La signora Luisa è partita stamani, insieme al suo seguito e io, chi lo avrebbe mai pensato? mi sono sentita felice, di quella felicità vera autentica, che dura un attimo e poi fugge via e che ho provato solo altre due o tre volte nella mia vita. Vale la pena provare una felicità del genere, perché non si dimentica più. E tutte le volte che sono stata veramene felice, non è stato per chissà quale cosa o quale successo. Sono sempre state piccole cose mie, della sfera strettamente personale,delle quali è inutile parlare, tanto non ne verrebbe fuori niente di concreto, ma solo un groviglio di sensazioni senza nome, che tutte insieme provocano la scintilla della felicità. Esiste, esiste la felicità ed è inutile andarla a cercare, volerla programmare, cercare di provocarla. Non funziona. Lei viene da sé, e non è adrenalina, non scuote le membra, non appanna il cervello, ma entra dentro, fino alla più piccola fibra dell'essere e lo porta in alto, dove non so, perché è troppo breve per poterla contestualizzare in un luogo o in una persona, o in un'essenza, o in una musica. Troppo breve per sembrare persino vera, ma dopo che l'hai provata eccome ti rendi conto che è vera .....e non solo vera,..... è viva. La felicità è un guizzo di luce, un laser, che stampa nell'anima in un attimo tutto il vissuto di una vita. Io l'ho provata stamani? Perché?
Guardavo partire oggetti che mi sono cari, che sono stati parte integrante della mia vita e invece di essere triste ero così felice, così leggera...........
Ripeto! La felicità vera è un groviglio di sensazioni. Vita che si perpetua, avventura che inizia, passaggio dalle mie mani ad altre mani che mi sono care, incognite del percorso, profumi diversi, luoghi nuovi, pensieri reconditi, speranza nel domani. Questo ed altro ancora c'era in me stamani, mentre salutavo la Signora Luisa e gli altri compagni di una vita. E il pensiero della strana, affascinante,avventurosa vita della mia vecchia cara vetrina, che ha attraversato la prima e la seconda guerra mondiale riportando ferite indelebili, che ha cambiato aria lasciando monti, boschi, acque sorgive, per venire a vivere nella Perla del cinquecento, insieme a un vecchio baule militare, non vetusto come lei, ma altrettanto vissuto, mi faceva sorridere di soddisfazione, al pensiero delle nuove avventure che attendono entrambi! Sentiranno lo sciabordio delle onde sui fianchi di una nave, respireranno il salmastro che dilata il respiro, ascolteranno il lamento dei gabbiani che annunciano una nuova terra, e infine approderanno in un nuovo lido per ricominciare l'eterna avventura della vita, e io sarò con loro sempre e le loro esperienze saranno le mie, come le mie sono state quelle dei miei genitori e prima dei miei nonni e dei bisnonni ....e se questa non è felicità, che altro nome può avere?
Nessun commento:
Posta un commento