E' inutile negarlo e quindi non lo nego. Io sono un'artista. Certo!.....ma un'artista delle cazzate. Me ne accorgo ogni volta che vado a rileggere qualcosa che ho scritto. Per carità....io credo fermamente a tutto quello che scrivo, ci credo nel momento in cui scrivo e le parole illusorie che mi vengono così facili, sono tutte autentiche, come del resto i sentimenti. E' questa la cosa tragica, o comica, chissà! Bisogna vedere da che punto di vista si guarda la cosa. Io mi do ogni volta uno scopo nuovo nella vita, una mèta da raggiungere, una salita da affrontare. E le salite le affronto veramente con lo spirito stakanovista che mi contraddistingue, nella stupida convinzione che dopo ogni salita ci sia sempre una discesa.....e magari sarà anche vero, ma non sempre, e non è detto che la discesa sia sempre meno faticosa, ma sicuramente offre più occasioni di fare degli scivoloni iperbolici. Però fino ad oggi sono andata avanti così, e le illusioni che mi costruisco come castelli delle fate, alla fine fanno di me una persona sempre pronta a rimettersi in discussione, a ritrovare il sorriso e a dare in parte agli altri una serenità che io non sento neanche un pò. Tutto questo fino a ieri l'altro. Durante la mia passeggiata mattutina è ormai arcinoto che mi piace immergermi nella natura e nella sua contemplazione, nel volo degli uccelli, nello stormire delle fronde, nei primi fiori che fanno capolino nei campi. Tutto ciò mi rigenera e mi spinge molto spesso a pensare a san Francesco, alla sua vita, alla sua scelta, per cui quando tornando verso casa sul viale di san Biagio, mi sono venute in mente le parole 'vai e ripara la mia chiesa', non mi sono stupita per niente, per quante volte le ho lette o sentite o guardate in un film. Il problema è cominciato da allora in poi, perché quelle parole non mi hanno più lasciato e me le sono ritrovate in ogni momento delle mie giornate, per cui a un certo punto ho cominciato a pensare quale chiesa potesse esserci da riparare lì nei dintorni. San Biagio no, perché i lavori sono appena terminati, le altre chiese mi sembrano tutte in ottimo stato......per cui le ho scartate tutte, e poi che avrei potuto fare io per riparare una chiesa? Allora il mio pensiero è corso alle edicole che sono sparpagliate nei dintorni,ma anche quelle sono tutte seguite e accudite piuttosto bene. Boh!
Il mio vero problema è la fantasia, perché quando non so rispondermi a una domanda che mi fanno o che mi faccio da sola, chiedo il suo aiuto, e anche stavolta lei è stata veramente gentile anche se piuttosto rozza nell'esprimersi perhé mi ha apostrofato esattamente con queste parole: "O gonza che non sei altro....credevo tu fossi più intelligente sai!? Possibile che non hai capito che la chiesa da riparare sei te?"
"Iooo?" le ho risposto completamente, genuinamente sorpresa "E che cavolo c'entro io?"
"La tua anima,o il tuo cuore, chiamalo come vuoi, è quella la chiesa che devi riparare, quella dove ogni volta andavi a pregare e a cercare conforto...non ricordi neanche più?"
Sono rimasta senza parole.
"cerca di fare mente locale via! Non la chiesa degli stucchi, dei paroloni, delle prediche senza fine e senza capo né coda, se non quella dell'autocompiacimento.....ma quell'altra, quella semplice della tua infanzia e della tua giovinezza, quella della preghiera per i tuoi cari o per il tuo amore, quella del profumo della primavera e del sole che filtra dalle feritoie delle piccole finestre del tuo cuore......non luci abbacinanti, non effetti spettacolari, ma tenui raggi di sole che vanno a parlare col silenzio. Quella è la tua chiesa, quella che evidentemente devi riparare, quella nella quale non sei più entrata per tanto ...troppo tempo, altrimenti avresti visto in che stato è!"
"E tu potresti farmela nuovamente vedere,magari per un attimo? le ho domandato sapendo che stava dicendo il vero. La mia fantasia è un portento e non ha esitato neanche un momento, forse perché io l'immagine l'avevo già davanti agli occhi e poco dopo una chiesina piccola si è materializzata davanti ai miei ricordi. Ma com'è ridotta. Tutta diroccata, abbandonata, con le erbacce che le crescono intorno e persino nelle fessure delle pietre. L'unica cosa che mi conforta è la piccola campana che ancora è al suo posto, anche se nessuno la suona più!"
"Da quanto tempo il tuo cuore non suona più veramente a festa?" mi ha chiesto impietosa la fantasia. Non ho saputo farle nient'altro che un breve cenno della mano a dimostrazione che il tempo è veramente tanto, così tanto che non so neanche più come si fa!"
"Ora sta a te!" mi ha detto lei e se ne è andata, lasciandomi con la mia nuova consapevolezza. Ce la farò a riparare la mia chiesa? In questo momento mi dico tristemente di no, ma poi chi lo sa? E anche queste parole che ho appena scritto sono come le tante altre illusioni di cui sembra che non possa fare a meno di nutrirmi? Non lo so, quello che so è che anche ora queste parole mi vengono in mente, quasi a stimolarmi di ripartire per una nuova salita, incurante della fatica, per andare dritta verso una mèta che non so dove sia, ma che dentro di me voglio sperare che invece sia là....proprio dietro a quel poggio, o a quello oltre, o a quella cima che intravedo appena.Bisogna che non perda assolutamente la voglia di camminare,magari non solo fuori, ma anche dentro di me.
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