Ho aperto una nuova pagina sul mio Blog e immediatamente mi sono detta "E ora che ci scrivo?"
L'ho fatto così, istintivamente, ma consapevole che quando scrivo mi rilasso, che le nuvole nere vanno un pò più in là, e mi lasciano libera di scorrazzare per un po' sotto i raggi del sole o di un temporale estivo, o nella fragranza del profumo dei tigli e anche in quello dei gelsomini.
Sì, proprio nel profumo del gelsomino, di quei gelsomini che erano in quel fazzoletto di terra, che pomposamente chiamo orto, dove vado tutti i giorni d'estate a sedere negli scalini, al riparo di un muro che protegge le mie scorribande nei più fantastici mari del mondo, fino ad arrivare a farmi sentire persino il profumo della salsedine e un leggero sciabordio delle onde, che arrivano fino ai miei piedi nudi, anche se io so benissimo che non è nient'altro che il vento che smuove le foglioline dei pomodori che stanno crescendo e maturando. Lì, appoggiata a quel muro, resto sotto il sole per dieci minuti, ma sono dieci minuti rigeneranti.
I gelsomin erano stati piantati una decina di anni fa e da bravi ragazzi si erano arrampicati su per la rete insieme all'edera e a una rosa rossa.....poi il gelo, di quattro anni fa li aveva seccati e se ne erano andati, senza lasciare traccia.
Ero rimasta molto dispiaciuta della loro assenza, ma non avevo mai pensato di piantarne altri. Poi, due anni fa, mentre tagliavo l'erba, vidi spuntare alcune foglioline e così seppi che i miei gelsomini non si erano arresi, che ce la stavano mettendo tutta per tornare a vivere e a regalare il loro profumo, e da quel giorno ho seguito la loro rinascita. Ora me li godo insieme a un carpano, un testucchio, un faggio e tante fragole, che hanno deciso di propagarsi all'infinito. Nessuna di loro è una pianta per caso e ciascuno di loro mi è caro, perché mi porta a dei ricordi che rinverdiscono ogni volta che il mio sguardo si posa su di loro, prima di chiudere gli occhi al tepore del sole che mi scalda. Così, ogni giorno prima di lasciarmi cullare dal mio sonnellino pomeridiano di cinque minuti, scorro lievemente col pensiero sul significato che ognuno di essi ha per me e mi addormento nel mio mare immaginario, che cambia ogni giorno prospettiva e colore, mentre i gelsomini mi inondano col loro profumo.