La mia camera è il luogo dove ho racchiuso il mio mondo e dove io passo molte ore, sentendomi la regina incontrastata di quel mondo tutto mio, che senza averne coscienza, ho costruito perché tutto mi parlasse della mia vita nell'arco di stettantacinque anni, settantasei tra qualche giorno.
Fino a stasera non mi ero resa conto di aver fatto una simile opera, poi oggi il mio sguardo si è posato fuggevolmente su alcune fotografie,rimandandomi per brevi attimi ricordi sbiaditi, che si sono dileguati immediatamente, mentre i miei occhi si spostavano verso altre cose, altri oggetti e vi si posavano per brevi attimi, restituendomi sensazioni fuggevoli, che pensavo di aver dimenticato, e che invece erano lì che aspettavano solo di essere richiamate.
Fino a quel momento avevo pensato di essere soltanto un'accumulatrice seriale di piccole cose mie e di altri ai quali voglio bene, invece oggi mi sono resa conto improvvisamente di aver costruito la mia vita dentro una stanza.
I tanti libri che sono nelle librerie non sono solo libri,ma sono momenti di crescita, momenti di immaginazione e di fantasia, momenti di voglia di sapere, di conoscenze nuove. Lo stesso discorso vale per le tele che ho dipinto e che magari non mi piacciono neanche,ma anche quelle evocano stati d'animo mutevoli, a volte rabbiosi, a volte rassegnati, a volte speranzosi.
E poi i piccoli oggetti che mi guardano da lontano, come la spazzolina per i miei capelli di neonata e il mio Bambi di gomma, e a seguire il primo sonaglino dei miei figli, che si è sempre chiamato chicchele. E le scatole di latta e di cartone che raccolgono vecchie fotografie spuntano da ogni parte e fanno compagnia alla macchina da cucire della mia mamma, che con quella ha fatto piccoli capolavori per sua figlia, cioè io. Se alzo gli occhi , vedo sull'armadio due piccole valigette e una più grade in cartone, di quelle che allora si usavano per spostarsi con il treno.In una di quelle valigette cè il guinzaglio e il collare di Bali, il mio Husky, ma molto di più il mio amico, e altre piccole cose che facevano parte della sua vita.
Poi il mio sguardo si è posato sulle fotografie dei miei genitori e dei miei figli, e ho sentito inequivocabilmente che loro sono con me in quella stanza, dove c'è rimasto a malapena il posto per un lettino, il mio letto, cosicché la sera, quando vado a dormire, tutte le cose che amo mi sembra che mi avvolgano e mi fanno addormentare più serena, anche quando non c'è alcun motivo per esserlo.
Ecco, oggi mi sono resa conto di aver fatto della mia camera, una capsula del tempo, una di quelle capsule che mi affascinano tanto e che racchiudono silenziosamente dentro di loro, il come eravamo, che cosa speravamo, per lasciare qualcosa di noi a chi verrà dopo di noi, una capsula tutta mia, nella quale io sono il cuore e la mente.
Non è stato un momento di felicità, direi proprio di no, tutt'al più, solo un attimo di dolce e intensa malinconia, che non ho permesso durasse molto, Poi ho riaperto la porta e sono uscita dalla mia capsula del tempo, chiedendomi che cos'altro ci avrei messo ancora.

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