelline, dopodiché ci siamo accorti che mancava poco all'una, per cui abbiamo dovuto rimandare la laboriosa preparazione dei tortellini a data da destinare...credo a domani, mica tanto più in là. Il mio regalo è stato bellissimo. Mi hanno fatto un cellulare fotonico che, come dice quello, io speriamo che me la cavo. E così arrivati quasi alle otto e pronti per tornare a cena, ci accorgiamo di non avere per niente fame e che anzi, pensare al cibo, ai dolci, alle cascate di cioccolata della quale in genere vado ghiotta, mi fa quasi venire la nausea.
No! non ci sto! Possibile che il Natale sia tutto qui? Un'inutile giornata godereccia, che alla fine ti lascia sbattuto come un cencio e col solo desiderio di dormire? Così mi sono messa a pensare ai miei Natali ormai trascorsi e messi in naftalina, ma mai dimenticati...e improvvisamente mi è tornato in mente che in ogni Natale della mia vita c'è stato sempre un attimo, magari breve come un flash e altrettanto intenso, in cui ho sentito tangibilmente 'che era veramente Natale' . Pensa e ripensa, alla fine ho scoperto quale era stato il Natale, il mio Natale di quest'anno. Toh! Non l'avrei mai creduto, ma è proprio così. Lo spiego in poche parole.
Tre sere fa, tornavo a casa mia a piedi verso le dieci di sera. Sono passata per il corso, tutto addobbato con luci festanti, mentre dalle vetrine dei negozi facevano capolino babbi natale, renne, alberelli decorati e miriadi di lucine di tutti i colori. Gli archi antichi dei palazzi erano stati tutti incorniciati e lo spettacolo era veramente bello. Insomma un tripudio di luce abbacinante.
Arrivata in cima al corso, ho svoltato a sinistra per scendere verso casa e........la strada si è presentata nella sua usuale penombra, schiarita dalla luce giallastra di un lampione, ma giù in fondo la chiesina di Sant'Antonio abate, abbellita da piante e da una casa di cartone a simulare un presepio, mi si è stampata nella retina e mi ha allargato il cuore. Quella chiesina, così sola, così piccola, con quelle piante intorno e la cura di mani volonterose che l'avevano trasformata in un presepio, mi ha commosso e ho capito immediatamente che le altre luci sfavillanti non tenevano neanche un pò il confronto con quella piccola luce, che però spandeva intorno a sé un calore improvviso che veniva a scaldare il mio cuore e i miei pensieri. Quello è stato il mio Natale, un anelito alla semplicità, al silenzio, all'essenzialità della vita.
Tanti auguri a tutti.
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