sabato 20 settembre 2025

Il giorno del Ricordo


 Quarant'anni fa in un caldo pomeriggio d'estate, cominciava la  nostra avventura.

Sembravamo un gruppetto male assortito di ragazzi imberbi, e di adulti che si ritrovavano insieme, quasi per caso, con una strada da tracciare e tanti progetti da costruire. Cominciammo prima a conoscerci, scrutarci, togliere la barriera che era di mezzo alle nostre rispettive età.  E in quella calda estate, tra incontri e cene allegre il miracolo avvenne. Stavamo bene insieme.

Quei ragazzi, i loro occhi di allora sono sempre rimasti dentro di me. 


Oggi il mio ricordo, si posa solo negli occhi di uno, si perde dentro di loro per tornare indietro nella sua storia, che non è quella di un eroe, né quella di una celebrità, ma solo quella di un uomo, di uno dei miei ragazzi, e basta questo per renderla importante per me . 

Non importa il suo nome che abbrevio in F,  io lo chiamo da sempre   Rigido, per quel suo modo di essere sempre discreto, riservato, rispettoso anche nello scherzo, fin da quando aveva quindici anni e questo nomignolo affettuoso è  sempre andato avanti nel tempo ed è  arrivato fino ad oggi, quarant'anni dopo.

Quarant'anni di esperienze, di crescita, di scelte che portarono F a costruire la sua vita in un luogo lontano dal nostro paese. Ma continuammo a stare insieme ogni volta che potevamo, mentre la nostra piccola famiglia si allargava e diventava una grande famiglia, perché nel frattempo i ragazzi erano cresciuti, avevano formato il loro nucleo familiare, erano diventati genitori, e più che altro erano rimasti amici, legati da momenti indimenticabili vissuti insieme. E tutti i loro affetti entrarono a far parte della nostra storia. Una storia semplice, dove F ha sempre trovato la sua giusta dimensione, restando uno di noi. E insieme a lui anche sua moglie.

Ci piacque subito N, quando lui ce la presentò,  forse per quello scintillio che aveva negli occhi, per quel sorriso sincero e aperto che la rendeva solare. Era bella dentro, e nel tempo ha conservato sempre quell'aura speciale, fatta di semplicità, di gioia e di voglia di vivere, che ce la rese subito simpatica. Il nostro cerchio si apri e l'accolse immediatamente e così anche lei diventò una di noi.

Com'è strana la vita. 

Ci sono lunghi momenti in cui sembra che ciascuno sia andato per la sua strada, in un cammino senza ritorno, ma poi basta un richiamo per qualcosa che parla di gioia, o più spesso di dolore, per ritrovarsi tutti insieme, in quel cerchio che nacque quarant'anni fa, per essere vicini e riscoprirci come se il tempo non fosse mai passato, a parlare lo stesso linguaggio fatto di poche parole e di tanta presenza, che permette di non sentirci e di non far sentire gli altri mai soli. Personalmente ne ho fatta esperienza più di una volta.

Presenza fisica, e ancor più, presenza mentale e spirituale, per aiutare a percorrere anche il giorno più buio dell'esistenza, alla persona che deve attraversare il tunnel della perdita e  della sofferenza, che non avrei mai voluto vedere negli occhi dei miei ragazzi, oggi negli occhi di F.

Presenza che parla di impotenza, di debolezza umana, di incapacita di trovare parole adatte per consolare, per aiutare. Oggi  siamo  tutti qui con lui, chi in un modo, chi in un altro in questo grande prato della vita, stretti in un abbraccio ideale,  mentre il fuoco dell'amicizia, quella vera,  si alimenta del nostro dolore condiviso con un amico, che ora in questa nostra grande famiglia è un fratello e un figlio.

Difficile da spiegare lo stato d'animo che  ci vede salutare la gentile fatina che oggi è salita sul treno di un binario invisibile. La voglio vedere e  ricordare col suo solito sorriso e con lo scintillio dei suoi occhi, con la stessa espressione di quando in una sera, che è rimasta memorabile nei nostri ricordi, la casa di F e N si animò di allegre risate, quando lei con voce birichina chiamò un numero al cellulare, e a chi rispose disse solo "Scusi, c'è Marcello?". Era solo uno scherzo che facevamo a un amico in un'ora tarda, chiamandolo a turno, e da allora questo Marcello inesistente è rimasto con noi, nell'allegra gioventù dei miei ragazzi che si rifletteva dentro i miei occhi.

Ricordi. Ricordi che si affollano, che vanno indietro nel tempo a parlare di vita.

E fu sera e fu mattina 

Domani sarà un nuovo giorno  per F e per i suoi figli in un sentiero ancora non battuto. Oggi è il giorno del Ricordo. 

 


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