L'ho già detto, ma ripeterlo non fa male. In casa mia ci sono tanti orologi...almeno uno in ogni stanza e ognuno va a modo suo. Nessuno ci crederà a quello che sto per dire, ma invece è proprio vero, almeno per me. Fino a non tanto tempo fa passavo il tempo a spostare le lancette in modo che tutti i miei orologi fossero sincronizzati, ma non l'avevo mai vinta su di loro, per cui a un certo punto ho desistito e ora sono molto più contenta. Cominciai a lasciarli andare, nello stesso istante in cui decisi di togliermi l'orologio dal polso, avvertendo dentro di me, così, improvvisamente, non cercato, non voluto, ma venuto da lontano a farmi un regalo.....un gran senso di libertà. Immediatamente seppi che avrei lasciato in pace gli orologi di casa, rispettando la loro autonomia, il loro modo di essere stati costruiti, impostati, e questo senso di libertà aumentò esponenzialmente con gli anticipi o ritardi dei miei capricciosi amici. Il primo colpo di grazia me lo dette il grandissimo orologio che è in camera di mia figlia, quando lei decise di rimetterlo un'ora avanti agli altri, ma quello più grosso in assoluto l'ho avuto dal mio orologio a pendolo, quando dopo essere stato ricaricato da me, l'ho toccato con le mie mani costringendolo ad andare avanti di tre ore esatte. Nel momento in cui vorrò far tornare la cosa allo stato primitivo, basterà che lo chieda a mio figlio, ma al momento mi va bene così. L'orologio è perfetto e vedere quella pendola che si muove avanti e indietro mi da un senso di pace e di serenità, specie in questo momento in cui riflette le lucine dell'albero di natale, solo che invece di battere mezzogiorno, quando le lancette sono entrambe sovrapposte sulla verticale, batte le tre. Della qual cosa me ne accorgo solo se voglio accorgermene, altrimenti ormai mi passa del tutto inosservata, ma quando me ne accorgo allora la mia immaginazione prende il volo e comincio a domandarmi quali sono i luoghi in cui il fuso orario è avanti di tre ore rispetto a noi.
Mia madre, che non è fantasiosa come me e che vorrebbe in definitiva sapere l'orario giusto, anche stamani mi ha detto che non ci si capisce più niente, ed io mi sono ritrovata a rispondeerle con una piccola frase, che tuttosommato potrebbe diventare anche un aforisma: "Il Tempo è bello quando è libero. E' un illuso chi crede di poter chiudere il Tempo tra due parentesi". Il bello è che credo veramente a queste parole e ora che cerco, per quanto mi è possibile naturalmente, di disumanizzare questa bellissima e misteriosa dimensione, mi sembra di conoscerla un pochino di più, forse perché mi danno una mano il sole e le stelle, le ombre dei cipressi e dei campanili. Per non parlare del piccolo pozzo che ho davanti casa, che sarà profondo si e no mezzo metro, ma che il sole lo riflette come tutti gli altri pozzi e quando è mezzogiorno per gli altri, perbacco è mezzogiorno anche per lui.
domenica 27 dicembre 2015
venerdì 25 dicembre 2015
Non tutto ciò che brilla è luce
Ecco...il Natale è passato e ho aspettato volutamente di essere in fondo alla giornata per poter capire cosa mi ha lasciato quest'anno.
E' stata una giornata tranquilla, dedicata alla famiglia nella maniera in cui è stato possibile. Infatti, non avendo altri momenti a disposizione, abbiamo fatto la 'Colazione di Natale', con la tavola apparecchiata a festa e il buffet imbandito per l'occasione. Passare lo sguardo sulle buone cose che c'erano è stato quasi più godurioso che mangiarle. Stamani mi sono alzata alle sei e ho preparato la schiacciata col formaggio e col pecorino. C'era un profumino in casa! E poi i bomboloni, i croissants, la torta di castagne e la regina di tutte le torte; la superba sacher preparata da mia figlia. Insomma un lusso incredibile. Caffè e latte servito nelle belle tazze di Ginori, adagiate sulla ormai vetusta tovaglia natalizia, che guai a chi me la tocca! Ma non c'era gioia. Forse c'era fretta, forse altri pensieri che aleggiavano sopra di noi, non so, ma quella gioia intima,semplice, fatta di piccole cose e di tanta voglia di stare insieme, quella non c'era. Poi è iniziato il rito tribale dell'apertura dei regali, quel momento in cui un salotto per bene si trasforma in tre secondi in una concimaia di carte, cartine, fiocchi, stelline, dopodiché ci siamo accorti che mancava poco all'una, per cui abbiamo dovuto rimandare la laboriosa preparazione dei tortellini a data da destinare...credo a domani, mica tanto più in là. Il mio regalo è stato bellissimo. Mi hanno fatto un cellulare fotonico che, come dice quello, io speriamo che me la cavo. E così arrivati quasi alle otto e pronti per tornare a cena, ci accorgiamo di non avere per niente fame e che anzi, pensare al cibo, ai dolci, alle cascate di cioccolata della quale in genere vado ghiotta, mi fa quasi venire la nausea.
No! non ci sto! Possibile che il Natale sia tutto qui? Un'inutile giornata godereccia, che alla fine ti lascia sbattuto come un cencio e col solo desiderio di dormire? Così mi sono messa a pensare ai miei Natali ormai trascorsi e messi in naftalina, ma mai dimenticati...e improvvisamente mi è tornato in mente che in ogni Natale della mia vita c'è stato sempre un attimo, magari breve come un flash e altrettanto intenso, in cui ho sentito tangibilmente 'che era veramente Natale' . Pensa e ripensa, alla fine ho scoperto quale era stato il Natale, il mio Natale di quest'anno. Toh! Non l'avrei mai creduto, ma è proprio così. Lo spiego in poche parole.
Tre sere fa, tornavo a casa mia a piedi verso le dieci di sera. Sono passata per il corso, tutto addobbato con luci festanti, mentre dalle vetrine dei negozi facevano capolino babbi natale, renne, alberelli decorati e miriadi di lucine di tutti i colori. Gli archi antichi dei palazzi erano stati tutti incorniciati e lo spettacolo era veramente bello. Insomma un tripudio di luce abbacinante.
Arrivata in cima al corso, ho svoltato a sinistra per scendere verso casa e........la strada si è presentata nella sua usuale penombra, schiarita dalla luce giallastra di un lampione, ma giù in fondo la chiesina di Sant'Antonio abate, abbellita da piante e da una casa di cartone a simulare un presepio, mi si è stampata nella retina e mi ha allargato il cuore. Quella chiesina, così sola, così piccola, con quelle piante intorno e la cura di mani volonterose che l'avevano trasformata in un presepio, mi ha commosso e ho capito immediatamente che le altre luci sfavillanti non tenevano neanche un pò il confronto con quella piccola luce, che però spandeva intorno a sé un calore improvviso che veniva a scaldare il mio cuore e i miei pensieri. Quello è stato il mio Natale, un anelito alla semplicità, al silenzio, all'essenzialità della vita.
Tanti auguri a tutti.
E' stata una giornata tranquilla, dedicata alla famiglia nella maniera in cui è stato possibile. Infatti, non avendo altri momenti a disposizione, abbiamo fatto la 'Colazione di Natale', con la tavola apparecchiata a festa e il buffet imbandito per l'occasione. Passare lo sguardo sulle buone cose che c'erano è stato quasi più godurioso che mangiarle. Stamani mi sono alzata alle sei e ho preparato la schiacciata col formaggio e col pecorino. C'era un profumino in casa! E poi i bomboloni, i croissants, la torta di castagne e la regina di tutte le torte; la superba sacher preparata da mia figlia. Insomma un lusso incredibile. Caffè e latte servito nelle belle tazze di Ginori, adagiate sulla ormai vetusta tovaglia natalizia, che guai a chi me la tocca! Ma non c'era gioia. Forse c'era fretta, forse altri pensieri che aleggiavano sopra di noi, non so, ma quella gioia intima,semplice, fatta di piccole cose e di tanta voglia di stare insieme, quella non c'era. Poi è iniziato il rito tribale dell'apertura dei regali, quel momento in cui un salotto per bene si trasforma in tre secondi in una concimaia di carte, cartine, fiocchi, stelline, dopodiché ci siamo accorti che mancava poco all'una, per cui abbiamo dovuto rimandare la laboriosa preparazione dei tortellini a data da destinare...credo a domani, mica tanto più in là. Il mio regalo è stato bellissimo. Mi hanno fatto un cellulare fotonico che, come dice quello, io speriamo che me la cavo. E così arrivati quasi alle otto e pronti per tornare a cena, ci accorgiamo di non avere per niente fame e che anzi, pensare al cibo, ai dolci, alle cascate di cioccolata della quale in genere vado ghiotta, mi fa quasi venire la nausea.
No! non ci sto! Possibile che il Natale sia tutto qui? Un'inutile giornata godereccia, che alla fine ti lascia sbattuto come un cencio e col solo desiderio di dormire? Così mi sono messa a pensare ai miei Natali ormai trascorsi e messi in naftalina, ma mai dimenticati...e improvvisamente mi è tornato in mente che in ogni Natale della mia vita c'è stato sempre un attimo, magari breve come un flash e altrettanto intenso, in cui ho sentito tangibilmente 'che era veramente Natale' . Pensa e ripensa, alla fine ho scoperto quale era stato il Natale, il mio Natale di quest'anno. Toh! Non l'avrei mai creduto, ma è proprio così. Lo spiego in poche parole.
Tre sere fa, tornavo a casa mia a piedi verso le dieci di sera. Sono passata per il corso, tutto addobbato con luci festanti, mentre dalle vetrine dei negozi facevano capolino babbi natale, renne, alberelli decorati e miriadi di lucine di tutti i colori. Gli archi antichi dei palazzi erano stati tutti incorniciati e lo spettacolo era veramente bello. Insomma un tripudio di luce abbacinante.
Arrivata in cima al corso, ho svoltato a sinistra per scendere verso casa e........la strada si è presentata nella sua usuale penombra, schiarita dalla luce giallastra di un lampione, ma giù in fondo la chiesina di Sant'Antonio abate, abbellita da piante e da una casa di cartone a simulare un presepio, mi si è stampata nella retina e mi ha allargato il cuore. Quella chiesina, così sola, così piccola, con quelle piante intorno e la cura di mani volonterose che l'avevano trasformata in un presepio, mi ha commosso e ho capito immediatamente che le altre luci sfavillanti non tenevano neanche un pò il confronto con quella piccola luce, che però spandeva intorno a sé un calore improvviso che veniva a scaldare il mio cuore e i miei pensieri. Quello è stato il mio Natale, un anelito alla semplicità, al silenzio, all'essenzialità della vita.
Tanti auguri a tutti.
giovedì 17 dicembre 2015
Mamma mia!
Non ho avuto il tempo, .....ma no, ma no....molto meglio essere sinceri e ricominciare.
Non ho avuto la voglia di scrivere in questi giorni, e vai a sapere perché.
In effetti non sono stati giorni diversi da quelli in cui invece mi ritrovo a sciorinare un mare di amene bischerate, per poter in qualche modo manifestare, rendere condivisibili i miei stati d'animo, le mie certezze, le mie insicurezze e quel ballino di seghe mentali che mi tiro dietro da tutta una vita.
Già rileggendo queste poche righe, mi sto accorgendo che oggi pare voglia venir fuori prepotentemente la sessantottina che c'è in me. Non glielo permetterò, almeno non nel lessico e cercherò di riappropriarmi di quel linguaggio che non prevede parole volgari, anche se.........lasciatemelo dire! Una di quelle parole certe volte rende più di un libercolo di buone maniere e chiarisce perfettamente il concetto che si vuole esprimere.
Eppure in questi giorni ho avuto delle vere e proprie emozioni, qualcuna bella, qualcuna un pò meno, ma insomma sono stata protagonista della mia vita.
La prima bella emozione l'ho avuta quando ho fatto clic sul mouse per inviare il mio manoscritto all'Editore. Ho fatto clic e.....mi si è aperta una griglia sotto i piedi e io sono caduta nel vuoto improvviso della mia mente, nella quale in quel momento passavano soltanto nuvole leggere e anche un pò colorate devo dire.
Lo leggerà? Lo cestinerà subito? Mi arriverà mai un segno di risposta? "La contatteremo noi solo se saremo interessati" c'era scritto nella mail di ritorno che è arrivata poco dopo il mio invio. Non risponderanno mai, lo so già al novantanove per cento.....ma quell'un per cento che rimane mi fa sognare. Per me non è poco.
Un'altra emozione, sembrerà strano a chi non è un pò come me (non oso definirmi), l'ho provata quando mi è venuto incontro per la strada quello che sarebbe diventato il mio albero di natale. Il giorno prima non c'era, il giorno dopo era lì. Un grande ramo di pino con delle fantastiche pigne ancora attaccate, che aspettava pazientemente la mia passeggiata mattutina. La logica avrebbe voluto che tornassi indietro a prendere la macchina e caricarcelo. Ma no! Lui era lì, in quel momento, era mio, lo sentivo....e se fosse passato qualcuno e me l'avesse preso? E così me lo sono caricato in spalla e per quasi un chilometro ho arrancato sbuffando, incurante degli sguardi degli attoniti automobilisti che passavano e l'ho portato a casa.
Da quel momento tutto ha cambiato aspetto intorno a me e casa mia si è adornata di alberelli, presepi, decorazioni e luci e luci. Uno spettacolo! E pensare che quest'anno volevo fare poco o niente! Bella la coerenza vero?
E poi ieri... e chi l'avrebbe mai detto? Sono andata alla Posta e al ritorno sono passata per Piazza Grande, per dare un'occhiata alle decorazioni di Natale. Una volta lì, mi sono ricordata della Porta Santa e quasi controvoglia sono entrata in cattedrale. E invece! Mi è piaciuto essere lì ho deciso di passarci dieci minuti standomene in silenzio dietro una colonna. E invece! Una signora dopo un pò mi si è avvicinata e mi ha detto che se volevo confessarmi, il sacerdote era nel confessionale. Ho detto che non ero venuta per confessarmi, che ero lì non sapevo neanche io perché. E invece! Quelle parole mi sono rimaste dentro, per cui dopo un pò, mi sono avvicinata al confessionale e ho detto "E' permesso?" Il prete che c'era dentro si è affacciato alla tendina e mi ha guardato un pò allibito. "Sarebbe possibile confessami, ma non nel confessionale? Mi piace di più se vedo gli occhi di chi mi ascolta!" Il prete si è dimostrato immediatamente disponibile (mi è sembrato che non piacesse neanche a lui stare lì rintanato), è uscito e siamo andati a sedere in una panca dove abbiamo fatto una bella chiacchierata, nella quale sono riuscita a svuotare il sacco e dire tutto ciò che in questo lungo anno mi ha rattristato.....e dopo è stato proprio un bel momento di pace, lo devo proprio ammettere. Il mio interlocutore era all'altezza della situazione e ha saputo mettere al posto giusto i tasselli che io non riuscivo a inserire nel mosaico della mia vita.
Ora? Ho sempre un sacco di problemi, un sacco di aspettative, un sacco di speranze, un sacco di bene,che mi porto dietro giorno dopo giorno. Ho anche un sacco di ricordi brutti, che però, grazie a quel momento che ho vissuto ieri, posso mettere nel famos mosaico, con l'importanza che hanno, senza cercare di tirarmeli dietro e senza cercare di cancellarli come ho fatto fino ad ora, perché non ci riuscirei mai, così mi è stato detto dal mio arguto interlocutore. Così ho fatto e mi sento più leggera.
Mamma mia che tirata! E quante cose avrei ancora da dire.....meglio di no, vero?
Non ho avuto la voglia di scrivere in questi giorni, e vai a sapere perché.
In effetti non sono stati giorni diversi da quelli in cui invece mi ritrovo a sciorinare un mare di amene bischerate, per poter in qualche modo manifestare, rendere condivisibili i miei stati d'animo, le mie certezze, le mie insicurezze e quel ballino di seghe mentali che mi tiro dietro da tutta una vita.
Già rileggendo queste poche righe, mi sto accorgendo che oggi pare voglia venir fuori prepotentemente la sessantottina che c'è in me. Non glielo permetterò, almeno non nel lessico e cercherò di riappropriarmi di quel linguaggio che non prevede parole volgari, anche se.........lasciatemelo dire! Una di quelle parole certe volte rende più di un libercolo di buone maniere e chiarisce perfettamente il concetto che si vuole esprimere.
Eppure in questi giorni ho avuto delle vere e proprie emozioni, qualcuna bella, qualcuna un pò meno, ma insomma sono stata protagonista della mia vita.
La prima bella emozione l'ho avuta quando ho fatto clic sul mouse per inviare il mio manoscritto all'Editore. Ho fatto clic e.....mi si è aperta una griglia sotto i piedi e io sono caduta nel vuoto improvviso della mia mente, nella quale in quel momento passavano soltanto nuvole leggere e anche un pò colorate devo dire.
Lo leggerà? Lo cestinerà subito? Mi arriverà mai un segno di risposta? "La contatteremo noi solo se saremo interessati" c'era scritto nella mail di ritorno che è arrivata poco dopo il mio invio. Non risponderanno mai, lo so già al novantanove per cento.....ma quell'un per cento che rimane mi fa sognare. Per me non è poco.
Un'altra emozione, sembrerà strano a chi non è un pò come me (non oso definirmi), l'ho provata quando mi è venuto incontro per la strada quello che sarebbe diventato il mio albero di natale. Il giorno prima non c'era, il giorno dopo era lì. Un grande ramo di pino con delle fantastiche pigne ancora attaccate, che aspettava pazientemente la mia passeggiata mattutina. La logica avrebbe voluto che tornassi indietro a prendere la macchina e caricarcelo. Ma no! Lui era lì, in quel momento, era mio, lo sentivo....e se fosse passato qualcuno e me l'avesse preso? E così me lo sono caricato in spalla e per quasi un chilometro ho arrancato sbuffando, incurante degli sguardi degli attoniti automobilisti che passavano e l'ho portato a casa.
Da quel momento tutto ha cambiato aspetto intorno a me e casa mia si è adornata di alberelli, presepi, decorazioni e luci e luci. Uno spettacolo! E pensare che quest'anno volevo fare poco o niente! Bella la coerenza vero?
E poi ieri... e chi l'avrebbe mai detto? Sono andata alla Posta e al ritorno sono passata per Piazza Grande, per dare un'occhiata alle decorazioni di Natale. Una volta lì, mi sono ricordata della Porta Santa e quasi controvoglia sono entrata in cattedrale. E invece! Mi è piaciuto essere lì ho deciso di passarci dieci minuti standomene in silenzio dietro una colonna. E invece! Una signora dopo un pò mi si è avvicinata e mi ha detto che se volevo confessarmi, il sacerdote era nel confessionale. Ho detto che non ero venuta per confessarmi, che ero lì non sapevo neanche io perché. E invece! Quelle parole mi sono rimaste dentro, per cui dopo un pò, mi sono avvicinata al confessionale e ho detto "E' permesso?" Il prete che c'era dentro si è affacciato alla tendina e mi ha guardato un pò allibito. "Sarebbe possibile confessami, ma non nel confessionale? Mi piace di più se vedo gli occhi di chi mi ascolta!" Il prete si è dimostrato immediatamente disponibile (mi è sembrato che non piacesse neanche a lui stare lì rintanato), è uscito e siamo andati a sedere in una panca dove abbiamo fatto una bella chiacchierata, nella quale sono riuscita a svuotare il sacco e dire tutto ciò che in questo lungo anno mi ha rattristato.....e dopo è stato proprio un bel momento di pace, lo devo proprio ammettere. Il mio interlocutore era all'altezza della situazione e ha saputo mettere al posto giusto i tasselli che io non riuscivo a inserire nel mosaico della mia vita.
Ora? Ho sempre un sacco di problemi, un sacco di aspettative, un sacco di speranze, un sacco di bene,che mi porto dietro giorno dopo giorno. Ho anche un sacco di ricordi brutti, che però, grazie a quel momento che ho vissuto ieri, posso mettere nel famos mosaico, con l'importanza che hanno, senza cercare di tirarmeli dietro e senza cercare di cancellarli come ho fatto fino ad ora, perché non ci riuscirei mai, così mi è stato detto dal mio arguto interlocutore. Così ho fatto e mi sento più leggera.
Mamma mia che tirata! E quante cose avrei ancora da dire.....meglio di no, vero?
giovedì 3 dicembre 2015
A Semola
Ai suoi occhi verdi
pieni di mistero
al suo incedere claudiante
alla sua zampa di velluto
di ladro sopraffino
ai suoi lunghissimi baffi
al suo carattere schivo
eppur pieno di fusa
al suo arrotarsi le unghie sul divano
ai suoi salti impensabili sopra gli armadi
alla sua coda inerte e insensibile
alla sua lotta per sopravvivere
alla sua voglia di vivere
al di là della logica e dei neuroni
al suo affetto per noi
al nostro affetto per lui
a Semola
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