Per spiegare cosa per me vuol dire 'splendio' , senza fare inutili giri di parole, mi basta dire che è tutto riassunto nel film "Per amore, solo per amore" tratto dall'omonimo libro di Pasquale Festa Campanile, premio Campiello nel 1984.
Forse a molti questo libro non ha detto niente, a me invece ha rivelato la grandezza di un uomo semplice che ha saputo vivere la sua vita.
Ma quand'ero piccola non c'erano queste considerazioni per fare festa il 19 di marzo. San Giuseppe era il babbo putativo di Gesù, punto e basta. Non c'erano domande da fare, perché da risolvere, in quella giornata che faceva sentire inequivocabilmente che Giuseppe era il padre in terra di Dio, perché l'atmosfera di quella giornata era bella, con l'aria primaverile che aleggiava leggera sulla ricca merenda che si stava allestendo nei primo prato fuori porta, sulla bianca tovaglia che la mamma aveva steso sull'erba. Tutto di quel giorno, vissuto per tanti anni in questa maniera, mi richiama la perfezione, la gioia, la sicurezza di avere genitori che mi volevano bene si volevano bene, l'amicizia con tante persone che vivevano con noi quel momento, la cordialità con quelli, vicini di tovaglia e di allegria. Questo allora significava per me vivere il giorno di san Giuseppe e terminare con la poesiola che a scuola mi aveva insegnato la maestra e che trascrivo così, forse sbagliando, ma come me la suggerisce il ricordo.
San Giuseppe vecchierello,
cosa porti nel cestello?
Erba fresca, fresche viole,
nidi, uccelli, lieto sole.
Nel cantuccio più piccino,
ho di neve un fiocchettino.
un piattino di frittelle
e tant'altre cose belle.
Mentre arriva primavera
cantan tutti una preghiera.
La preghiera dell'amore
a Gesù nostro signore.
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