Quando devo riflettere su qualcosa di importante, sembrerà strano, ma le risposte le trovo quasi sempre nel libro di Pinocchio.
Chi non conosce Pinocchio?
E gli altri fantastici personaggi che fanno parte della sua storia?
Fantastci è vero, ma tutti molto concreti, oserei dire reali, se proviamo a trasferirli nella nostra vita. La Fata turchina chi altri è se non la mamma dolce e protettiva eppure severa quando occorre? il Gatto e La volpe, personaggi accattivanti, oserei dire affascinanti ,non sono forse le persone che molte volte entrano nella strada dei ragazzi e non solo, per spingerli verso cose errate? Lucignolo, l'amico con più esperienza, che trasmette il suo pensiero dominante verso i ragazzi più ingenui e li rende propri sudditi, non è forse l'idolo di molti adolescenti? Il Grillo parlante che è la coscienza inascoltata di chi è giovane e vuole scoprire la vita, non è sicuramente quella voce che non vogliamo ascoltare, specialmente quando siamo giovani?
E poi ci sono tanti altri personaggi meno visibili, ma non per questo meno presenti nella vita di ciascuno di noi mentre si cresce, e non illudiamoci, anche quando siamo già cresciuti.
Per arrivare infine alla Balena o al Pescecane, come ciascuno è abituato a conoscerlo, il mostro che alla fine ci inghiotte, ma dal quale ci si può salvare, se c'è coraggio e determinazione.
Ho saltato qualcuno? Ebbene sì, ma non perché me ne sia dimenticata, ma in quanto ho voluto tenerlo proprio per ultimo, dato che, in definitiva il personaggio principale di questa storia per quanto mi riguara è lui, proprio lui, Geppetto.
Già! Perché Pinocchio, senza Geppetto, non sarebbe mai stato pensato, non sarebbe mai stato realizzato, non sarebbe mai esistito. Potenza del Pensiero!
Perché si tratta di pensiero, e questo pensiero si può e si deve chiamare idea.
Pinocchio era solo un comune pezzo di legno, ma Geppetto cominciò a rigirarselo tra le mani e così facendo parlava tra se' e se', domandandosi cosa sarebbe potuto diventare quel pezzo di legno, e così ragionando alla fine scaturì l'idea. Guizzò fuori dalla sua testa come una scintilla luminosa e cominciò a prendere forma, a concretizzarsi, insomma a definirsi matereialmente, anche prima che le abili mani dell'uomo, lo piallassero, lo limassero e lo rendessero ciò che alla fine divenne: Pinocchio.
![]() |
Ma anche Geppetto , finito quel lavoro divenne qualcosa di più e di diverso. Pur restando ciò che era sempre stato,oltre che a essere uomo, divenne padre di un'idea, della sua idea.
Ci sono figli nati dall'unione di due persone, ai quali verrà dato un nome e che crescendo diventeranno parte di una società, ciascuno col proprio talento, e ci sono figli nati dalla mente, che inizialmente si chiamano idee e che un giorno avranno un nome e diventeranno parte piccola o grande del mondo, arricchendolo di loro stesse.
Pinocchio era figlio della mente di Geppetto e inizialmente fu un idea, finché Geppetto fu solo un falegname, ma divenne figlio, quando Geppetto lo chiamò per nome.
E così è per tutte le idee che scaturiscono dal pensiero dell'uomo, quando quest'ultimo decide di portarle avanti fino al punto di chiamarle per nome e diventarne padre.
E ogni padre, nel momento in cui lo diventa, sa che dovrà seguire la crescita dei propri figli, non solo quelli nati dall'amore, ma anche quelli scaturiti dal pensiero. E ogni padre sa, che dai propri figli avrà gioie e delusioni, dolcezza e amarezza, rifiuto e vicinanza, e fino al momento che il figlio sarà cresciuto abbastanza da entrare a pieno diritto nel mondo, il padre non lo abbandonerà, lo seguirà, si sacrificherà, gioirà con lui e con lui piangerà, ma mai rifiuterà qualcosa che è nato dalla sua carne o dalla sua mente.
Pensate! Geppetto ha fatto tutto questo fin dall'inizio, fin da quando Pinocchio non ancora terminato gli rifilò un calcio negli stinchi e successivamente gli fece una pernacchia, e non contento lo fece arestare dalle guardie. E ha continuato a farlo sempre, con costanza, fiducia e silenzio, ricostruendogli i piedi bruciati, restando digiuno per insegnare al suo rampollo presuntuoso l'arte di vivere attraverso i torsoli di tre pere, o vendendo la casacca per comprargli l'abbecedario, perché lui potesse imparare a leggere e scrivere, fino al sacrificio più estremo che fu quello di andare con una barchetta grande come un guscio di noce, in un mare tempestoso, per cercare nuovamente suo figlio e guadagnare una riva per continuare a credere che la scintilla che si era materializzata in un figlio, non ancora perfettamente compiuto, potesse avere il suo posto nel mondo.
Si sa! I figli imparano l'arte di crescere attraverso tante peripezie, non tutte giuste, e più che altro si muovono in qua e in là, senza regole fisse, perché ancora non sanno quale è la strada giusta. Tra l'altro si muovono in una società dove tutti cercano di primeggiare e di dirsi più bravi di altri, e un padre ha tanto lavoro da fare per proteggere il proprio figlio dalle trappole insidiose, tese dal protagonismo, dall'indifferenza e dal cinismo che avvolge il mondo. Ma sa che lo farà.
Geppetto diventò padre in un giorno imprecisato della sua vita, e infine in un giorno imprecisato della sua vita, Pinocchio diventò figlio.
Le idee sono doni, che non a tutti è dato avere. Ma è dalle idee,figlie del pensiero specialmente da tutte le idee volte al bene dell'umanità, che nasce il futuro.