giovedì 28 febbraio 2013

La sirena

Ma perché non inventano una sveglia che parla con la voce di una sirena, non una sirena delle fabbriche, ma una di quelle ammaliatrici come trovò Ulisse? Una sveglia che la mattina, con voce gentile ti dice: "Buongiorno, oggi è una giornata bellissima e piena di buoni auspici. Alzati e vai a vivere questo tuo nuovo giorno con serenità e allegria, perché oggi non potranno succederti altro che cose belle. Che aspetti? Sei ancora lì? Corri, corri incontro al nuovo giorno........................."
E invece la sveglia stride sui nostri sogni e li distrugge e la prima cosa che ti viene in mente uscendo dalla atarassia  del sonno è quello di darle un cazzotto in testa e di farla tacere per sempre.
Perché viene a interrompere il mio stato di quiete, nel quale mi cullo beatamente? In questo momento sono libera dagli affanni, dai problemi, dalle vicissitudini della vita e mi rifiuto di rientrare così brutalmente nella realtà. Apro un occhio e lo richiudo immediatamente, cercando di ritrovare il mio nirvana....ma inutilmente....il primo problema mi ha già seguito fino alle sue soglie e dopo un attimo, riapro nuovamente gli occhi sulle nuove incombenze della giornata che non solo mi attendono, ma sono lì che si spingono, pressano contro le transenne dei miei limiti e alla fine le rompono e mi vengono tutte addosso. C'è da fare questo e questo e quest'altro, e quest'altro ancora. .....Sono già stanca ancor prima di mettere un piede fuori dal letto.
E' un momento orribile e meno male che è di breve durata, perché appena mi alzo mi sveglio completamente e un caffè rimette a posto la situazione. L'amaca nella quale mi sono crogiolata nel sonno, scompare e al suo posto si delinea la nuova giornata da vivere, nella quale non c'è nessuna voce gentile che ti sprona ad andare, ma solo il tempo che incalza e ti dice di correre, correre , correre.
Va bene così. A me correre è sempre piaciuto e neanche oggi mi tiro indietro................................

mercoledì 27 febbraio 2013

Semina la tua vita




Mi sembra che questa poesia di Rocco sia proprio in sintonia con i tempi che stiamo vivendo. 
Il nostro domani non è delegato solo agli altri, anche agli altri casomai, ma noi per primi dobbiamo essere gli artefici delle nostre scelte, i programmatori delle nostre giornate, i custodi dei nostri valori, i libri nei quali scrivere i nostri sogni................... 






Semina la tua vita

Sono io
che nei gesti del lavoro
dò valore al tempo presente,
dò senso alle cose che faccio,
introducendo bagliori di vita
nell’apparente inutilità
del gesto quotidiano.
E questo quotidiano
non è indefinito.
E’ scandito dai ritmi della natura
dall’alternarsi del giorno e della notte
della luce e del buio.
L’oggi è il limite
delle nostre preoccupazioni,
delle nostre pene,
delle nostre azioni,
perché un oggi è lungo abbastanza
per trovare Dio
e per perderlo.
Per questo Dio
ha creato il giorno e la notte,
affinché non vagassimo nell’illimitato,
ma vedessimo già nel mattino
la fine della sera.
Essenziale
nei tempi che viviamo
è resistere:
cioè vivere,
stare lì,
essere presente.
Resistere
non ha l’effetto di un temporale
ma di una pioggia leggera e costante,
che penetra nel terreno
e lo rende fertile.
Questo è il tempo
delle cose umili
ma preziose,
è il momento
di raccogliere i cocci sparsi,
di ripensare tutti gli eventi
e riscoprire le perle
dentro quelli più disastrosi.
E’ il momento della custodia
e della difesa delle perle acquisite.
E’ tempo
di vegliare nella notte,
di preparare i profumi,
di essere attenti a ogni movimento
a ogni persona.
E’ tempo
di essere fedeli ai compiti
che abbiamo
e rendere la terra
più abitabile
più umana
renderla più bella.
Un giardino.
Perché la differenza
tra un deserto e un giardino
non è l’acqua
ma l’uomo.
E quando la mano della vita pesa
e la notte non canta
è il momento di amare
e confidare.

martedì 26 febbraio 2013

La nuvola di Fantozzi

E finalmente finì lo spoglio delle schede elettorali e l'Italia si ritrovò divisa in tre parti: 
gli scontenti, ma scontenti nostalgici della destra.......a destra
gli irriducibili, ma scontenti  irriducibili della sinistra......a sinistra
gli scontenti, ma proprio scontenti, ma proprio scontenti, anzi oserei dire proprio arrabbiati,  che erano tanti e che venivano da tutte le parti...... in questo nuovo posto....... che non si sapeva ancora  che posto fosse.
La Camera per un pelo andò a sinistra, mentre il Senato si spaccò in due. Gli altri formarono sopra entrambi una grossa nuvola carica di elettricità.
 Le Cassandre di turno scuotendo il capo dicevano che in questo modo l'Italia non avrebbe potuto essere governata.
Fantozzi guardò la grande nuvola che vedeva davanti a sé e poi volse lo sguardo alla nuvoletta che aveva proprio sulla sua testa e si sentì tranquillizzato. Quella nuvoletta lo accompagnava da sempre e ormai aveva fatto talmente l'abitudine alla sua presenza che se non ci fosse stata ne avrebbe sentito la mancanza.
Si guardò intorno e rimase a bocca aperta. Tanti Fantozzi si stavano avvicinando, e ciascuno di loro aveva sulla testa la sua stessa nuvola. Aprì la bocca in maniera smisurata e si sentì commosso. Non era più solo.
Poi un piccolo lampo squarciò la sua mente quasi fino a disintegrarla e capì che la sua nuvola vicino a tutte le altre avevano formato la grande nuvola piena di lampi........e sperò che almeno per una volta la pioggia sarebbe caduta su tutti, ma proprio su tutti e  non fosse solo lui a bagnarsi.

lunedì 25 febbraio 2013

Kriptos

Fin da quando ero bambina mi è sempre piaciuto inventare scritture in codice e crescendo questa mania mi è rimasta e mi sono avventurata anche nella decrittazione di alcuni codici che sono stati usati nei tempi passati. Naturalmente non sono stata brava a trovarne la soluzione, ma mi è piaciuto e mi piace immensamente scervellarmici sopra e sapere che questi continuano ad essere sfide per chi verrà, come il Codice Beale o Kriptos, il monumento che è davanti alla sede della CIA. E' un pò come la matematica e la logica, che sono distantissime dalla mia mente fantasiosa e approssimativa, ma hanno un fascino su di me che ha dell'inimmaginabile. Vorrei tanto sapere perché! Comunque per chi volesse cimentarsi nell'ardua impresa di decrittazione e volesse provare l'emozione di uscire da questa esperienza con l'ovatta nel cervello, quando va bene, perché invece quando va male è come se ci fossero dei pulcini che fanno pio pio e poi sadicamente si avventano sulla materia grigia, ..............................questo è Kriptos.


Io ogni tanto ricado nella tentazione e passo lunghissime ore cercando un barlume che mi dia ancora l'illusione di essere intelligente, scaltra e capace di superare ogni barriera.
Per chi volesse andare oltre consiglio  di provare il Beale, che è una chicca unica e ha una storia molto affascinante. Dopo questi, tutti gli altri che farete saranno come fare 1+1.




In ogni caso, anche se da questi approcci ne vengo fuori con una misera considerazione di me stessa e delle mie capacità intellettive, nello stesso tempo assurgo una volta di più alla consapevolezza che l'Uomo ha una potenzialità enorme che è ancora molto sconosciuta, e un senso di grande ammirazione verso quest'umanità della quale sono orgogliosa di fare parte, così negletta e così sublime allo stesso tempo, nasce dentro di me  e mi da gioia.




domenica 24 febbraio 2013

Si vota

E così tra poco andrò a votare! E nel segreto della cabina elettorale, metterò una croce , ma prima guarderò la matita, sperando che non sia una di quelle che poi si possono cancellare.........perché ormai ci stiamo abituando a tutto e in questa campagna elettorale abbiamo sentito tante di quelle fregnacce e visto tante di quelle irregolarità,  che ormai ci viene solo da ridere........anche se da ridere c'è davvero poco. Ma non divaghiamo.........
Mi ci vedo già, nella cabina, con davanti la mia scheda piena di troppi simboli utili, ma anche questa è democrazia, e pregusto già il piccolo senso di onnipotenza che proverò con l'errata presunzione che sono lì per cambiare il mondo........ma più che altro con la ferma convinzione che è giusto che io sia lì a mettere la mia croce su quel pezzettino di carta, perché per darmi il diritto di fare e di prendermi la responsabilità di quella croce, c'è stata tanta gente che ha lottato, ha sputato sangue .....è morta. Perché se oggi io ho il privilegio di poter dire questo mi piace, questo mi fa schifo, questo lo voto questo non ci penso neppure, lo devo a queste persone che hanno parlato di libertà.Tutto il resto è secondario e anche se l'urna elettorale, come la libertà è coperta di una sudicia veste, nulla le può togliere la sua splendida bellezza.
E così, mentre i timbri si aaggiungono ad altri timbri sulla mia tessera elettorale ormai molto vissuta, anche stavolta metterò la mia croce e poi la prenderò (l'aveva già detto qualcuno vero?) e cercherò di portarla con convinzione, anche se confesso una volta mi era più facile e più leggera. Una volta avevo ancora i miei ideali e quando andavo a votare credevo fermamente nel simbolo che segnavo,..........oggi che gli ideali sono andati tutti alle ortiche e ci troviamo a bagno nella realtà spaventosa della nostra Italia, dove siamo stati spinti allegramente da chi doveva condurre la nostra nave,..........oggi, mi tapperò il naso e cercherò di dare il mio voto a chi crederò possa tenere ancora accesa quell'esile fiammella che si chiama speranza!

sabato 23 febbraio 2013

Nel deserto


Stanotte ho fatto un sogno stranissimo, ancora più strano perché ricalcava in maniera assolutamente viva,  un racconto che ho scritto qualche tempo fa e che purtroppo non ho ancora terminato. Ero nel deserto, in condizioni di estremo pericolo e vivevo un'avventura completamente avulsa dalla realtà di tutti i giorni, ....un'vventura nella quale oltre che ad esserci cani e gatti che parlano, il mondo è popolato di strani folletti..........poi..........
 

 
Apro lentamente un occhio e lo richiudo immediatamente, sopraffatta dalla stanchezza. Mi passo la lingua sulle labbra che sento screpolate e doloranti. Forse mi sono ustionata mentre ero vicino al fuoco. Il fuoco e il fumo sono i miei ultimi ricordi, sono le uniche immagini che riesco a vedere dietro i miei occhi.
“Ma non ho più caldo!…..sto benissimo!” Improvvisamente spalanco gli occhi incredula. Dove sono? Le mie mani toccano morbidi cuscini e coperte di seta, il mio sguardo si alza verso il soffitto dal quale filtra discreta la luce del sole.
“Ma ……..mi sbaglio o sento profumo di caffè?” mi accorgo di aver detto queste parole ad alta voce.
“No!….non si sbaglia affatto signora, ……è proprio caffè” mi sento rispondere da una ridente voce maschile con accento un po’ strascicato, come chi non riesce a pronunciare bene la erre.
Improvvisamente sono presente a me stessa. In questo luogo c’è qualcuno oltre me, ma qualcuno che non conosco.
Con tutte le forze che mi sono rimaste mi tiro su faticosamente dalla fastosa ottomana nella quale ero adagiata. “Sinceramente stavi meglio prima Allan non credi? “ Ma questa è la voce severa di Igir. “Igir, ma dove sei stato tutto questo tempo? Non vi vergognate tu e Fiffin di non avermi mai risposto, quando vi chiamavo? Si può sapere dove eravate andati a infilarvi?” “Sempre vicino a te Allan, ma tu non te ne accorgevi, perché non avevi fiducia in noi! E’ vero o no?”
“Ma voi non c’eravate……”
“E’ vero o no Allan? Rispondi” Igir non accetta rifiuti. Sento che è molto arrabbiato con me, quasi quanto lo sono io con lui.
“Certo che è vero, …..come facevo a fidarmi di voi, che mi avete trascinato in questa avventura? Dovevate avvertirmi che non eravate così bravi come dicevate di essere. La situazione vi è sfuggita completamente di mano e ci avete lasciati in brache di tela”:
“Tu sai che non è vero. Tu sai che noi siamo sempre stati vicino a te e agli altri. Tu sai anche che neanche noi possiamo opporci alle violenze della natura, che è la stessa nel nostro mondo e nel vostro. Ma ti avevamo detto di fidarti di noi, perché vi avremmo portati in salvo e così è stato, o mi sbaglio?”
“Mica è stato merito vostro! E’ stato merito della slitta e di Robi che si è ingegnato per fare un grande falò”
“Nessuno mette in dubbio i meriti di Robi. Ti ricordi che fui io a dirti chi era Navigator? Ma neanche Robi avrebbe potuto far scorgere il fuoco e il fumo ai vostri salvatori, perché era già da molte ore che si erano rimessi in cammino……….”
“Vuoi dire che tu….”
“Già, voglio dire che io mi sono messo in contatto telepatico con il loro capo e l’ho costretto a ritornare sui suoi passi”.
Mi sento veramente male, male per il modo in cui ho trattato Igir, male per non aver avuto fiducia in lui e Fiffin
“Ahii!” lo schiaffo è partito all’improvviso e mi ha preso in pieno viso, facendomi rigirare dall’altra parte.
“Ma chi?!!……” in quel momento realizzo che davanti a me c’è un uomo in camice bianco che mi sta guardando dispiaciuto
“Mi scusi signora, ….ma stava davvero farneticando. Era in piena crisi isterica!”
“Io isterica? Isterico sarà lei caso mai!” ribatto senza rendermi neanche conto di stare parlando con una persona che non ho mai visto.
“Guardi che lei stava parlando molto animatamente con se stessa……..anzi oserei dire che era proprio incavolata……….o forse non se ne è neanche accorta?”
“Certo che me ne sono accorta, non sono mica scema. Stavo parlando con un mio amico che si chiama Igir, e in quel momento ero arrabbiata con lui, perché pensavo che ci avesse lasciato al nostro destino……..poi invece ho capito che non è così”
“Ma qui non c’è nessuno signora, a parte io e lei”
“Senta giovanotto, Igir è……….no……..ora non posso proprio spiegarglielo, ….un’altra volta caso mai. Ora sono troppo stanca. Lei sappia soltanto che ho ancora tutti i venerdì e questo per lei deve essere sufficiente:” Ma da dove mi viene tutta questa aggressività?
“Di quello che mi devo contentare lo so io, lei non si preoccupi!” il giovanotto è molto calmo e padrone di sé “intanto, visto che dovremo stare per un po’ di tempo insieme mi permetta di presentarmi. Sono il dottor Rufus Tantum e sono stato incaricato di occuparmi della sua salute e di quella dei suoi amici, che sono in un’altra tenda e stanno prendendo un the squisito”.
“E io perché sono qui?”
“Perché lei è svenuta a causa del forte irraggiamento a cui è stata sottoposta. La sua epidermide è di gran lunga più delicata di quella dei suoi amici, per cui l’avviso……..per qualche giorno sembrerà un gambero cotto…….comunque le è andata bene.”
“E i B&B?” domando allarmata
“I B&B?! Il dottor Tantum mi guarda interrogativamente e intanto mi controlla il polso. “Questo pensa che io sia rimbecillita” mi dico astiosamente “meglio non insistere”
“Volevo dire….i cani!”
“Ah! I cani! Stanno benissimo. Sono già stati rifocillati e ora sono insieme con quelli di Mister Ryo.”
“E chi è?” chiedo subito interessata da un nome così affascinante
“E’ il vostro anfitrione….colui che vi ha salvato la vita”.
“Vorrei ringraziarlo….”
“Ogni cosa a suo tempo signora…..Bene! lei riposi ancora. Io ora vado a visitare gli altri e poi credo che ci vedremo stasera per la cena”
“Ah! Dunque sono stata fuori conoscenza per pochissimo tempo: Ricordo che era quasi sera quando abbiamo acceso il fuoco”
“Già! Solo che era la sera di due giorni fa”
“E io che ho fatto in questi due giorni? Possibile che sia sempre stata fuori di me?”
IL dottor Tantum ha sorriso e il viso gli si è illuminato! E’ molto giovane ed è un bel ragazzo
“No signora! Lei ha semplicemente dormito. E ora la saluto” Senza darmi il tempo di rispondere è uscito non so da quale pertugio di questa magnifica tenda nella quale mi trovo. Cerco di guardarmi intorno per vedere che cosa c’è, ma non ce la fo. La mia mente vaga in un mare di nulla e sento che i miei occhi si stanno nuovamente chiudendo. Più tardi forse,….più tardi……..
(Da -Time of  ogni tanto continuo a Dreams)

Che bel sogno! Che bellissimo sogno! E questo Mister Ryo che si è materializzato così improvvisamente chi sarà? Non vedo l'ora di andare a dormire stanotte per vedere se mi riesce di scoprirlo, anche perché il mio racconto si è fermato proprio con lui, e non sono più riuscita ad andare avanti..................................ogni tanto provo a immaginarmelo, ma proprio non ci riesco, non viene fuori come voglio io e allora..............




venerdì 22 febbraio 2013

Io e il tartufo

Se è vero che uno è ciò che legge, allora in questo periodo io non so davvero cosa sono. Nel giro di quindici giorni sono passata allegramente dall'ultimo libro della Susanna Tamaro 'Ogni angelo è tremendo', a Newton e 'La legge della gravitazione universale', per tornare successivamente a Oriana Fallaci col suo 'Il mio cuore è più stanco della mia voce', per soffermarmi con poco entusiasmo, almeno per il momento sul romanzo di Tracy Chevalier 'L'ultima fuggitiva' e preferirgli quasi subito 'Einstein e il sasso'  di Gianpaolo Benincasa.
Non contenta, ieri mi sono lasciata attrarre dalla saga che ha scritto Ken Follett ' La caduta dei giganti' e 'L'inverno del mondo'. Dulcis in fundo! Mi è stato regalato in anteprima 'La bicicletta e l'arte di pensare - cicloturismo filosofico in val d'Orcia' di Athos Turchi, che ho già letto online, ma che rileggerò molto volentieri, anche perché dovrò dare una mano per curarne la sua presentazione qui da noi. Insomma in termini eleganti un potpourri di letture........per il mio modo di pensare invece, un minestrone di argomenti vari e poco attinenti l'uno con l'altro, che comunque dimostrano chiaramente il mio stato d'animo in questo periodo. 
Sto cercando, e come un cane da tartufo, giro da una parte all'altra, seguendo un esile profumo che mi porta un pò qui, un pò là. Ma cosa cerco? Me stessa...ovvviamente! Chissà dove è andata a nascondersi Giuly, quella vera, quella che alla fine mi piace tanto nella sua diversità, nella sua sensibilità, nella sua unicità, e che invece vado sempre a sotterrare da qualche parte come fa il cane con l'osso, per cercare di uniformarmi agli altri..........fino al punto di non ricordarmi più dove l'ho messa. E allora leggo, e in ogni cosa che leggo cerco di trovare me stessa, e la cosa strana e fuorviante è che in ciascuna lettura che faccio ci trovo una parte di me, senza trovarmi mai tutta e così continuo a cercarmi in altre letture, pur sapendo che alla fine riprenderò in mano 'Piccole donne' dove ritroverò il mio amore per la famiglia e le cose semplici, 'Via col vento' per ritrovare in Rossella quella forza di superare le avversità, forza che stranamente ho anch'io e che non so se mi deriva dall'emulazione di questo personaggio, o è proprio mia..........e 'Don Camillo' per ritrovare il mio mondo piccolo, col suo bagaglio di sentimenti popolari, così belli e sanguigni. Lo so che basterà andare a rileggere queste cose per ritrovare me stessa, ma so anche che ogni volta devo passare attraverso un nuovo percorso per giungere nello stesso posto. Forse è per questo che la mia libreria è così grande!

giovedì 21 febbraio 2013

Svegliati tu che dormi




 Io, ogni volta che leggo una poesia di Rocco, mi sento piccola e inadeguata ecco, ..........perché capisco che quello che dice è vero, giusto e buono, ma io se proprio mi devo identificare con qualcuno, sono la persona a cui è diretta quest'invettiva,  e non certo chi la dice. Perché?
Ma perché IO mi sento il centro dell'universo, IO sono il centro del mio universo e questo universo che IO vedo, non esisterebbe se non ci fossi IO. Sbagliato ? Senz'altro, però non riesco a vederla diversamente. Che poi io mi consideri piccola cosa al centro del mio universo, può andare a mio merito, che io allarghi il centro del mio universo ai miei cari, è cosa naturale, che io cerchi di far star bene anche chi gravita nel mio universo è cosa buona, che io allontani dal mio universo chi non mi sta bene in mano, non è bello, ma è una forma di difesa, che io......e potrei andare avanti per un'ora senza arrivare ad esaurire l'argomento. Anche il colore verde che mi è così caro, nel mio universo è diverso dal verde che ciascuno vede nel suo e l'albero che per me ha un'iportanza suggestiva magri nell'universo di chi mi sta intorno...è solo legna da ardere
Io credo che ciascuno di noi sia il centro di un piccolo meraviglioso universo che non si finisce mai di costruire con le nostre esperienze, che ne diventano i tasselli, e da qui viene la nostra unicità, la nostra irripetibilità. La cosa brutta casomai è pensare di chiudersi dentro il proprio universo, o credere che il nostro sia il più bello, o addirittura pensare che l'universo di cui l'altro è il centro non abbia niente di buono e che sia giusto sopraffarlo e distruggerlo. Bello, per quanto mi riguarda, è invece  pensare che per qualche attimo io riesca a compenterare il mio universo con quello di un altro e così fare nuove scoperte, un pò come quando mandiamo un missile nello spazio alla ricerca di nuove forme di vita. Bello è dire a chi ti chiede: Che fai oggi? Vado a trovare Cristina nel suo universo, per fare due chiacchiere anche solo mentali con lei, e addentrarmi nel suo mondo, fino al limite che mi è concesso, perché poi, come esiste in me, alla fine, come in ogni universo che si rispetti, ci troviamo di fronte a un buco nero, oltre la cui soglia non è consentito andare, neanche a chi è il centro dell'universo..........a meno che uno non si chiami Rocco e abbia nel suo universo quel propellente raro che si chiama Fede, che allora gli permette di andare dove crede......e anche oltre.









Svegliati tu che dormi



Se credi di salvare la tua vita,

custodendola solo per te,

racchiudendola in un vaso prezioso,

essa ti sfuggirà certamente.

Se ti ripieghi su te stesso,

sulle tue idee, sulla tua casa,

chiudendo tutte le uscite,

da dove passerà la luce?

Se ti credi il centro del mondo,

se tutto e tutti girano attorno a te,

se non hai spazio dentro di te,

non sarai che un morto vivente

Svegliati, o tu che dormi, risvegliati dai morti

e Cristo ti illuminerà:

tu vivrai finalmente per davvero.

Scegli la vita anche se la spendi per gli altri,

scegli la salita difficile.

Apri la porta a chi bussa.

Forse è il Signore.




















mercoledì 20 febbraio 2013

Ci sono giornate che....

Ci sono giornate che........non si può fare a meno di interrogarsi, di rivoltarsi come uun calzino, di farsi autocritica, di porsi domande.
A me queste giornate capitano spesso e purtroppo non ne esco mai con risposte certe, caso mai solo con ulteriori dubbi e l'amara consapevolezza di non aver saputo vivere la mia vita.
La domanda principale è:"Ma perché sono qui?" E' una domanda esistenziale, nella quale il 'qui' assurge all'importanza basilare di tutto il discorso successivo.
Già! Perché sono qui, in questa stanza, intenta a scrivere, e invece non sono su un treno diretto a Parigi?
La risposta è semplice. Perché qui ho dei legami, delle abitudini, un lavoro, un habitat conosciuto.
Ho capito! Però dove vorresti essere ? Qui o a Parigi? Bella domanda! Non lo so. Suvvia pensaci, la risposta è dentro di te, lo sai! Bene! Siccome sono qui, il mio pensiero vola a Parigi e vorrei essere là, ma se fossi là sono sicura che farei di tutto per tornare qui in questa stanza dalla quale voglio continuamente scappare. Ma ti sembra un ragionamento coerente questo? Sai che ti dico? Credo propro di sì! Pargi è il primo posto che mi è venuto in mente, perché a Parigi c'è tutto quello che una persona come me potrebbe desiderare; c'è arte, bellezza, libertà, pensiero nuovo, nouvelle cousine se proprio vogliamo contentare anche gli occhi con il bello più che con il buono...........qui c'è il dovere, lo scontato, le bollette da pagare, i problemi da risolvere, ma ci sono anche gli affetti, il calore umano, un piatto di semplici spaghetti aglio olio e peperoncino.
E allora come la mettiamo?
E come la mettiamo? Nella maniera più ovvia. Accettando la nostra duplice natura. Che credi! Che soltanto io abbia una doppia esistenza? Noi tutti ce l'abbiamo e qualche volta non solo doppia, ma anche tripla. In noi convivono più persone, ciascuna con i suoi reconditi pensieri, i suoi inconfessati desideri, le sue voglie di fuga e di ritorno,  e anche se non si è mai mossa dal tavolino in cui sta scrivendo, nel frattempo ha fatto un viaggio a Parigi, è andata in giro per i boulevards, si è fermata sulla Rive Gauche a parlare con un gruppo di artisti squinternati e squattrinati come lei, ha visto scorrere la Senna con la sua storia, la moda non le interessa, per cui se ne è strafregata e ha preferito andare al Louvre e poi guardarsi l'esoterica Piramide che parla di mistero....la Tour Eiffel .....e tante altre cose ancora.................e poi alla fine è ritornata stanca morta e ha preparato un espresso per sé e per sua figlia, la moka per la mamma, che è il rituale che da il via alla nuova giornata e infine si è preparata per la sua routine quotidiana.
E ora come stai? Come sempre. Pronta a scappare e desiderosa di restare, con la voglia di bianco senza perdere il nero, con cento domande e quasi punte risposte. Ma non ti sei neppure risposta alla tua domanda iniziale? "Perché sono qui?". Ma neanche un pò. Sono qui, ma sono là, sono là ma sono qui. Sono come la Primula rossa. "La cercan qui, la cercan là! Dove si trovi nessuno lo sa. Ma che trovare mai non si possa, questa dannata primula rossa?"

martedì 19 febbraio 2013

La sfida

Non sono particolarmente coraggiosa, ma adoro le sfide! Specialmente quelle che faccio con me stessa e che vanno con  fredda consapevolezza  molto al di là delle mie capacità. In quei momenti non mi sembra nemmeno di essere la stessa persona sempre piena di eccessivi dubbi  e mostro delle capacità decisionali e delle certezze che sono veramente al di là delle mie capacità effettive Non ci sarebbe niente di male in questo se a mettermi in gioco fossi solo io, ma non è così, perché invece trascino con me decine di persone in quello che,   non dico sempre, ma spesso, potrebbe rivelarsi un flop. Ma purtroppo del senno del poi sono pieni i fossi e anche se ogni volta dopo lo scampato pericolo, mi riprometto di essere più assennata, quando arrivo al dunque riparto con la stessa leggerezza dicendo a me e agli altri: "Tanto che ci vuole?"
Già! tanto che ci vuole a fare un disegno di 140 mq.? Sto parlando della nostra infiorata, una sfida veramente grande e sempre piena di incognite fino all'ultimo momento....ma mai grande come la sfida di quest'anno.
Eh sì! Perché quest'anno anche noi ci siamo trovati a dover fare i conti con la crisi  che improvvisamente è entrata nei portafogli di tutti e ne ha stretto i cordoni, per cui ci siamo ritrovati a fare i conti senza l'oste e senza un soldo. Di comprare i colori che in genere usiamo per colorare la segatura che usiamo per i nostri disegni, non se ne parla nemmeno, ma sappiamo che se smettiamo di fare l'infiorata per un anno, ....non la rifaremo più. Lo so per certo, me lo sento addosso, perché infiorata = fatica non ha bisogno di altri commenti. Così nasce la necessità di idee nuove ed essendo nuove mai sperimentate, almeno non da noi.

E allora mi sono ritrovata a guardare nel mio immaginario un grande foglio bianco, sul quale dovrò disegnare un soggetto, che fortunatamente ho già in testa e sul quale non potrò mettere il solito colore, ma mi dovrò inventare materiali alternativi. Inutile dirlo! La cosa mi è piaciuta sin dal primo momento e la sfida che ne deriva mi ha fatto scorrere un brivido di adrenalina dalla punta dei capelli fino al dito mignolo dei miei piedi impazienti. Di materiali ne stanno venendo fuori molti ma....andranno bene? O alla fine il nostro disegno sembrerà soltanto una grande discarica ....menomale autorizzata dal Comune!? Questo non lo so dire e tuttosommato è proprio questa la cosa bella di tutta la storia......questa incognita che alla fine potrà essere una cosa veramente bella, inusuale, creativa, fantasiosa..............oppure un'emerita c - - - -a (scusate, ma non esiste termine più appropriato per rendere l'idea)!

Intanto io, proprio perché sono io, continuo a essere ottimista,  a dire tanto che ci vuole, e altre amenità del genere, dando l'impressione di credere veramente a ciò che dico, proprio perché ci credo davvero e così cominciamo ad accumulare tappini, lattine, carta argentata, fondi del caffè, scatoline delle uova..........da queste cose dovrà venire fuori un capolavoro. Questa è la sfida!

lunedì 18 febbraio 2013

A gambe levate

Ho di nuovo il mio angolo personale, la mia 'capannettì' e, cosa molto più importante la mia finestra sul mondo! e......Pinco! Ma non era defunto? Così pareva e invece proprio come nella canzone scout 'Il falco'.....'ma non era morto, era solo ferito.....e allora ea ea ea......' anche Pinco è qui che canta allora ea ea ea!.....Naturalmente in questo momento mi mette un pò di soggezione, e mi viene quasi voglia di dargli del 'lei' o di chiamarlo Lazzaro, perché insomma via, uno che è stato nell'aldilà e che ne ha fatto ritorno, non si può guardare con gli occhi di prima e ti aspetti che prima o poi ti racconti qualcosa di strano.......ahahahah!
Del resto una persona che ha fatto una simile esperienza io l'ho proprio conosciuta, ma l'ho conosciuta solo dopo che era ritornata, per cui non so dire come fosse prima, ma dopo era abbastanza strana. Pinco invece lo conoscevo anche prima e mi sembra che sia uguale a sempre.

...........................Era un uomo, grande e grosso e anche molto scuro di pelle e di capelli. Ogni tanto veniva a trovare la sua mamma che abitava vicino a noi, una donna semplice, buona, molto sola, che è stata tanto carina con i miei figli quando erano piccoli. Quando lo vedevo lo salutavo e in cambio né ricevevo una specie di grugnito. Non l'ho mai vsto ridere. Ma qualcun altro invece l'avrà visto nel pieno delle sue effusioni, ed evidentemente ha anche pensato che era un uomo vicno al quale avrebbe voluto passare la sua vita, perché un giorno lo sposò e gli regalò anche una figlia. Lui continuò a non ridere mai. E ci credo! Con quello che gli era capitato anni prima, c'era poco da ridere mi sa! Un giorno, in un giorno qualsiasi della sua vita, gli capitò di morire, un pò come dice oggi Cristicchi nella sua canzone, e di morire per bene, tant'è che l'avevano già messo nella bara, dove, meraviglie delle meraviglie, e per sua fortuna,  si risvegliò prima del funerale, con grande gioia e sconcerto di chi gli stava intorno e mi immagino con un grande sospiro di sollievo da parte sua. Insomma il tutto durò un pò di ore, così almeno mi è stato detto, perché allora io non lo conoscevo.
Il dopo è stata una vita normale, anche se si è portato sempre dietro questa esperienza, che magari lui avrebbe voluto dimenticare, ma che gli altri non gli hanno mai permesso di fare. Bastava il modo in cui lo guardavano.
Poi, tanti anni dopo, sua figlia era già  una bella ragazza, gli è capitato di morire per la seconda volta, e quella è sembrata la volta giusta, perché non è capitata così in un giorno qualsiasi della sua vita, ma all'ospedale e dopo lunga malattia. Fu così, che più per l'affetto che mi legava a sua madre, ormai una tranquilla vecchietta sempre sorridente, che per lui, decisi di andare all'obitorio per fargli l'ultima visita.
Andai di sera all'imbrunire e mi accorsi subito di aver fatto la scelta sbagliata perché quando entrai, non c'era nessuno. Infatti a quell'ora la gente perbene è con le gambe stese sotto il tavolino, davanti alla cena......altro che all'obitorio. Quel silenzio e quella solitudine non mi piacquero per niente, ma ormai c'ero, non avevo intenzione di tornarci, per cui, mi feci coraggio e varcai la soglia. Mi fermai in fondo per ambientarmi alla luce non troppo forte e infine lo guardai. Era nero come sempre, l'unica cosa chiara erano le suole di un paio di scarpe nuove che gli avevano messo ai piedi per l'occasione. Provai a dire una preghiera, ma mi accorsi che non riuscivo a pregare per un paio di scarpe, che era l'unica cosa che vedevo, per cui con un sospiro mi avvicinai......e fu allora che vidi!
Grosse lacrime scendavano dagli occhi dell'uomo e gli scorrevano per il volto. Piangeva, e piangeva copiosamente. In quell'attimo mi tornò in mente tutto, e ancor prima che la ragione mi parlasse e mi dicesse che una volta può capitare di risorgere, ma che la seconda, via,..... non è possibile, mi ritrovai coraggiosamente a darmela a gambe con tutta la velocità che riuscii a trovare. Appena fuori mi imbattei nella moglie che stava rientrando in quel momento e che dal mio viso, evidentemente capì la paura che mi ero presa e  sorridendo mi disse che era stata anche la sua paura, quando si era accorta di quello strano fenomeno, che poi tanto strano non è...... e che anche lei, anche se non con la mia velocità (una moglie deve sempre avere un contegno) era dovuta uscire, per riprendersi dall'impressione che ne aveva ricevuta............................
La salutai e mentre me ne andavo mi voltai a guardarla. Vidi che si attardava lì fuori, a fumare una sigaretta, forse aspettando che qualcun altro venisse a ridarle il coraggio di rientrare in quella stanza. Non si sa mai!

Ma te guarda, che mi ritrovo a raccontare!


domenica 17 febbraio 2013

Enigma

Mi sa tanto che sono entrata in un giro di schiaffi! Quando si dice la iella.........O invece magari è un segno? Che mi dice che devo rivedere il mio modo di vivere, di pensare, di fare? Boh!
Fatto sta che il mio Pinco è andato definitivamente,    e questo suo amico, provato dal dolore,  ha deciso bene di impallarsi, per cui per scrivere anche la minima cosa impiego un sacco di tempi, tempo che, qualcuno mi direbbe, potrei impegnare in cose molto molto, ma molto più proficue. Proficue in cosa non si sa, ma insomma più proficue. E invece io, che mi sto accorgendo di essere tignosa come pochi, mi intestardisco e passo da un computer all'altro, con aria circospetta e guardinga, per mandare i miei messaggi.
Mi sembra di essere come una di quelle spie che in tempo di guera, sotto mentite spoglie, e a costo di enormi pericoli, riuscivano a far sapere le mosse dell'avversario. Certo io non posso essere Cicero, ma solo perché sono una donna.......però potrei essere Cicera, e servirmi di un criptos che invece di chiamarsi Enigma, si potrebbe chiamare Enigmistica che ha valore per una settimana, perché poi esce quella nuova............ma insomma che cavolate sto dicendo? Possibile che sia ancora sotto i postumi dell'influenza??? Ahahahah!!! Se è così comunque mi ci trovo proprio bene.
Oggi comunque mi sembra di aver mandato un messaggio che ancora non sono riuscita a decrittare neanch'io.
L'unica parola che sono riuscita a capire bene è 'proficuo'. Da questa devo partire per per risolvere il messaggio che mi sono mandata. Basta che proficuo non stia per lavorare di più. Mi sembra che il lavoro non mi manca davvero!!

sabato 16 febbraio 2013

Crisi di astinenza

Vi sembrerà impossibile.........ma mi sento in crisi di astinenza.  E' molto simile a una crisi di astinenza da nutella.......Sul serio! Non avevo valutato la mia dipendenza dal computer e dalle mie piccole abitudini di controllare spesso la posta, il blog, .....di andare  a cercare notizie sul web.........Perbacco mi manca davvero, ma più che altro mi manca la possibilità di avere quella certezza di sapere che in ogni momento potrei raggiungere mio figlio che è oltreoceano.Non lo faccio mai, perché sono una strenua difensora della libertà altrui, ma il sapere che ne ho la possibilità mi ha fatto sentire tranquilla, vicina fino ad oggi. Ora improvvisamente l'oceano ha ripreso le sue dimensioni....che sono enormi! E le distanze abissali.
Speriamo che questa cosa si risolva presto e se proprio Pinco non potesse essere aggiustato, vorrà dire che lo sostituirà Pallino.
Nel frattempo cercherò quei riempitivi che usavo quando la mia dedizione a Pinco non era così totale, però per ora il caffè della mattina sa di poco, e le mie idee sono andate tutte in vacanza.
Vedremo!!
Intanto ho numerosi libri che attendono di essere letti........tra l'altro sono anche libri interessanti. Poi vi dirò come sono!

venerdì 15 febbraio 2013

Pinco

Sob! Pinco....il mio computer si è ammalato. Il medico mi ha anche detto che dovrà essere operato urgentemente, e di considerarlo in prognosi riservata.
Un altro computer si è prestato gentilmente a sostituirlo almeno per oggi, ma non è la stessa cosa. Il contesto è diverso e non sono nella casa di Fuf.
Quando sono nella casa di Fuf, mi sembra che tutto quello che scrivo abbia un senso logico, qui invece, in questa grande stanza, che tra l'altro è uno dei luoghi dove lavoro abitualmente e quindi non un posto sconosciuto, mi sembra di dire solo bischerate..........questo perché non è il mio angolo magico, la stargate che mi permette di andare oltre lo spazio e il tempo e mi da modo di spaziare nelle dimensioni a me care.
Insomma, mi dovrò contentare di ciò che potrò fare nel frattempo augurandomi che nel frattempo Pinco si ristabilisca e.......sob un'altra volta! se così non dovesse essere, di ritrovarne almeno uno uguale a lui, senza pretese, un pò vecchiotto come me, ma con ancora tanta energia da spendere.

giovedì 14 febbraio 2013

Per gli amici....Vale

Perbacco, me lo sono ricordata solo cinque minuti fa che oggi è san Valentino.........e allora..............ve lo voglio gridare
Auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, auguriiiiiiiii,........................e che Dio ve la mandi sempre buona e senza vento!!!!!!

Aria pulita




Mentre rileggevo le parole che Rocco ha scritto tanto tempo fa, non poteva fare a meno di balzarmi davanti agli occhi la figura del nostro Papa, una figura gentile, dall'aspetto fragile solo in apparenza, perché la forza che viene fuori dalla sua persona cresce in maniera esponenziale alla nostra presa di coscienza della sua scelta. Passato lo stupore  e lo sconcerto, rimane la consapevolezza di un gesto che diventa sempre di più una denuncia, dalla quale nasce  la speranza di un domani migliore.
 Abbiamo bisogno di aria pulita.


 

Dammi coraggio

Dammi il coraggio, Signore,
di non sottrarmi alla croce.
Rifiuto di soffrire per il gusto di soffrire,
di morire alla vita e alla sua gioia.
Non permettere che mi compiaccia delle mie miserie.
Accetto la croce
se è abbandonarmi a te,
riconoscendo di essere nelle tue mani
anche quando tutto mi dice il contrario.
Accetto la croce,
se è il prezzo della lotta
contro ogni forma di sopruso, potere, odio.
Accetto di amare e lottare
Fino a rischiare la mia vita
Per ridare un volto d’uomo all’uomo.
Accetto la croce,
se predica il Dio della vita
in mezzo a gente che non crede più alla vita.
Accetto di essere cristiano
per portare la speranza a chi è senza speranza.


mercoledì 13 febbraio 2013

Inventare il futuro

" Inventare il proprio futuro è quanto di più bello possa fare l'uomo per la propria libertà"
(Da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)



Quando lo leggi così, ti può sembrare una cosa bella, quasi scontata. Un tassello che ha trovato il giusto posto nel mosaico della vita.  Ma quando te lo senti dire e sai che dietro quelle parole c'è lavoro, sudore, lotta, aspettativa......ci sono sogni, speranze........decisione, voglia di essere l'artefice della propria vita e non una pedina del caso e delle circostanze..........allora è molto diverso, perché allora capisci che è proprio l'uomo che fa il futuro e non il futuro che incombe sull'uomo. E per un momento la grandiosità di questo pensiero ti toglie il respiro e ti fa volare.

martedì 12 febbraio 2013

Il Coraggio della rinuncia

Quando si parla di Storia, i fatti che si narrano il più delle volte hanno di volta in volta il significato dell' impossibile, dell'eroico, dell'assurdo, del sublime. Ma nel  momento in cui si compie l'evento che poi diventerà storico, non si riesce a dare l'importanza vera al fatto che poi determinerà l'andamento del futuro dell'umanità .....solo dopo,  il tempo che scorre sarà quello che coprendo con  una patina il fatto realmente accaduto  lo renderà ciò che poi leggeranno i popoli futuri.
Io ieri sono stata testimone insieme al mondo intero di un evento storico di portata eccezionale, che mi ha provocato sconcerto e dispiacere. Non mi sento di commentare la scelta che è stata fatta da Benedetto XVI che ha deciso di abdicare, perché checché ne dicano tutti, non conosco le vere ragioni che l'hanno spinto a ciò.
Io oggi mi sento solo molto vicina all'uomo Ratzinger che con sofferenza evidente, ha portato avanti coraggiosamente un'idea maturata nel tempo. A lui, per questo coraggio, va il mio  rispetto e la mia ammirazione.
Ogni uomo davanti a sé ha la sua strada da percorrere e la strada non è mai uguale e si affaccia sempre su panorami diversi. In certi momenti la strada è piena di gloria, di rumori, di bagliori, ma come sempre accade a un certo punto si divide e i percorsi da scegliere diventano due o anche di più. Allora l'uomo, il vero uomo si ferma in silenzio e si interroga per capire quale di quelle nuove strade è quella che lui vuole per raggiungere la sua meta. E su di essa si incammina, anche se è solo la via del silenzio.

lunedì 11 febbraio 2013

l'importanza del Perù

Stamani quando mi sono svegliata la prima cosa che mi sono detta è stata: "E se andassi in Perù?"
Non in una città qualsiasi vicino a me, o al limite anche all'estero, ma sempre girando intorno a casa......no no, proprio in Perù. Se uno deve proprio andare è bene che vada lontano, nelle vette irraggiungibili del Perù
La storia del Perù è vecchia di molti anni ormai e nacque nelle afose giornate di agosto, quando con Cristina, alle prese con i nostri kilometrici pazienti che facevano le cure termali, decidemmo che eravamo talmente cotte di tutte le idiozie che sentivamo continuamente, da pensare di prenderci una bella vacanza...di espatriare....di andare il più lontano possibile. Il Perù ci sembrò il posto adatto.
Quanto ridevamo allora, anche se devo dire che non era per niente un periodo da ridere, né per me, né per lei, anzi era un momento durissimo nella vita di entrambe...ma si sa, l'unione fa la forza e spalleggiandoci vicendevolmente, ...una bischerata oggi, una domani, riuscivamo anche a farci delle belle risate e a ritrovare l'ottimismo nella vita.
"Ma con i soldi come facciamo? - mi diceva lei, che è sempre stata un tipo pratico, razionale, efficiente, insomma tutto il contrario di me - non mi sembra che navighiamo nell'oro".
"In qualche modo faremo - le rispondevo - intanto progettiamo"
E così in attesa dei soldi, che non sono mai arrivati, il nostro progetto si è perfezionato anche nei minimi particolari e a questo punto è come se  in Perù ci fossimo andate e mica una volta sola, ma almeno tre o quattro........ e per andare a Macchu Picchu basta prendere la prima a destra, poi dopo cento metri la prima a sinistra e arrivare alla stazioncina col treno a scartamento ridotto che ci porta fino a destinazione. Se poi non ci basta si prosegue a piedi e si arriva alle vette, dove vola il condor.
Ogni tanto la storia del Perù si ripresentava e alla fine abbiamo capito che la visione delle Ande, delle città che sfidano  le leggi della natura,  della storia dei popoli mitici , del condor ......non erano altro che un esorcismo contro il nostro stress,  verso gli stati di ansia che via via si sono presentati nelle nostre rispettive esistenze. Il Perù è la nostra valvola di sfogo. "Non mi può capitare niente di male, perché tanto io posso andare in Perù....ci posso andare quando mi pare.e lì posso avere l'ebbrezza delle alte cime, il senso di libertà, di aria pulita, di un'aria finalmente vuota di quelle inutili  pastoie della mia quotidianità!"
Ancora non ho indagato perché stamani ho deciso che voglio andare in Perù, tanto alla fine il motivo verrà fuori da solo, ma intanto ci vado.......tu Cri,  che fai vieni con me?

domenica 10 febbraio 2013

Bollettino di guerra



testa: pronta a scoppiare

gola: puro napalm

occhi:a fuoco per tiro incrociato

naso: dinamite

pressione:  al punto giusto

temperatura: in ebollizione

miccia: innescata


Si salvi chi può. perché a breve penso che scoppierò. Sto malissimo, sto veramente male. Non desidero neanche il bombolone e il cappuccino, anzi, orrore degli orrori, .......mi fa schifo solo pensarci!
Eppure, conoscendomi, so che la mia giornata andrà esattamente nello stesso modo di sempre. Io sono una di quelle persone che pensano che senza di loro il mondo non vada avanti e quindi stupidamente continuano a stare in trincea, anche se vorrebbero stare a letto. In tutto ciò finalmente una certezza anche per me: non capisco una cippalippa!