martedì 18 giugno 2019
Il mio Oceano mare
“Ed è qualcosa da cui non puoi scappare. Il mare... Ma soprattutto: il mare chiama... Non smette mai, ti entra dentro, ce l'hai addosso, è te che vuole... Puoi anche far finta di niente, ma non serve. Continuerà a chiamarti... Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà.”
Alessandro Baricco
Il mare l'aveva visto per la prima volta quando aveva otto anni. Se l'era trovato davanti improvvisamente, così, senza che nessuno le avesse spiegato che cosa fosse il mare.
Era una splendida giornata di giugno e quello che si presentò ai suoi occhi bambini, fu qualcosa che le tolse il respiro. Una grandissima tavola azzurra che brillava come se sulla sua superficie si fossero posate tutte le stelle della notte. Fu una sensazione forte, travolgente, che neanche in seguito quando via via ci ripensò nell'arco della sua vita, riuscì a spiegarsi. In quel momento seppe solo istintivamente che doveva esternare quella sensazione in maniera del tutto fisica e cominciò a correre verso quell'azzurro a braccia aperte, mentre una grande gioia sprizzava dentro di lei, e senza che lo sapesse, provò per la prima e forse unica volta cosa volesse dire libertà....specialmente quando si accorse che il mondo adulto, turbato forse da questa eccitazione che vedeva in lei, cominciasse a correrle dietro per fermarla.
Tornata a casa, quando ancora il brillio di quel mare era dentro i suoi occhi, sentì il desiderio di parlare di quella meraviglia ai suoi amici di allora, due ragazzini, uno un pò più piccolo di lei, l'altro più grande di due anni. Provò a spiegare ciò che aveva visto e le sensazioni che erano tornate a casa insieme a lei, senza riuscirci veramente. Del resto, come poteva una bambina descrivere qualcosa che aveva vissuto quasi come se fosse stata una persona grande? E che fosse così, lo seppe negli anni che passarono, quando altre emozioni vennero a giocare ruoli fondamentali nella sua vita adulta.
Il bambino più piccolo ascoltò, e poi continuò a giocare. L'altro invece, forse per vantarsi di una conoscenza che i suoi due anni in più gli davano a pieno diritto, le disse: "Beh! Hai visto il mare, Il mare è bello, ma è solo una pozzanghera in confronto all'Oceano!" e con queste parole chiuse il discorso, senza sapere che la parola Oceano, sarebbe rimasta per sempre nella vita di lei, magari nascosta, magari qualche volta quasi dimenticata, magari a volte anche detestata, ma ci sarebbe sempre stata.
Che cos'era l'Oceano? Lei non lo sapeva ancora, era la prima volta che sentiva quel nome, ma non lo disse e istintivamente rispose: "Io un giorno lo vedrò!" E mentre lo diceva, seppe di crederci veramente.
E finalmente un giorno l'ha visto e l'ha incontrato. Sono passati più di sessant'anni, ma l'Oceano ha avuto pazienza, e onda dopo onda ha aspettato che la bambina arrivasse e gli parlasse senza parole, solo con le onde di quel mare che lei ha sempre avuto dentro di sé e che ora finalmente ha potuto riversare nel grande Oceano, per attendere le sue risposte, come fa il gabbiano, quando si ferma e lo contempla da uno scoglio, e proprio come un gabbiano, non ha corso stavolta, ma ha volato nel cielo della sua vita e ha conosciuto per la prima e forse unica volta la Leggerezza, perché l'Oceano, il suo Oceano mare, le ha detto: "Il Mare è bello, ma è solo una pozzanghera in confronto all'Oceano. L'Oceano è bello perché è più grande e più profondo, ma è solo una pozzanghera in confronto all'Oltre .".
Che cos'è l'Oltre? La bambina non lo sa, è la prima volta che sente parlare di un mare che si chiama Oltre, poi
l'ha guardato lungamente, fino al punto in cui acqua e cielo si incontrano e si fondono in un unico azzurro e istintivamente ha risposto; "Io un giorno lo vedrò". E mentre lo diceva ha saputo di crederci veramente.
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