E in quei campi coperti di neve, dove d'estate le mucche pascolano, io ho passato un pomeriggio a fare a pallate e a slittare con più entusiasmo che bravura, e quelle sono state le mie vacanze invernali.
i
Sì,
vorrei essere lì e poi scendere a valle per assistere ai fuochi
d'artificio che quest'anno Marradi ha fatto per cominciare l'anno della
"Via di Dante", che si snoda per tutto l'alto Mugello, del quale Marradi
è l'ultimo tratto, se si viene dalla Toscana, o il primo avamposto se
si arriva dalla Romagna. Vorrei, anzi voglio essere lì con la fantasia
ai piedi del 'Castellone', non tanto per guardare i fuochi d'artificio,
che anche se belli, non sono la cosa che mi interessa di più, quanto per
far vivere dentro di me la storia che è passata attraverso le sue mura
di torre di avvistamento, storia che poi si snoda in sentieri che hanno
visto passare tanti uomini che hanno lasciato traccia di sé e delle loro
imprese, dei loro misfatti, della loro vita spesa magari per
assicurarsi un futuro migliore, proprio come oggi anche noi cerchiamo di
fare. Li vedo sopra di me, davanti a me quei fuochi che si riflettono
sulle acque del fiume che scende portando con sé le parole dei versi di
Dante, che si confondono, si sommano, si dividono, si ritrovano, con
quelle più moderne ed ermetiche di Dino Campana, fino a far abbracciare secoli lontani tra di loro,in un unico canto forgiato dai medesimi sentimenti di uomini erranti. Quanto è bello andare a spasso con la fantasia specialmente in una giornata uggiosa come questa, fatta di freddo e di quella pioggerella che non vuole saperne di tramutarsi in neve! Sono momenti unici che non si ripeteranno, perché saranno spazzati via da altre cose più impellenti e se anche volessimo richiamarli alla nostra attenzione onirica, non avrebbero più la stessa nitidezza del momento in cui li abbiamo immaginati. Che potere grandioso che è l'immaginazione, specialmente quando sceglie per i suoi viaggi luoghi conosciuti e li trasforma in immagini talmente vivide, che sembra basti poter allungare una mano per poter toccare Dante, Dino Campana, le pietre del Castellone, mentre il dolce rumore dell'acqua del fiume accarezza le orecchie, sovrastato di tanto in tanto dal rumore scoppiettante di un fuoco d'artificio, e intanto toccarsi le guance che trattengono ancora il freddo della neve! Un viaggio che è durato cinque minuti, o delle ore? E chi lo sa?
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