sabato 21 novembre 2020

Cena "Vecchi Scout" 2020


Grigliata Scout 2019 - Gruppo Scout Udine 2 AGESCI


IN QUEL TEMPO

PROLOGO

 

Quella mattina si svegliarono prima del sole. Chissà perché, ma la notte non erano riusciti a dormire bene, in quel boschetto, vicino ai ruderi di un antico insediamento. Erano arrivati, muniti di tutto l’equipaggiamento più sofisticato, una decina di giorni prima e si erano messi subito al lavoro, sicuri che quel luogo così bello avrebbe avuto delle sorprese per loro, ma fino a quel momento i loro scavi non avevano prodotto alcun risultato, salvo forse un po' di pietre che sembravano quasi definire un anfiteatro, vicino ai pochi resti di quella che doveva essere stata forse un’abitazione, neanche tanto piccola in verità.Il Gruppo Archeologico, del quale facevano parte, dopo aver fatto un sopralluogo del posto e avere ammirato il panorama che si vedeva da quel poggio alto poco più di seicento metri, aveva deciso che in tempi passati doveva avere avuto una vita piena di fermento e così senza lesinare sugli equipaggiamenti e sul tempo da impiegare in quella ricerca, aveva inviato i tre archeologi più svegli di tutto il gruppo. che erano gli stessi che avevano partecipato alla recente spedizione in Egitto, per recuperare l’antica piramide, dall’insabbiamento che la stava nuovamente nascondendo agli occhi del mondo. I tre uscirono uno dopo l’altro dalla tenda supertecnologica che avevano montato semplicemente premendo un bottone. Dentro era fornita di tutti i comfort possibili, WC profumato all’essenza di mammole incluso. Il sole ora era sorto all’orizzonte e brillava già di un verde intenso, ma in lontananza si vedevano le prime nuvole cianotiche che non promettevano niente di buono.Speriamo di poter lavorare, e che quei nuvoloni non ci scarichino addosso tutto il loro liquido così nauseante!” si dissero col pensiero. Poi ciascuno prese i suoi strumenti e la giornata cominciò. Spitz, che era il capo della spedizione prese il suo SLIM/2 e cominciò a scrivere col pensiero. “Oggi, giorno trentaquattresimo del mese di Nim, dell’anno 627 p.c, il nostro lavoro si concentrerà nella zona limitrofa agli insediamenti, nella parte che guarda la valle”. E così passò tutta la mattina e parte del pomeriggio, poi Pug gridò “Ho trovato qualcosa!” e Spitz e Akita corsero vicino a lui, che teneva trionfante qualcosa in mano. Si precipitarono all’interno della tenda, mentre le prime gocciolone puzzolenti scendevano su di loro lasciando vistose patacche di intenso ciano. Ci volle parecchio tempo e molta precauzione per riuscire a togliere tutto ciò che lo strano oggetto aveva intorno a sé, ma alla fine riuscirono a liberare quello che a loro sembrò essere una bottiglia, sulla quale si vedevano ancora dei segni, una grande C e più distaccato e più piccolo un ...ola.Chissà che vuol dire!” disse Akita, ma subito dopo avvicinò di più gli occhi alla bottiglia sporca di terra e di anni ed esclamò “Ma dentro c’è qualcosa!”. Diverso tempo dopo erano riusciti a estrarre dalla strana bottiglia un rotolino di carta molto ben conservato.Apriamolo con molta attenzione!” disse Pug e cominciò a srotolare quello che si rivelò essere uno scritto. "Mi sembra che sia scritto in Italiano antico!” disse Akita eccitatissima. “Meno male che abbiamo con noi il traduttore simultaneo, così potremo leggere subito che cosa dice!”. Spitz prese lo SLIM/2, appoggiò il foglio sullo schermo e tre secondi dopo riuscì a leggere ciè che era scritto nell’antico foglio.Leggi a voce alta!” dissero gli altri e lui lesse.

Ciò che è scritto

Antefatto


Siamo a novembre inoltrato, il novembre del 2020. Oltre a essere un anno bisestile, cosa che avremmo sopportato facendogli ricchi pernacchioni, questo è l’anno del Covid e con lui i pernacchioni non funzionano. Stiamo combattendo una guerra contro un nemico invisibile, ma potentissimo, talmente potente che ha messo in ginocchio tutto il mondo, e ha cambiato chissà per quanto tempo il nostro modo di essere e di rapportarci agli altri. La nostra vita sociale è drasticamente cambiata e molte cose che prima erano naturali e scontate, ora non si possono più fare ormai da molti mesi. Tra l’altro proprio pochi giorni fa siamo stati confinati in quella che è chiamata “Zona Rossa” per cui fino a che questo periodo che oserei chiamare di “merda”, perché nessun altro termine può rendergli giustizia, non sarà passato, non possiamo neanche incontrarci. Ma Novembre è anche il mese della Cena dei Vecchi Scout, e così per non perdere una tradizione che ormai ci è cara, abbiamo deciso che se non possiamo farla in presenza, la faremo in altro modo, e neanche in maniera virtuale, sul computer, perché questa cena deve rimanere negli annali, e non sparire nel niente, dopo una frugale apparizione. Quindi la faremo all’Eremo della Maddalena, là dove tutto è cominciato nel lontano 1985. Non andremo nel convento, perché i Cappuccini sono in quarantena per via del Covid, ma nel boschetto che è lì vicino, nel magico boschetto che ha visto tante delle nostre uscite. Non avremo neanche freddo, perché saremo lì solo con la fantasia, con i nostri ricordi, con la voglia di essere insieme…………………..tutti siamo prenotati, con le rispettive famiglie naturalmente e naturalmente i pargoli non devono mancare, anche se alcuni di loro non sono più tanto pargoli. La data della nostra cena è fissata a sabato 21 Novembre 2020 alle ore 20,00. Basta fare un tuffo nella fantasia e dentro di noi.


Oggi 21 Novembre 2020

 

Ed eccoci qua, e non fa neanche tanto freddo in verità. Forse sarà perché i primi volonterosi che sono arrivati hanno già acceso il fuoco, che sta scoppiettando, forse sarà perché la voglia di fare un’uscita era in tutti, dopo tanto tempo che non facciamo più niente. Mentre aspettiamo gli altri, si improvvisano i tavoli e come ogni anno anche se si dice di contentarci di poca roba da mangiare, alla fine ci ritroviamo a fare delle epiche strippate. Intanto, in attesa di chi deve arrivare, facciamo il primo brindisino, per scaldarci e per creare la nostra solita atmosfera goliardica, ridanciana, perché la vita di tutti i giorni con i suoi tanti problemi, stasera deve rimanere fuori da questa porta. Già, ma dov’è la porta? Quanti brindisini la la la la la la dovremo fare, prima di capire dov’è questa benedetta porta? Ma dai! Basta guardare il cielo che c’è stasera, con le stelle e il suo quarto di luna, per capire che quella è la porta. Qui ci siamo noi stasera, e oltre quella porta, ciascuno ci veda quello che vuole. 

Un profumo di salsicce e di costolette comincia a diffondersi nell’aria dando forma alle pareti di questa sala di un ristorante immaginario, dove tutti siamo di volta in volta commensali, cuochi e camerieri. Intanto alla spicciolata stanno arrivando tanti ragazzi, molti veramente giovani, altri un po' meno, altri ancora, decisamente attempati. Ma siamo tutti ragazzi stasera, pronti a prenderci in giro, a sfotterci, a dire scempiaggini, e a brindare….. sempre a brindare. Come sempre, come ogni anno! I tavoli improvvisati sono pieni di ogni ben di dio. Ma guarda che zuppiere di pici! E che profumo. Chi li avrà fatti? Ma importa forse?E più in là le immancabili ciaccine e il formaggio pecorino, e gli affettati di una volta, quelli veri insomma, che basta guardarli e vedi il maiale che ti saluta. Anche le salsicce e le costolette sono pronte. Da ultimo è comparso anche il rigatino, mentre le bianche fette di pane, che di notte sono ancora più bianche, si ammucchiano una sull’altra sui tavoli. E poi le crostate e i ciambelloni, poi, meraviglia! la Nutella, con altro pane. Il dulcis in fundo e che acquolina in bocca!Ecco! Ora siamo tutti e nel pensiero ci sono anche quelli che non sono potuti venire o che non sono voluti venire, ma che hanno condiviso con noi momenti unici e irripetibili, destinati a rimanere per sempre, volenti o nolenti. L’appetito è tanto e la sera frizzantina lo stimola anche di più. E se si facesse anche il vin brulé? Perché no! Arriva quasi all’improvviso la benedizione, corta e veloce come sempre, intrisa del profumo di salsiccia e di ragù che con un “buon appetito” ci da il via. Tutto è buono, no ….buonissimo, anche quello che non è perfetto. Qualche ciaccina è bruciacchiata, nei pici se ci fosse stato un po' di sale in più, male non sarebbe stato, qualche costoletta non era proprio cotta, il vino un po' buono, un po' decisamente meno, scorre con vivacità dai bicchieri nelle gole, il casu martzu corre per il tavolo, le parole volano libere sempre più in alto, insieme a quei musicali rumori detti anche rinfaccini, o meglio, ruttini, che a volte se si corre il rischio di dire che non si riconoscono più gli autori, diventano anche ....oni! Qualcuno ha già toccato la luna che è impallidita, i brindisi si intensificano e siamo contenti…...sì ecco! Contenti di esserci, di ritrovarci ancora una volta, di sentire che intorno a noi, lentamente, ma in maniera sempre più avvolgente corre un sentimento vecchio come il mondo, ma sempre nuovo, se noi riusciamo a rinnovarlo , ad alimentarlo fino a farlo scoppiettare come la fiamma del nostro fuoco che ora, libera dai freni delle griglie e alimenteta con nuova legna brilla intorno a noi, per noi, e ci riscalda. Possibile che l’amicizia, anche dopo tanto tempo, tante distanze, tanti modi di pensare diversi, abbia lo stesso colore del fuoco e i suo stesso calore? Sembra proprio di sì. E così è naturale in un momento non scelto, non stabilito, ritrovarci in cerchio intorno a quel fuoco, come tante e tante volte abbiamo fatto nel corso di tutti questi anni, e accorgerci che ogni favilla che si innalza porta con sé un ricordo. E sono tanti, così tanti, che verrebbe voglia di scriverli, ma allora ci vorrebbero pagine e pagine.Si ride, si scherza, ci si guarda, intorno a quel fuoco, alla ricerca di ciò che il tempo ha lasciato su ognuno di noi, dentro i nostri occhi, e ci troviamo tutto, gioie, dolori, preoccupazioni, speranze, la gioventù di allora e la gioventù di ora, vissuta da ciascuno con gli anni che ha….la vita insomma e ci sentiamo fortunati di poterla condividere di tanto in tanto e una volta di più tornare ad essere Amici miei.La cena è finita, i più piccoli cominciano a ciondolare, tutti ci ritroviamo un po' malinconici, non si sa se per via del vino, o per l’imminente separazione, o per entrambe le cose. Passerà un altro anno prima che questa cena sia nuovamente organizzata. E così , senza volerlo si è creata l’atmosfera giusta per cominciare a intonare stonando come sempre “Signor tra le tende schierati” . Non ci sono credenti e non credenti in questo momento. Ci siamo solo noi e un’emozione, alla quale ciascuno da il nome che crede, ma tutti sentiamo, in quell’attimo, mentre stringiamo forte la mano, degli altri prima di lasciarla, che qualcosa è passato tra di noi, qualcosa che non ha nome ma che ci ha tenuto uniti nel tempo. Già, il tempo! Che è passato in maniera diversa a questa cena, come del resto a tutte le altre. Sembra di essersi incontrati da poco e invece mezzanotte è passata da un bel pezzo! Così è bello terminare la serata con un Bim Bum Crac, portandosi a nanna un’altra manciata di ricordi. Oltre a quelli, è questa cena che deve diventare un ricordo, in modo che quando parleremo di quelle fatte a Santa, o dalla Marcella, o da Forcillo, ricorderemo anche questa fatta all’Eremo della Maddalena, o o se preferiamo ai Cappuccini, in un anno strano, in una modalità diversa, per non rompere quel filo magico che ci tiene uniti da tanti anni. Chissà! Forse sarebbe bello, prima di andare via, arrotolare questo foglio, infilarlo in una bottiglia vuota della Coca-Cola, e ridendo e scherzando, ma non più di tanto, pensare che un giorno speriamo non troppo lontano, faremo un’uscita e evocando la Tribù, decideremo di nascondere in un luogo sicuro questa bottiglia per lasciarla al Tempo che verrà, e forse in quel momento ritroveremo la nostra vera dimensione che è quella di crescere, maturare, invecchiare, restando sempre dentro tutti un po' ragazzi. Ragazzi che non disdegnano di pensare che tra tanti anni forse qualcuno ritroverà quella bottiglia e leggerà ciò che ci è scritto e anche questo brindisi molto raffazzonato, al quale speriamo che ne seguano molti altri, declamati da quelli che in genere sono i menestrelli di tutti i nostri pranzi e delle nostre cene, e quindi anche di questa cena unica e speciale.

E magari dirà “Ma che gente strana viveva in quell’epoca!”

 Sì….....Ma a noi ce ne frega qualcosa?

  E QUESTO VINO E'

BONO E SA DI MALVASIA UN 

BRINDISI ALL'IMMANE ED ALLA COMPAGNIA





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