lunedì 24 dicembre 2018

Il Natale nascosto

I
Il Natale di quest'anno, per me somiglia molto al sole di questa tela che dipinsi un po' di anni fa. Un sole che comunque è la parte più visibile del dipinto, ma che va inesorabilmente a nascondersi dietro le colline, quasi non avesse più niente a che vedere con il paesaggio di cui fa parte. E' vero che i bagliori che lascia nel cielo, invitano ad essere guardati, ma è altrettanto vero che lentamente si attenueranno, fino a sparire del tutto. Il sole ci sarà ancora però, uguale a prima, anche se per qualche caso inspiegabile non dovesse risorgere il giorno dopo, come ormai siamo abituati a vedere...ci sarà ancora con lo stesso calore, la stessa luminosità, la stessa capacità di dare la vita. I guai invece saranno tutti per gli elementi che ora nel quadro sono in primo piano, destinati, se ciò avvenisse, a cambiare e neanche tanto lentamente, a scomparire. E allora viene da domandarsi se sia più importante il sole o il paesaggio.
La stessa cosa è per il Natale, o per lo meno per il Natale come lo sto guardando io, con occhi ben spalancati. La luce divina si sta affievolendo, per lasciare posto ad altre luci più accattivanti, magari anche più coinvolgenti e nell'immediato anche più entusiasmanti. Non che io abbia niente contro panettoni, regaloni, cenoni, purché non vadano a sovrastare e a sostituire il vero Soggetto.Non mi da noia un bel paesaggio, se  capisco che a renderlo tale è il gioco di luce e di ombre che lo rende vivo. Oggi però si festeggia il paesaggio e non più ciò che l'ha creato, che rimane sempre di più a fare da contorno vintage al nuovo modo di essere. Ebbene, a me tutto questo non piace e ho anche provato a dirlo, ma senza alcun successo, anzi! E non è che io sia una bacchettona, no davvero e da sempre mi hanno dato noia tutti i fronzoli pseudoreligiosi che sono stati messi intorno a questa ricorrenza, e non solo a questa. Ma le cose che festeggiamo oggi, non sono il Natale e allora sarebbe meglio chiamarle con un altro nome adeguato alla loro natura più consumistica e godereccia e sicuramente di tutto rispetto, ma non sono il Natale.
A questo punto però mi sono veramente scocciata di andare a combattere contro i mulini a vento, e ognuno faccia quello che gli pare, me compresa. Per questo motivo ho nascosto il mio Natale, proprio come quel sole che è nel mio paesaggio, e non ne parlo più con nessuno, ma non passa giorno che non vada a fare una passeggiata in quel presepio che mi porta davanti a lui, con una riflessione, magari semplice, magari anche infantile, o anche cervellotica e qualche volta anche pedante non lo nego...ma da lui, dal Natale che voglio io, quello che continua a parlarmi e a darmi lo stesso calore che provavo da bambina, quando con l'ingenuità dei piccoli mi preparavo ad accogliere un prodigio misterioso e grandioso che si traduceva nella luce di una candela che si consuma per schiarire la tenebra, qualsiasi tenebra.
Anche quest'anno metterò davanti al mio Natale la solita candela che accendo ormai da quarantacinque anni, per far si che la sua piccola luce mi guidi sempre alla contemplazione di quello che è il vero Natale.