Che ne sapete voi? Che ne potete sapere voi che parlate dai vostri scranni dorati piccoli e grandi; dai vostri scranni di mamma politica, di mamma religione, di mamma banca? Che ne sapete voi, con i vostri bei discorsi, le vostre assicurazioni, le vostre promesse, che ne sapete cosa vuol dire la paura del domani, la mancanza di avvenire, la fine dei sogni? Che ne sapete voi, che avete comunque sempre la sussistenza assicurata? Voi parlate e poi tornate sempre tra le braccia della vostra mamma, qualunque essa sia e nella protezione che essa vi da, come fa ogni mamma, sentite di aver assolto al vostro dovere.
Ma che ne sapete voi delle notti insonni e delle tristi albe dei risvegli senza prospettive, delle rinuncie giornaliere per far sì che i figli abbiano qualcosa in più? Che ne sapete della lotta quotidiana che ciascuno fa per non far morire la speranza di un domani diverso? Che ne sapete del dolore e della paura di chi ha perso tutto, anche la patria? O forse lo sapete e non potete fare niente, vi ritrovate impotenti a gestire qualcosa che evolve velocemente e vi sfugge sempre più dalle mani.
Ma una cosa ve la voglio dire. Siamo stanchi di parole, di belle parole, di grandi parole. Preferiamo il silenzio che accompagna i fatti, come succedeva una volta, neanche tanto tempo fa, quando al tempo della mietitura, senza bisogno di chiedere, il vicinato si presentava per dare una mano, sapendo che poi a sua volta l'avrebbe ricevuta, preferiamo quel silenzio che poi si animava di sera nell'aia, intorno a un fuoco e diventava condivisione, proposta, voglia di stare insieme, progettualità semplice ma efficace, perché nessuno, neanche l'ultimo dovesse sentirsi solo. Un silenzio fatto di fatica, forse anche di fame, ma mai di solitudine. Preferiamo quel silenzio dove l'umanità non era soltanto numeri, ma anche uomini. Mi sto accorgendo che sto parlando al plurale, come se questo fosse il pensiero di tutti, e invece magari non lo è, ma è sicuramente il mio.
E meno male che almeno oggi c'è un uomo, Francesco, che viene a ricordare alle coscienze l'importanza dell'uomo, di ogni uomo...
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